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L’eritema solare è una condizione dermatologica frequente nei più piccoli. Si tratta di una vera e propria infiammazione cutanea che si manifesta quando la pelle è esposta ai raggi UV per un periodo prolungato senza una protezione adeguata.
La cute dei bambini, infatti, essendo molto più sottile e povera di melanina rispetto a quella degli adulti, risulta particolarmente vulnerabile quando viene esposta al sole senza filtri. La prevenzione, come sempre, è l’arma più efficace, ma quando l’eritema solare si è già manifestato, è importante innanzitutto riconoscerlo per evitare conseguenze peggiori e sapere cosa fare per alleviare il disagio del piccolo.
La salute della pelle è un patrimonio che si costruisce sin da piccoli e proteggerla dal sole è uno dei gesti più importanti che si possano compiere come adulti responsabili: affronta con noi il tema la dottoressa Laura Mazzotta, medico estetico, specialista igiene preventiva e in nutrizione clinica a Ferrara presso Poliambulatorio Aeste Medica e Aura e a Milano presso Centro Medico Ripamonti.
Come riconoscere l’eritema solare
Riconoscere un eritema solare nei bambini è fondamentale per intervenire rapidamente e impedire che il fastidio si trasformi in una problematica più grave. L’eritema solare si manifesta come un arrossamento diffuso della pelle, tipicamente localizzato nelle aree più esposte al sole: viso, spalle, schiena, braccia e gambe.
Nei bambini con carnagione chiara, che ne sono maggiormente predisposti, i segni sono spesso evidenti già poche ore dopo l’esposizione. A volte basta un solo pomeriggio di gioco al mare o al parco senza la dovuta protezione perché il rossore compaia e la pelle inizi a scaldarsi in modo anomalo.
- Il primo segnale da osservare è proprio il cambiamento di colore della cute: da normale diventa rosata, poi rossa, e talvolta assume un aspetto lucido. Al tatto, la pelle risulta calda, tesa e può causare dolore o bruciore, specialmente al contatto con l’acqua o con i tessuti
- In alcuni casi possono comparire vescicole, simili a bollicine piene di liquido, che indicano una scottatura più severa di primo o secondo grado. È importante differenziare l’eritema solare da altre condizioni cutanee come le dermatiti o le reazioni allergiche, che spesso presentano prurito ma non il calore tipico della scottatura
- Un altro segnale utile è la presenza di un confine netto tra la zona esposta al sole e quella protetta, per esempio quella coperta dal costume o da un cappellino
- Se il bambino lamenta fastidio sulla pelle, piange al tocco o rifiuta di indossare i vestiti, è probabile che sia in atto un eritema. I genitori devono prestare particolare attenzione ai neonati, che non dovrebbero mai essere esposti direttamente al sole: anche un’esposizione involontaria di pochi minuti può causare un eritema evidente. In caso di dubbio, è sempre consigliabile consultare il pediatra.
Sintomi
I sintomi dell’eritema solare nei bambini variano a seconda dell’intensità dell’esposizione e della sensibilità individuale della pelle.
- I segni più evidenti sono il rossore e il calore della zona colpita, ma a questi si associano spesso altre manifestazioni che possono causare grande disagio nei piccoli.
- Il prurito è molto comune e può portare il bambino a grattarsi in modo insistente, aumentando il rischio di lesioni cutanee o infezioni
- Il bruciore, invece, può essere costante o accentuarsi con il contatto con l’acqua, i vestiti o anche durante il sonno, rendendo difficile il riposo notturno
- Quando l’eritema è esteso o più profondo, i bambini possono manifestare anche sintomi generali come irritabilità, febbre leggera, mal di testa, nausea o senso di spossatezza. In questi casi si parla di un colpo di calore associato alla scottatura cutanea. Il bambino può diventare apatico, rifiutare il cibo o il gioco, o lamentarsi di dolore. L’intervento tempestivo del pediatra è fondamentale anche per evitare il pericolo della disidratazione
- Nei lattanti e nei bambini molto piccoli, la situazione può diventare rapidamente seria, perché la loro pelle è particolarmente sensibile e la capacità di termoregolazione è ancora immatura. È quindi essenziale osservare anche segnali indiretti come pianto inconsolabile, difficoltà ad addormentarsi oppure rifiuto della poppata
- Nei giorni successivi all’esposizione, la pelle può iniziare a desquamarsi, un processo naturale di rigenerazione che non deve essere accelerato. La comparsa di vescicole, gonfiore o dolore intenso richiede sempre un consulto medico. Infine, non bisogna dimenticare che i bambini non sempre riescono a spiegare bene ciò che sentono: per questo è compito degli adulti interpretare correttamente ogni variazione del comportamento e della pelle, intervenendo con tempestività e dolcezza.
Quanto dura
La durata di un eritema solare nei bambini dipende dalla gravità, dal fototipo del piccolo e dalla rapidità con cui si interviene con i trattamenti adeguati.
- Nei casi più lievi, in cui il rossore è superficiale e limitato a poche zone, l’infiammazione tende a risolversi spontaneamente nel giro di 24-48 ore, soprattutto se la pelle viene tenuta fresca, idratata e protetta.
- Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il processo di guarigione richiede tra i 4 e i 7 giorni, periodo durante il quale si può osservare una fase di desquamazione, simile a quella che segue una normale scottatura.
- È importante non grattare né forzare il distacco della pelle: questo potrebbe causare microlesioni o facilitare l’ingresso di batteri. Se la scottatura è più profonda, con la presenza di bolle o vesciche, la guarigione può richiedere anche fino a due settimane e comportare la necessità di medicazioni specifiche.
- In ogni caso, durante tutto il periodo di recupero, la pelle del bambino deve essere protetta rigorosamente dal sole per evitare che l’infiammazione si ripresenti o si aggravi.
- È utile ricordare che, anche una volta scomparso il rossore, la pelle rimane più fragile e suscettibile ai danni da UV: per questo è consigliabile continuare ad applicare la crema solare e utilizzare indumenti protettivi per almeno una settimana dopo la risoluzione completa.
- Se dopo 7-10 giorni il rossore non è scomparso o compaiono segni di infezione, come secrezioni, gonfiore o febbre, è fondamentale consultare un medico.
- In rari casi, l’eritema può lasciare una discromia temporanea (una macchia più chiara o più scura della pelle), che tende a regredire nel tempo.
Cosa mettere
La cura dell’eritema solare nei bambini deve essere tempestiva, delicata ed efficace. Un recupero completo richiede attenzione, pazienza e un’adeguata routine di idratazione e cura della cute.
- La prima azione da compiere è interrompere immediatamente l’esposizione al sole e portare il bambino in un luogo fresco e ombreggiato
- Raffreddare la zona colpita con impacchi di acqua fresca (non ghiacciata) aiuta a ridurre l’infiammazione e il bruciore
- Successivamente, è importante applicare prodotti lenitivi e idratanti formulati specificamente per la pelle sensibile dei più piccoli. Le creme a base di aloe vera, pantenolo, calendula o camomilla sono ideali per calmare il rossore e accelerare la rigenerazione cutanea. È bene evitare prodotti con alcol, profumi o coloranti, che potrebbero peggiorare l’irritazione
- Nei casi più seri, il pediatra può prescrivere una crema a base di cortisone a bassa percentuale, da usare per pochi giorni, oppure un analgesico adatto all’età per alleviare il dolore
- Anche l’idratazione per via orale è fondamentale: offrire frequentemente acqua, tisane fresche non zuccherate o latte, nei più piccoli, aiuta il corpo a riequilibrarsi e facilita la guarigione
- Per evitare sfregamenti fastidiosi, si consiglia di vestire il bambino con abiti in cotone leggero, morbidi e traspiranti, evitando tessuti sintetici
- È importante inoltre non togliere eventuali bolle o vesciche, che vanno lasciate integre e monitorate con attenzione. Nei giorni successivi, una crema emolliente può aiutare a ripristinare il film idrolipidico cutaneo
- Se il bambino presenta febbre, vomito, letargia o altri sintomi sistemici, è necessario ricorrere al parere del pediatra. Infine, va ricordato che nessun trattamento può sostituire una corretta prevenzione: la protezione solare quotidiana e l’educazione a una corretta esposizione al sole restano le strategie più sicure e intelligenti per evitare che il problema si ripresenti.
La prevenzione
L’eritema solare nei bambini è una condizione tanto comune quanto evitabile. L’ impatto sulla salute della pelle, sul benessere del bambino e sulla serenità della famiglia non va sottovalutato. Per questo motivo, la prevenzione rappresenta l’approccio più intelligente e sicuro.
- Esporre i bambini al sole in modo graduale, scegliere sempre orari protetti (prima delle 11:00 e dopo le 17:00), utilizzare cappellini, magliette anti-UV e occhiali da sole con lenti certificate è il primo passo per un’estate serena.
- L’applicazione di una protezione solare ad ampio spettro con SPF 50+, resistente all’acqua e formulata per pelli sensibili, deve diventare un gesto automatico, da ripetere ogni due ore o dopo ogni bagno.
- È altrettanto importante educare il bambino, fin da piccolo, a riconoscere i segnali del proprio corpo: se sente troppo caldo, se prova fastidio sulla pelle o se la luce lo infastidisce, è il momento di cercare l’ombra.
In breve
L’eritema solare, un arrossamento più o meno intenso della pelle, compare a seguito di un’esposizione ai raggi Uv non protetta. E’ una condizione frequente, ma può essere facilmente prevenuta utilizzando le giuste protezioni sotto il sole. Una volta comparso, l’eritema va tamponato con opportuni accorgimenti per evitare che peggiori, primo fra tutti evitare l’esposizione al sole finché la cute non è tornata integra.
Fonti / Bibliografia
- AEsthe Medica Ferrara, Dott. Laura Mazzotta - Chirurgia Estetica FerraraPoliambulatorio specializzato in Medicina Estetica e cura della Pelle. Direttore Sanitario Laura Mazzotta. Per appuntamenti 05321771571