Impetigine nei bambini: cause, sintomi e cure

A cura di Serena Porchera Pubblicato il 06/08/2025 Aggiornato il 06/08/2025

È un'infezione della pelle non solo molto contagiosa, ma anche fastidiosa per chi ne soffre: causa infatti un intenso prurito che spinge a grattarsi fino a rompere le bolle.

impetigine bambino

L’impetigine è un’infezione batterica che colpisce soprattutto i bambini. La sua forma più diffusa, l’impetigine bollosa, è molto contagiosa e si presenta con bolle pruriginose su viso, mani e zone esposte: se il bambino si gratta, le bolle scoppiano rilasciando siero e aprendo la strada ad altre infezioni della pelle.

La contagiosità della malattia impone di trattenere il bambino a casa e di intervenire in maniera tempestiva con i rimedi prescritti dal pediatra, che in genere consistono in applicazione di creme antibiotiche, a volte antibiotici per bocca e accorgimenti per ridurre il fastidio e il prurito.

Cause e sintomi

“L’impetigine si riconosce da bolle sulla pelle, che tendono a non guarire e a diffondersi – spiega il Dottor Leo Venturelli, pediatra di famiglia e responsabile dell’educazione alla salute della SIPPS (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) – A volte c’è prurito e il grattamento aumenta la diffusione sul corpo. È una forma contagiosa, fino a quando non viene impostata terapia che si avvale di igiene locale, applicazioni di creme antibiotiche e, se non si risolve, di antibiotici per bocca. È piu’ frequente in estate, quando la pelle è sottoposta a maggiore stress per calore, sudorazione ed esposizione al sole”.

Ci sono principalmente due tipologie di impetigine. L’impetigine classica è dovuta allo streptococco beta emolitico e si presenta con piccole macule-chiazze erimatose che si ricoprono poi con un crosta giallastra. Inizialmente si manifesta vicino a naso, bocca e orecchie, per poi diffondersi sul resto del corpo.

L’impetigine bollosa, causata dallo staffilococco aureo, è ormai la forma più diffusa: si manifesta con la comparsa di vescicole, cioè bolle con diametro inferiore a mezzo centimetro e con un caratteristico orletto periferico, che si rompono facilmente lasciando uscire siero.

Quando le bolle scoppiano, la pelle viene esposta ad altre infezioni batteriche potenzialmente più pericolose dell’impetigine, come ad esempio un’infezione da Streptococco Beta Emolitico di Gruppo A (SBEGA) con complicanze renali, per fortuna molto rara.

L’eruzione si presenta sul viso, in particolare intorno al naso e ai lati della bocca, e sulle estremità, cioè su mani, braccia e gambe: in altre parole, sulle parti esposte all’aria e non protette dall’abbigliamento. È raro invece che si manifesti come prima zona d’attacco sul sederino o che crei una sovrainfezione su un eventuale eritema da pannolino.

In genere il pediatra è in grado di riconoscerla esattamente, ma in caso di dubbi è bene ricorrere ad un dermatologo pediatra, cioè lo specialista della pelle infantile.

L’infezione può presentarsi sulla pelle già alterata nel suo equilibrio e dunque esposta alle infezioni. Può succedere quindi se il bimbo è colpito da eczema atopico (malattia della pelle caratterizzata dalla comparsa di vescicole) o se la pelle intorno al nasino è arrossata dal continuo colare del naso e dallo sfregamento dei fazzoletti, oppure in seguito a piccole ferite che “aprono” la barriera cutanea e la irritano, come per esempio le punture di insetto.

L’impetigine può colpire però anche una pelle del tutto integra. Questo avviene specialmente se un raffreddore che tende a diventare cronico (cioè si protrae nel tempo e fa fatica a guarire) crea nel nasino focolai di Stafilococco aureo oppure nel caso di contagio da altri bimbi.

Come curarla

L’infezione va curata con rapidità per evitare che possa dar luogo a complicanze. Di solito la cura è locale, si pratica cioè solamente sulle zone colpite dall’impetigine. I primi risultati sono visibili già dopo qualche giorno.

Il primo e più importante passo è la detersione, che ha lo scopo di eliminare dolcemente le crosticine. Il modo dipende da quali parti sono malate:

  • sul viso si possono fare impacchi prolungati con sostanze antisettiche, come il permanganato di potassio (si vende in farmacia su prescrizione medica sotto forma di pastiglie da sciogliere in acqua) o con disinfettanti. Le croste si riescono a togliere dopo almeno tre o quattro impacchi
  • per le altre parti del corpo, oltre agli impacchi, si possono fare dei bagni in acqua un po’ meno calda del solito, in cui viene sciolto il permanganato di potassio. Anche in questo caso, le croste vengono via dopo qualche bagno. Sulla pelle detersa e asciugata delicatamente, da cui eventualmente sono state rimosse le crosticine, si può spalmare un antibiotico in crema, pomata o gel prescritto dal pediatra.

È necessario l’antibiotico?

Se l’impetigine è diffusa su zone ampie o non guarisce con la cura locale, si ricorre ad una cura per bocca, che deve sempre essere valutata e prescritta dal pediatra: il fai da te è sempre sconsigliato. Questo capita soprattutto quando l’infezione provoca febbre e gonfiore dei linfonodi prossimi alle parti colpite.

Si usano di solito antibiotici ad ampio spettro come eritromicina, claritromicina, iosamicina, oppure penicilline semisintetiche come l’amoxicillina associata all’acido clavulanico.

Impetigine bollosa, cosa fare

Oltre agli antibiotici locali e a quelli da assumere per bocca eventualmente prescritti dal pediatra, in caso di impetigine bollosa bisogna seguire una accurata e delicatissima igiene ed evitare la diffusione del contagio, ad esempio non condividendo abiti e asciugamani.

Ci sono poi alcuni accorgimenti utili da seguire. Il bimbo colpito da impetigine sente prurito e prova un forte impulso a grattarsi, ma questo gesto può creare nuove lesioni nella zona colpita, oltre a diffondere l’infezione ad altre parti del corpo.

Per questo bisogna cercare di lenire il prurito e usare degli accorgimenti per impedire al piccolo di grattarsi, ad esempio:

  • fargli indossare solo indumenti di cotone a contatto con la pelle
  • proteggere le zone malate con cerotti o fasciature
  • tenergli sempre corte le unghie perché non possa grattarsi o graffiarsi
  • dopo il bagno con il disinfettante, asciugare tamponando delicatamente, senza sfregare.

Come prevenire l’impetigine

L’impetigine è una malattia molto contagiosa, ma alcune situazioni particolari ne favoriscono l’attecchimento; per questo conviene tenerle d’occhio e usare qualche precauzione se si manifestano:

  • curare molto l’igiene delle mani se il bimbo frequenta una comunità, come ad esempio l’asilo o il nido, per evitare la trasmissione del contagio; inoltre il piccolo deve imparare a non mettere le mani in bocca e a non procurarsi piccole lesioni ad esempio strappandosi le pellicine secche delle labbra
  • tenere il naso del bimbo sempre pulito e libero dal muco, soprattutto se c’è rinite ricorrente, cioè se il piccolo durante la stagione fredda è continuamente raffreddato. La continua presenza di muco potrebbe essere infatti un serbatoio di Stafilococco aureo. Eventualmente si può ricorrere allo specialista otorinolaringoiatra per stabilire se c’è un focolaio d’infezione di questo batterio
  • lenire e disinfettare immediatamente le punture d’insetto, specie d’estate, per evitare che il bimbo si danneggi la pelle grattandosi e che sulla lesione si instauri un’infezione da Streptococco betaemolitico di gruppo A. Per questo è bene usare creme che uniscano antibiotico e cortisone, che combattono contemporaneamente i batteri e l’infiammazione locale; è meglio evitare invece, le creme antistaminiche, che con l’esposizione al sole possono dare effetti allergizzanti.

È inoltre necessario tenere rigorosamente divisa la biancheria da bagno del bimbo affetto da impetigine da quella degli altri membri della famiglia per non contagiarli.

Il contagio va evitato anche nei confronti degli altri bimbi, compagni di nido o di asilo; per questo il piccolo va rimandato in comunità solo quando è guarito.

Impetigine e periodo estivo

L’impetigine è frequente nei periodi estivi, in cui il clima caldo umido favorisce la proliferazione dei batteri. Questi ultimi, ad esempio, si possono trovare nella sabbia o in acqua e trovare terreno adatto per riprodursi nei costumini bagnati.

In spiaggia, inoltre, i bambini stanno spesso insieme e si scambiano gli asciugamani, favorendo il contagio. In estate si possono quindi adottare alcune precauzioni aggiuntive:

  • indossare sempre il costume quando si gioca con la sabbia
  • cambiare subito il costume bagnato
  • tenere le unghie dei bambini corte
  • proteggere la pelle con creme solari
  • a fine giornata sciacquare la pelle con acqua dolce e applicare una crema idratante
  • evitare il sole diretto nelle ore più calde della giornata
  • usare repellenti per le zanzare, controllando che non abbiano un effetto foto sensibilizzante.
 
 
 

In breve

L’impetigine è una malattia di origine batterica che si cura con applicazioni di pomate antibiotiche e a volte con antibiotici per bocca.

 

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