Disidratazione neonati e bambini: sintomi e cosa fare

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 09/07/2024 Aggiornato il 16/07/2024

La disidratazione è frequente nei piccoli. E’ pericolosa e i genitori devono saperla riconoscere per poter intervenire tempestivamente anche ricorrendo al pediatra o al Pronto Soccorso quando serve.

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La disidratazione subentra quando l’organismo perde più liquidi di quelli che assume. E’ una condizione molto critica che può creare forti scompensi all’organismo e che nei neonati e nei bambini va trattata quindi con la massima tempestività. I piccoli sono infatti maggiormente esposti al rischio di disidratarsi e questo rappresenta per loro un serio pericolo. La causa principale della disidratazione nei bambini sono il vomito e la diarrea dovuti a infezioni intestinali a cui si aggiunge in estate il colpo di calore. E’ importante che i genitori conoscano i sintomi della disidratazione, scarsità di urine, lacrimazione assente, fontanella retratta nei neonati, per segnalarli al pediatra oppure per rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso nel caso di respiro affannoso, presenza di sangue nel vomito e nelle urine, mancata risposta agli stimoli.

Differenza tra neonati e bambini

Quando il corpo perde più liquidi, attraverso l’urina, le feci il sudore, la respirazione, di quelli che assume entra in uno stato di disidratazione. Si tratta di una condizione patologica che deve destare preoccupazione quando interessa i bambini e in modo particolare i neonati. L’acqua presente nel corpo è basilare infatti perché:

  • permette il trasporto dei nutrienti e l’eliminazione delle scorie
  • regola l’equilibrio idrico
  • regola il bilancio energetico
  • favorisce i processi indispensabili alla sopravvivenza dell’organismo.

La perdita di liquidi diventa pericolosa quando raggiunge il 6-7% dei liquidi circolanti nel corpo: insieme all’acqua si perdono infatti elettroliti, minerali essenziali come sodio e potassio che regolano moltissime funzioni dell’organismo, come il funzionamento stesso del cuore. Bisogna tenere conto del fatto che più i bambini sono piccoli, maggiore è rischio di disidratazione a cui sono esposti e questo per tre ragioni:

  • l’acqua rappresenta il 75% del loro peso corporeo, percentuale che arriva all’80% nei neonati mentre nell’adulto rappresenta soltanto il 60%.
  • i piccoli inoltre hanno una maggior richiesta di liquidi rispetto ai grandi perché hanno una maggior attività metabolica
  • le perdite di acqua attraverso la traspirazione sono maggiori nei bambini rispetto agli adulti
  • i neonati e i bambini sono soggetti con maggior facilità rispetto agli adulti a malattie intestinali con vomito e diarrea che comportano notevoli perdite di liquidi
  • mentre i bambini più grandi possono cogliere lo stimolo della sete, primo segnale di disidratazione, e chiedere di bere, i neonati dipendono in toto dagli adulti.

Ecco perché è importante che i genitori sappiano cogliere i sintomi della disidratazione nei bambini per poter intervenire nel modo più opportuno. Questo tenendo presente soprattutto il fatto che nei neonati e nei bambini piccoli la disidratazione sopraggiunge con rapidità e se non curata tempestivamente può portare a queste conseguenze:

  • shock
  • danni, anche gravi agli organi interni e nei casi estremi alla morte.

Per poter agire tempestivamente è basilare quindi che i genitori conoscano le cause che possono determinare la disidratazione nei bambini:

  • infezioni gastrointestinali con manifestazioni di vomito e diarrea che comportano una rapida perdita di liquidi. Nel 75-90% di casi la carenza di liquidi nasce proprio da problemi intestinali.
  • episodi febbrili: l’aumento della temperatura comporta un aumento della sudorazione, già abbondante in neonati e bambini, aumentando il rischio di disidratazione.
  • rifiuto ad assumere cibo e acqua, spesso conseguente a mal di gola, gengiviti, afte.
  • malattie che comportano un maggior dispendio di liquidi come diabete insipido, chetoacidosi diabetica, sudorazioni eccessive per scompensi di sali minerali.
  • colpi di calore: in estate alle cause più comuni di disidratazione nei bambini si aggiunge il cosiddetto colpo di calore, l’innalzamento improvviso della temperatura dovuto all’esposizione alle alte temperature. Il rischio aumenta quando maggiore è il tasso di umidità dell’aria e risulta più significativo nei neonati che hanno un sistema di termoregolazione non ancora sviluppato e quindi poco attrezzato per abbassare la temperatura corporea in modo che non crei danni. A questo va aggiunto il fatto che i neonati hanno una minor superficie corporea e quindi impiegano un tempo maggiore per disperdere il calore, facendo sì che la disidratazione si presenti in tempi molto rapidi.

Sintomi di disidratazione nei bambini e nei neonati

Il primo sintomo della disidratazione è la sete. Attenzione però che la sete è solo un segnale ma non un campanello d’allarme visto che non aumenta con l’aggravarsi della situazione. Per altro i neonati e i bambini più piccoli non sono in grado di manifestare il bisogno di bere. E’ importante quindi che i genitori sappiano cogliere altri sintomi che indicano uno stato di disidratazione nei bambini. Sintomi che sono diversi sulla base della gravità del problema. Per valutare lo stato di disidratazione nei bambini si utilizza come parametro la percentuale di perdita di peso rispetto al peso iniziale distinguendo così:

  • disidratazione lieve quando il piccolo perde tra il 3 e il 5% del peso corporeo. La disidratazione di primo livello spesso non dà sintomi e risulta quindi difficile da cogliere.
  • disidratazione moderata quando la perdita è tra il 6 e il 10%. In questa condizione compaiono una diminuzione della frequenza della minzione e della lacrimazione, la cute è fredda, secca e poco elastica così come la bocca e le mucose. Rivolgersi al pediatra in questo stadio è basilare.
  • disidratazione grave quando la perdita di peso supera il 10%. Compaiono letargia, il battito cardiaco accelera, il respiro è difficoltoso. Si è di fronte a un’emergenza medica che richiede di essere trattata in Pronto Soccorso.

Altri segnali che sono indicativi di uno stato di disidratazione nei bambini sono:

  • scarsa reattività
  • sonnolenza
  • irritabilità
  • pelle secca e fredda
  • labbra screpolate e bocca secca
  • occhi infossati
  • pianto senza lacrime
  • respiro accelerato
  • infossamento della fontanella nei neonati.

In presenza di disidratazione le urine diventano sempre più scarse e a poco a poco assumono un colore scuro. Per valutare il quantitativo di urine nei neonati va controllato se e quanto bagnano il pannolino.

Cosa fare e quando andare in ospedale

La disidratazione nei bambini è pericolosa e non va mai sottovalutata. In un neonato e in un bambino la mancanza di liquidi porta infatti:

  • un blocco del meccanismo della sudorazione legato al fatto che il corpo tende a risparmiare acqua. Si genera un surriscaldamento interno con conseguenze pericolose per l’intero organismo;
  • una riduzione della volemia cioè del volume del sangue che circola nel corpo. Il cuore si affatica e si può arrivare al collasso cardiocircolatorio.

Meglio quindi informare sempre il pediatra ai primi sintomi di disidratazione nei bambini. Il medico, oltre a una visita generale e al controllo del peso per quantificare la perdita di liquidi, può valutare un ulteriore parametro che è il tempo di riempimento capillare del neonato. Comprime un capillare sul polpastrello o sul palmo della mano e conta il tempo impiegato dalla pelle per diventare di nuovo rosea dopo la pressione: se supera i due secondi si è di fronte a un problema di disidratazione.

In presenza di sintomi lievi il pediatra suggerisce la somministrazione di apposite soluzioni reidratanti che si trovano in farmacia in formato liquido o solubile: contengono già la giusta dose di sali, zuccheri e acqua e sono quindi più efficaci di preparazioni casalinghe che è sempre opportuno evitare. Anche l’acqua non basta a reidratare perché carente di sali minerali. Le soluzioni reidratanti vanno sempre somministrate a cucchiaini a intervalli di tempo ravvicinati di 10/15 minuti. Questa precauzione è più che mai opportuna in caso di vomito: appena si nota che il bambino trattiene il liquido ingerito si può gradualmente aumentare le dosi.

Spesso le soluzioni reidratanti non hanno un buon sapore. Perché i bambini le assumano si possono adattare piccoli trucchi come versale in bicchieri colorati oppure congelarle e trasformarle in ghiaccioli facendo attenzione in ogni caso che vengano sempre assunte a piccole dosi. E’ da evitare la somministrazione di latte, succhi e bibite gassate perché possono peggiorare la condizione di vomito e diarrea. L’unico alimento che non va mai sospeso nei lattanti è il latte materno.

  • Nel caso di un colpo di calore è importante portare il bambino al fresco, scoprirlo per evitare che sudi ulteriormente e bagnare la testa e il corpo con acqua fresca. Anche in questi casi comunque il consulto con il pediatra è opportuno anche per valutare la somministrazione di farmaci per abbassare la febbre.

E’ opportuno andare al Pronto Soccorso in questi casi:

  • quando il neonato o il bambino rifiutano o non sono in grado di assumere la soluzione reidratante. In questi casi, infatti, è necessario ricorrere a un trattamento più intensivo tramite somministrazione di liquidi per via endovenosa o di soluzioni elettrolitiche mediante sondini di plastica (sondino naso-gastrico) che, attraverso il naso, raggiungono lo stomaco o l’intestino.
  • quando si nota che lo stato del piccolo peggiora rapidamente
  • quando si rileva la presenza di sangue nel vomito e nella diarrea.

Come prevenire la disidratazione

L’alimentazione gioca un ruolo chiave nell’evitare la disidratazione, soprattutto quella che si lega a uno scarso apporto di liquidi. Soprattutto in estate quindi è bene fare attenzione che i piccoli consumino con regolarità  frutta e di verdura che contengono acqua, vitamine e minerali. Ci sono frutti come l’anguria e il melone che risultano molto graditi ai piccoli e che apportano ottime quantità di acqua.

  • In ogni caso è sempre bene proporre spesso ai bambini un bicchiere di acqua da bere o somministrarla con il biberon o il cucchiaino se non sono del tutto autonomi. Questo va fatto in modo particolare se il bambino è malato o di muove molto (e quindi suda molto) soprattutto in estate. L’acqua deve essere a temperatura ambiente e va bevuta a piccoli sorsi.
  • E’ sempre bene avere a disposizione in casa una soluzione reidratante per poterla somministrare nel caso di febbre alta, vomito, diarrea, sudore copioso. Per sicurezza si può sempre chiedere consiglio al pediatra.
    Se il piccolo ha mal di gola è bene cercare di lenirlo in modo che non rifiuti di bere e di mangiare per via del fastidio.
  • Per evitare il colpo di calore è opportuno non tenere mai i neonati e i bambini in luoghi molto caldi e poco areati. Anche l’esposizione al sole deve essere ben calibrata evitando sempre le ore centrali della giornata.

Il video del pediatra Leo Venturelli sulla disidratazione

Vomito e diarrea possono causare disidratazione nei bambini. Quando c’è da preoccuparsi? Lo abbiamo chiesto al pediatra Leo Venturelli che ce lo spiega in questo video.

 

Foto in copertina di Yankruku by Pexels

In breve

La disidratazione nei neonati e nei bambini può essere pericolosa. E’ bene quindi rivolgersi al pediatra se ci si accorge che i piccoli presentano i sintomi classici della disidratazione come una riduzione delle urine e delle lacrime, sonnolenza e nei casi più gravi, da trattare immediatamente in Pronto Soccorso, respiro affannoso e sangue nel vomito e nella diarrea.

 

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