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L’ emicrania nei bambini può essere curata anche senza farmaci. Secondo uno studio del Cincinnati Children’s Hospital (Stati Uniti), che ha preso in esame 328 bambini e ragazzi tra 8 e 17 anni afflitti da mal di testa in modo cronico o saltuario, il 52% di coloro che erano stati trattati con amitriptilina (un antidepressivo) e il 55% di coloro che avevano assunto topiramato (un anticonvulsioni) ha visto un calo del mal di testa del 50% o più, mentre il 61% di quelli trattati con una pillola placebo ha visto lo stesso beneficio.
Farmaco o placebo = stessi risultati
Coloro che avevano assunto i farmaci, però, hanno avuto anche tassi molto più alti di effetti collaterali, come affaticamento, bocca secca, cambiamenti di umore, formicolio alle mani, braccia, gambe o piedi. Ciò dimostra che l’emicrania nei bambini può essere curata anche senza farmaci, in quanto il placebo consente di ottenere gli stessi benefici, eliminando gli effetti collaterali dei medicinali.
Già dalle elementari
I dati evidenziano che la percentuale di bambini delle scuole elementari che soffrono di cefalea va dal 4 e all’11%, contro l’8 al 23% degli studenti delle scuole medie. Le cefalee, nell’infanzia e nell’adolescenza, condizionano lo svolgimento delle attività quotidiane, sociali e di studio, tanto da richiedere trattamenti farmacologici prolungati nel tempo, non di rado responsabili di diversi effetti collaterali.
In alternativa vitamina B12 e magnesio
Ora questo studio ipotizza che l’emicrania nei bambini possa essere curata anche senza farmaci. Esistono, infatti, diverse alternative terapeutiche: assunzione di sostanze naturali come coenzima Q10, vitamina B12 e magnesio, mentre in casi più gravi si possono usare gli antidolorifici a minore impatto.
Modificare lo stile di vita
Per curare l’emicrania nei bambini è, infine, fondamentale modificare lo stile di vita, a cominciare dall’eliminazione di alcuni cibi. Alcune ricerche dimostrano, infatti, come adeguati stili di vita, l’attività fisica e un’alimentazione sana e regolare possano procrastinare l’utilizzo cronico di farmaci, soprattutto se abbinati a una terapia cognitivo-comportamentale.