Inserimento al nido: consigli utili per i genitori

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 25/08/2025 Aggiornato il 25/08/2025

Insegnare ai bambini la nuova routine di orari, avere un atteggiamento positivo, rispettare i tempi: piccole strategie per rendere questo passaggio il più sereno possibile.

Inserimento al nido: consigli utili per i genitori

L’inserimento all’asilo nido dei bambini è una fase molto importante per la loro crescita e i genitori hanno il compito di accogliere e dare un nome alle piccole grandi fatiche, infondendo sicurezza ed entusiasmo ai loro bambini.

Per affrontare e vincere insieme ogni timore, è indispensabile creare un ambiente aperto e comprensivo, disponibile all’ascolto. Le carte da giocare sono alla portata di tutti: dal tempo “buono” da passare insieme al ritorno da scuola e alla capacità di riconoscere emozioni difficili, come la paura e la rabbia, per poi fare leva sugli aspetti positivi del rientro. Ricordandosi che spesso si sottovalutano le potenzialità dei più piccoli, che invece possono sorprendere.

Armarsi di pazienza e non avere fretta sono i primi suggerimenti. Sono momenti delicati di passaggio, che i bambini superano di solito nel giro di poche settimane. Spaventarsi e andare in crisi è inutile: si tratta di una fase transitoria.  In ogni caso, un buon inserimento comincia prima di entrare in classe.

Come rendere familiare questa nuova abitudine

La fase di avvicinamento al nido passa per alcuni momenti importanti. Proprio per questo motivo è necessario portare il bambino a vedere il nido, dirgli che lì potrà giocare con altri bambini, ripetere i nomi delle educatrici e magari passare più spesso proprio davanti alla scuola renderà l’ambiente più familiare.

Arrivati in classe, è fondamentale trasmettere al bambino un senso di tranquillità e di piacere di stare al nido, le parole servono poco, meglio utilizzare un linguaggio non verbale: sorridere, togliere la giacca e posare la borsa. Poi, gradualmente, rispettando i tempi del bambino e seguendo i suggerimenti delle educatrici, lo si può incoraggiare a scoprire l’ambiente da solo.

Tips utili  da seguire

  1. Fare squadra con le educatrici. Se i genitori sono convinti e hanno fiducia nelle educatrici e nella struttura, si crea un’alleanza positiva che non passa inosservata al piccolo, che si sentirà al sicuro
  2. Creare il rito mattutino di andare al nido: è un escamotage che crea sicurezza. Se proprio il bimbo non vuole salire in macchina, si può provare a lasciare in auto una piccola sorpresa
  3. Durante l’inserimento non sostituirsi all’educatrice e non sostituirsi al bambino, rispondendo per lui, se la maestra gli offre un biscotto o della frutta
  4. Prima di allontanarsi, è bene salutarlo in modo affettuoso, non troppo sbrigativo, ma nemmeno con le lacrime agli occhi

Quanto dura l’inserimento all’asilo nido

Non si può prevedere una durata per l’inserimento del bambino al nido, ogni bambino è un mondo a sé. Dipende da molti fattori, ovvero: l’età del bambino, il suo temperamento, l’atteggiamento dei genitori, il buon funzionamento del rapporto tra nido e famiglia.

L’inserimento prevede delle tappe, che ogni bambino raggiunge in tempi diversi: avere fretta, passando da una fase all’altra prima che il bambino sia pronto, può rendere tutto più difficile. Proprio per i tempi, che a volte possono essere lunghi, è possibile che i genitori per motivi di lavoro, siano costretti a delegare l’inserimento ai nonni o alla baby sitter.

In  ogni caso è fondamentale che si tratti di una persona che conosce bene il piccolo e che il bambino riconosca come figura di riferimento.

Cosa fare se il bimbo piange 

Anche chi ha già frequentato il nido, al rientro dovrebbe fare un nuovo inserimento, sebbene nel frattempo il bambino sia cresciuto e abbia acquisito maggiori competenze: per esempio, riesce a farsi capire, cammina e mangia da solo. Ciò indubbiamente rappresenta un vantaggio che gli farà affrontare le difficoltà con un atteggiamento più sicuro e quindi anche suscitare meno apprensione da parte dei genitori.

L’ansia da rientro può, però, manifestarsi in molti modi, il più evidente è il pianto disperato al mattino, in particolare nel momento di vestirsi e di uscire. Può anche capitare che il piccolo al nido abbia un comportamento tranquillo, ma poi, rientrando a casa, si lasci andare a crisi di pianto e di rabbia. Come se al mattino si rassegnasse all’idea di andare all’asilo, attendendo di “vendicarsi” al ritorno con la mamma.

Come comportarsi

  • Almeno due settimane prima del rientro, sintonizzarsi sui nuovi orari per i pasti e per il sonno
  • Ricordare al bambino gli episodi concreti, che testimoniano quanto gli piaceva andare all’asilo e quante attività e giochi divertenti faceva insieme agli altri bimbi, magari elencando i nomi dei compagni più cari
  • Programmare il reinserimento al nido in maniera graduale: con orario ridotto, da allungare in modo progressivo e senza fretta.

Come organizzarsi per un buon inizio

Organizzare insieme una nuova routine serve a dare stabilità e consapevolezza al bambino, ecco perchè sarebbe utile seguire alcuni consigli:

  • per ridurre al minimo le fonti di ansia, è importante che il bambino sia informato sull’organizzazione familiare, in modo che sappia chi lo accompagnerà all’asilo e chi lo andrà a prendere. Ai bambini piace avere idea di quanto accade intorno a loro
  • può essere utile scegliere insieme i vestiti può rappresentare un buon inizio, per evitare i capricci al mattino e far percepire al bambino la sensazione di avere almeno una parte delle proprie scelte sotto controllo
  • programmare la sveglia, considerando il tempo necessario per fare la prima colazione con calma. Significa iniziare bene la giornata, condividendo del tempo di qualità in famiglia, prima della separazione
  • se è possibile, almeno per i primi giorni, non delegare nonni o baby-sitter, ma accompagnarlo a scuola di persona. È un modo per condividere un momento speciale, atteso e preparato insieme.
 
 
 

In breve

L’inserimento al nido dei bambini è un passaggio molto importante per la loro autonomia e crescita, per questo motivo c’è bisogno di tutto il sostegno emotivo della famiglia. Atteggiamenti positivi, incoraggiamento e sintonia con gli educatori sono fondamentali per una buona riuscita dell’inserimento che comunque non ha una durata precisa ma dipende da come vive il cambiamento il bambino.

 

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