I tre porcellini come non li avete mai visti

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 07/02/2012 Aggiornato il 02/02/2015

I tre porcellini decidono di costruirsi ciascuno una casetta: temono che il lupo li voglia mangiare. Riusciranno a salvarsi?

I tre porcellini come non li avete mai visti

“Siam tre piccoli porcellin siamo tre fratellin, uno solo si salverà, trallalero là”.

Così cantavano tre fratelli porcellini sotto l’albero in mezzo al bosco. Stava per arrivare l’autunno e tutti e tre iniziavano a essere stufi di dormire all’aperto o in qualche grotta o all’interno di un grande tronco. Finché faceva caldo era bello addormentarsi guardando le stelle e la luna, ma da qualche settimana spirava un’aria fresca che preannunciava il cambio di stagione. “Brr” diceva il fratellino più piccolo, tutto intirizzito, agli altri due: “Dobbiamo costruirci una casetta tutta nostra, altrimenti moriremo di freddo quest’inverno quando arriverà la neve. E poi non dimenticatevi che da qualche tempo si aggira il lupo da queste parti”. “Il lupooo” dissero insieme gli altri due fratellini e già tremavano dalla paura. “Eh già – continuò il più piccolo – pare proprio che sia molto cattivo e molto furbo e soprattutto ghiotto di porcellini”.

 

Non ci volle molto a convincere i due fratellini, in genere più pigri

; per invogliarli a fare qualsiasi cosa bisognava trovare argomenti forti. Così si misero tutti e tre di buona lena a costruirsi ognuno la propria casetta. Il primo la fece di paglia, il secondo di legno e il terzo, che era il più saggio di tutti, la fece di mattoni. “È bene costruirla bella solida – pensò – altrimenti il lupo potrebbe riuscire a distruggerla”. Quando il lavoro fu finito ognuno dei tre porcellini invitò gli altri nella propria casetta per una merenda. Ognuno si complimentò per il lavoro svolto, ma il terzo porcellino pensò che i suoi fratelli avessero costruito delle case troppo fragili e che fossero in pericolo. “Ma quale pericolo – risposero – noi stiamo benissimo e se il lupo verrà a farci visita saremo noi a fargli paura”. E giù a ridere a crepapelle. Il più piccolo però non rideva affatto e tornò nella sua casa molto preoccupato.

 

Quella stessa notte si sentì ululare.

Era il lupo che si stava avvicinando. Tutti e tre i fratellini tremavano sotto le coperte. “Uhhh” si sentiva in lontananza e poi sempre più vicino. A un tratto cominciarono a sentirsi anche i passi pesanti del lupo e il suo ansimare. Doveva essere un bestione molto grosso e aveva l’aria di essere molto affamato. “Aprimi la porta” disse bussando con violenza alla casetta di paglia. “Mai, vai via lupaccio” disse il primo porcellino terrorizzato. “Via? Io sono qui per mangiarti e ti mangerò – rispose il lupo e iniziò a soffiare tanto forte da far tremare tutta la casetta. Soffia, soffia e risoffia e prima il tetto poi le pareti volarono via. Il porcellino disperato tentò di scappare ma il lupo lo afferrò per le spalle e lo divorò in sol boccone.
Stessa sorte toccò al secondo porcellino. “Aprimi” gridò il lupo con voce tonante. “Non ci penso proprio” rispose il maialino da sotto il letto. All’improvviso sembrò che il lupo se ne fosse andato. Ci fu silenzio e quando il porcellino stava iniziando a rilassarsi si sentì odore di fumo. Quel furfante del lupo aveva appiccato il fuoco alla casetta di legno. Il porcellino in preda al panico aprì la porte e… si trovò nella bocca del lupo. “Glug” fece il lupo tutto soddisfatto picchiettandosi la pancia.

 

Solo il terzo porcellino riuscì ad avere la meglio.

La sua casa di mattoni era troppo solida e lupo non riuscì ad abbatterla. “Che rabbia” urlò, dopo aver tentato di sfondare porta e finestre. Ed era talmente pesante con la pancia piena dei due fratellini che cadde e non riuscì più a rialzarsi. A quel punto il porcellino aprì la porta, afferrò il lupo, lo legò e gli aprì la pancia. Il lupo scappò via gridando dal dolore, mentre i due fratellini abbracciarono il fratello che li aveva salvati e saltarono dalla gioia. “Evviva” gridarono tutti insieme e da quel giorno si trasferirono dal porcellino più saggio nella casa solida fatta di mattoni.

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