Glaucoma infantile: attenzione fino ai 5 anni di età

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 30/10/2020 Aggiornato il 30/10/2020

Il glaucoma infantile può colpire neonati e bambini nella prima infanzia. Attenzione a questi segnali

Glaucoma infantile: attenzione fino ai 5 anni di età

Ne soffrono 55 milioni di persone nel mondo, è la prima causa planetaria di cecità irreversibile e si manifesta quasi sempre danneggiando il nervo ottico di entrambi gli occhi. Il glaucoma è una malattia associata a un aumento della pressione interna dell’occhio. Ma sono determinanti anche alcuni fattori neurodegenerativi e vascolari. Siamo portati a pensare che colpisca solo persone anziane, ma ne esiste anche una forma infantile.

Colpisce anche i bambini

Si tratta di una malattia che può presentarsi alla nascita o nei primi 5 anni di vita del bambino, causando danni irreversibili alla vista, ed è considerato una patologia rara: infatti colpisce in media un neonato su 30.000. I primi segni di un possibile glaucoma consistono nella lacrimazione, la fotofobia (ovvero l’intolleranza alla luce diretta) e il blefarospasmo (chiusura serrata delle palpebre legata al dolore oculare). Il primo specialista a riscontrarli è di solito il pediatra, che in questo caso dovrebbe immediatamente consigliare di portare il bambino da un oculista. Nella maggior parte dei casi però a notare qualcosa di anomalo sono molto spesso i genitori. Proprio per questo motivo è importante che le mamme e i papà siano preparati al riconoscimento dei segni e dei sintomi della malattia.

La diagnosi deve essere tempestiva

Secondo Luciano Quaranta, direttore delle Clinica oculistica Universitaria, ospedale San Matteo di Pavia, nel glaucoma pediatrico la tempestività della cura è correlata alla prognosi. Nei casi più eclatanti, come quando si osservano un significativo aumento delle dimensioni della cornea e del bulbo (si parla di buftalmo), la diagnosi è relativamente semplice. Talvolta può, invece, registrarsi un ritardo, dovuto alla presenza di segni più sfumati della malattia, riscontrabili nelle forme che insorgono dopo i 30-40 giorni di vita. 

Quali sono le cure possibili

In prima battuta si fa quasi sempre ricorso alla terapia farmacologica, con colliri in grado di abbassare la pressione endoculare. Non sempre, però, questo approccio si rivela sufficiente. Da qui il ricorso al laser e alla chirurgia. Dopo l’intervento, il bambino viene sottoposto a controlli periodici per verificare l’efficacia del trattamento.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Considerata la complessità della malattia, il trattamento può essere eseguito in maniera efficace solo in centri ad altissima specialità.

 

Fonti / Bibliografia

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