Intossicazioni: i più colpiti sono i bambini

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 02/10/2019 Aggiornato il 03/10/2019

I prodotti più a rischio? Nel 45% dei casi la causa è l’ingestione di farmaci. Segue l’ingestione o il contatto con i prodotti per le pulizie (26%), i pesticidi (7%), certi alimenti (4,7%) e le piante (2,3%)

Intossicazioni: i più colpiti sono i bambini

Secondo i numeri forniti dai pediatri, nel 2018 in Italia si sono registrati ben 60.000 casi di intossicazioni acute: di queste, circa 19.000, pari a un caso su 3, hanno riguardato bambini e adolescenti. Non deve stupire. Stando ai dati ufficiali, infatti, nel nostro Paese, le intossicazioni acute in età pediatrica costituiscono il 3% dei ricoveri ospedalieri e il 7% dei ricoveri d’urgenza. 

I bambini rischiano di più

Sono curiosi, non conoscono il senso del pericolo e adorano esplorare il mondo che li circonda: un mix esplosivo che rende i bambini protagonisti di episodi buffi, divertenti e inimmaginabili, ma talvolta anche pericolosi. I più comuni? Le intossicazioni: gli esperti della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (Simeup) Sezione Umbria hanno ricordato che l’età infantile è quella più vulnerabile da questo punto di vista. Ecco perché i genitori non devono mai abbassare la guardia.

Fondamentale giocare d’anticipo

Nell’88% dei casi le intossicazioni acute dei bambini avvengono all’interno dell’ambiente domestico, spesso quando i genitori prestano una sorveglianza minore ai figli perché sono impegnanti in qualcosa d’altro. Ecco perché è fondamentale adottare alcune precauzioni. Quali? Innanzitutto, è bene riporre farmaci e prodotti pericolosi, come detersivi e detergenti per le pulizie, in luoghi non facilmente accessibili ai più piccoli, per esempio in ripiani alti o in armadietti chiusi a chiave. Sì, anche a eliminare eventuali piante pericolose e/o che possono attirare i bambini, tipo quelle con bacche e frutti colorati che i bambini possono scambiare per caramelle. Per quanto riguarda i cibi, fare attenzione alla corretta conservazione.

Che cosa fare nell’emergenza

I principali sintomi che possono far sospettare un’ intossicazione sono nausea, vomito, tachicardia, cefalea. Nei casi più gravi si arriva alla perdita di coscienza e alle convulsioni(). I disturbi possono manifestarsi immediatamente dopo l’ingestione/inalazione oppure nell’arco delle successive 12-48 ore. Che cosa fare in questi casi? “Davanti a un sospetto di avvelenamento è indispensabile individuare la tipologia della sostanza tossica e consultare immediatamente il pediatra o recarsi al Pronto soccorso. È fondamentale portare con sé il contenitore della sostanza, accertarsi della quantità ingerita e del tempo trascorso dall’assunzione” risponde Susanna Esposito, coordinatore scientifico del congresso Simeup Umbria e ordinario di Pediatria all’Università di Perugia.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Tenere sempre in casa del carbone attivo, utile per il primo soccorso di tutte le intossicazioni acute, tranne che per quelle dovute ai caustici e alle sostanze acide.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti