Emorragia cerebrale nei bambini: cause, sintomi e conseguenze

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 25/04/2023 Aggiornato il 25/04/2023

Sintomi improvvisi come cefalea, sonnolenza e perdita di coscienza possono essere espressione di un’emorragia cerebrale, che richiede un ricovero ospedaliero immediato.

Emorragia cerebrale nei bambini: cause, sintomi e conseguenze

L’emorragia cerebrale, ossia la fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni del cervello, si può verificare anche nei bambini. Tra i piccolissimi, sono più a rischio i prematuri, per la maggiore fragilità dei vasi sanguigni disposti sulle pareti delle cavità cerebrali. “Nei neonati e nei bambini più grandi, l’emorragia cerebrale è più frequentemente legata a traumi di varia origine e intensità che possono avvenire in ambito domestico o in incidenti stradali, per esempio se il bambino viaggia in macchine senza essere assicurato al seggiolino” spiega il professor Carlo Efisio Marras, responsabile di neurochirurgia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Questi eventi purtroppo accadono di frequente e compaiono spesso sulla cronaca, come è successo nel caso del bambino di 4 mesi di Messina, vittima di un incidente domestico. Vediamo, nel dettaglio, le cause di emorragia cerebrale nei bambini, come riconoscere le situazioni che richiedono un’assistenza medica urgente e come ci si deve comportare.

Emorragia cerebrale: sintomi

I sintomi dell’emorragia cerebrale variano a seconda dell’età del bambino. Quando un bimbo è molto piccolo (di pochi giorni o alcuni mesi), i genitori devono prestare attenzione a alcuni segni o sintomi che possono essere:

  • zona della fontanella gonfia
  • irritabilità
  • alterazione o perdita di coscienza
  • vomito associato ai sintomi sopraindicati
  • convulsioni

I bambini un po’ più grandi (ma sempre al di sotto dei 4 anni) possono manifestare i seguenti disturbi:

  • mal di testa intenso (piangono e si portano la manina alla testa)
  • vomito
  • irritabilità
  • alterazione dello stato di coscienza

A meno che non ci sia in corso una alterazione del livello di coscienza, i bambini di età superiore ai 4 anni riferiscono più facilmente ciò che gli accade e che percepiscono. Questi elencati sono i sintomi iniziali ed è bene non sottovalutarli specie se compaiono in pieno benessere o evolvono rapidamente.

L’emorragia può inoltre causare sintomi neurologici come:

  • difficoltà ad articolare le parole o a muovere un arto
  •  problemi nel camminare o coordinare i movimenti
  • difficoltà della visione

Emorragia cerebrale nei bambini: le cause più comuni

Le condizioni che portano alla comparsa di emorragia cerebrale nei bambini sono diverse. Tra le cause più comuni possiamo definire:

Prematurità

L’emorragia cerebrale dovuta alla prematurità del neonato si verifica di solito in ospedale, durate il periodo di osservazione dopo la nascita, molto raramente a casa. Nei bambini nati prematuri può verificarsi un’emorragia cerebrale intraventricolare, ossia una perdita di sangue che si verifica nei sottilissimi vasi sanguigni che persistono nella parete dei ventricoli dei prematuri. In questa fase della vita è ancora presente nel bambino un tessuto, noto come matrice germinativa, che è presente in epoca fetale ed è determinante nel normale sviluppo del sistema nervoso. Da essa originano i neuroni che, insieme ad altre cellule, compongono il tessuto cerebrale. Questo tessuto e i suoi vasi sanguigni sono assenti nel bimbo nato a termine, ma persistono nel prematuro che, a causa del naturale incremento della pressione sanguigna dopo la nascita, possono andare incontro a rottura. Si verificano quindi sanguinamenti di varia serietà e dimensioni. Oggi, il rischio che i prematuri siano soggetti a emorragia è inferiore grazie alle cure più avanzate disponibili nelle moderne terapie intensive neonatali.

Malformazioni vascolari del cervello

E’ possibile che nel cervello siano presenti malformazioni vascolari che possono andare incontro a rottura causando emorragie. Queste malformazioni possono essere legate a fattori genetici, ma più spesso sono isolate e non necessariamente trasmesse dai genitori o trasmissibili ai futuri discendenti. L’esordio improvviso in uno stato di benessere e il riconoscimento dei sintomi sono elementi cruciali nel percorso di diagnosi e cura. In questi casi è preferibile contattare il 118 che permette un più sicuro trasporto del bambino in ospedale in tempi rapidi. 

Malattie del sangue 

L’emorragia cerebrale può dipendere da malattie del sangue caratterizzate dalla carenza di altri fattori della coagulazione come l’emofilia. In questo caso, le emorragie cerebrali sono spesso dovute all’assunzione di farmaci per mantenere il sangue più fluido. Un dosaggio inappropriato può essere causa di emorragie. Se si segue un trattamento anticoagulante è fondamentale attenersi alle dosi. È essenziale riconoscere i sintomi e correggere le cause che provocano emorragia.

Traumi

In questo caso il sanguinamento è determinato da un fattore meccanico esterno. “Nei bambini, i traumi possono essere dovuti a cadute, per esempio dal lettino o dalle braccia di un adulto” aggiunge il professore. “Possono manifestarsi anche dopo banali incidenti d’auto, se il bambino non viene adeguatamente assicurato nel seggiolino o in tantissime altre situazioni di pericolo non ben gestite dagli adulti, per esempio se è lasciato da solo nel carrello della spesa, oppure va in bici o in monopattino senza indossare il caschetto”.

Emorragia cerebrale da caduta, quali conseguenze può avere?

L’emorragia cerebrale da caduta è quella che si verifica con maggiore frequenza ed è un motivo per cui i nostri esperti sono spesso contattati. Se questo evento è di lieve entità, nella maggior parte dei casi si risolve senza serie conseguenze: la comparsa di un bernoccolo o di un livido non deve preoccupare i genitori, perché è il segnale di una piccola raccolta di sangue al di sotto della cute che in questa zona è ricca di vasi sanguigni. Se si lacera, può causare abbondante sanguinamento che richiede l’applicazione di punti sutura. E’ però possibile che il trauma da caduta sia di maggiore intensità e può generare fratture o emorragie all’interno del cranio. In questi casi è essenziale portare il bambino al Pronto soccorso perché sia visitato ed eventualmente sottoposto ad accertamenti. Solitamente si esegue una visita neurologica e se necessario una TC dell’encefalo che può evidenziare un sanguinamento del cervello o tra il cervello e l’osso che può causare compressioni e conseguenze neurologiche. È quindi essenziale intervenire subito.

Cosa fare e cosa non fare in caso di trauma

Anche se il bambino è più grandicello e il trauma non sembra essere stato molto intenso, è bene, nel caso di un trauma lieve senza perdita di coscienza, non perderlo di vista nelle ore successive all’evento. Il bambino va controllato, anche durante la notte. Non occorre svegliarlo, ma è bene accertarsi che respiri regolarmente. Inoltre bisogna fare attenzione alla comparsa di difficoltà non osservate in precedenza come difficoltà a camminare, a parlare, confusione o irritabilità. In questo caso il piccolo va accompagnato al Pronto soccorso. Nei casi in cui il trauma è importante e ha determinato seppur brevemente la perdita di coscienza è preferibile condividere lo stato del bambino con la pediatra curante o in alternativa affidarlo a una valutazione medica presso un punto di Pronto soccorso.

La sindrome del bambino scosso dopo un trauma

I traumi possono essere anche essere la seria conseguenza di una condizione, purtroppo ancora diffusa, nota come sindrome del bambino scosso. Avviene quando, nelle prime settimane di vita, il neonato viene scosso con violenza. I piccolissimi sono molto impegnativi nei primi tempi, richiedono tempo ed energie e a volte i genitori si sentono esasperati, lasciandosi andare a comportamenti che possono danneggiare il neonato, con conseguenze permanenti. Un bimbo di poche settimane non ha ancora un sufficiente tono muscolare in grado di controllare i movimenti della testa ed ha un volume cranico proporzionalmente superiore rispetto al resto del corpo. Se viene scosso, le ripetute accelerazioni e decelerazioni determinano una brusca distorsione delle strutture cerebrali insieme a piccoli e diffusi sanguinamenti che possono causare danni talvolta irreversibili.

Emorragia cerebrale: si può guarire?

Le emorragie cerebrali sono causate da situazioni diverse ed eterogenee. La soluzione terapeutica cambia in relazione al tipo di sanguinamento e non è necessariamente di tipo chirurgico. Infatti talvolta è sufficiente la semplice osservazione che può escludere la crescita di un sanguinamento di dimensioni contenute. In altri casi è sufficiente sospendere un farmaco o correggere un fattore della coagulazione. Sicuramente la pronta diagnosi e la soluzione eventualmente chirurgica possono rappresentare la soluzione e assicurare la guarigione senza conseguenze negative. In situazioni come la presenza di malformazioni arterovenose, l’intervento chirurgico anche di tipo endovascolare (con l’uso di piccoli cateteri che possono escludere la malformazione dal circolo) e di radiochirurgica permettono di raggiungere l’obiettivo atteso con la guarigione del bambino.

 

 
 
 

In breve

L’emorragia cerebrale nei bambini si verifica solitamente in seguito a traumi di una certa entità, per esempio cadute. Sono più a rischio i bimbi molto piccoli, perché le ossa craniche non riescono a difendere adeguatamente le strutture cerebrali e nervose, che sono molto delicate. È sempre opportuno sottoporre i piccoli a una visita medica in ospedale, effettuando se necessario alcuni accertamenti

 

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