Ittero neonatale: cause, sintomi e quanto dura

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 12/04/2024 Aggiornato il 12/04/2024

L’ittero neonatale è una condizione della pelle che riguarda molti bimbi dopo il parto. In alcuni casi si tratta di un fenomeno naturale, altre volte è opportuno intervenire. Vediamo perché compare e quando è necessario ricorrere alla fototerapia.

Ittero neonatale: cause, sintomi e quanto dura

L’ittero neonatale è una colorazione giallastra che assumono la pelle e il bianco degli occhi di molti neonati nei primi giorni di vita. La causa è la massiccia e improvvisa degradazione della bilirubina dopo la nascita. Solitamente non è una condizione seria e quasi sempre si risolve spontaneamente nel giro di qualche giorno. Può essere utile, se lo stabilisce il pediatra dell’ospedale, sottoporre il bimbo a qualche seduta di fototerapia. In rari casi l’ittero neonatale rappresenta una condizione seria, che oggi si può comunque controllare.

I sintomi dell’ittero neonatale

Il sintomo principale dell’ittero neonatale è la sfumatura giallastra della pelle del piccolo, che dà quasi l’impressione che il bimbo sia “abbronzato”. Questa pigmentazione si localizza inizialmente al viso e alla sclera, ossia al bianco degli occhi. Quindi si diffonde al tronco e, infine, alle braccia e alle gambe. Oltre alla colorazione caratteristica, il bambino non presenta altre manifestazioni. L’ittero neonatale ha una durata variabile, da pochi giorni ad alcune settimane.

Quali sono le cause dell’ittero

L’ittero neonatale compare quando, nel sangue del bebè, si accumula una certa quantità di bilirubina. Questa sostanza viene prodotta dall’emolisi, ossia dalla degradazione, dell’emoglobina, una proteina che si trova nei globuli rossi del sangue e che ha la funzione di trasportare ossigeno a organi e tessuti. L’emoglobina ha un colore rosso scuro, ma dopo la sua degradazione in bilirubina assume una colorazione giallo-verdastra.

Questa sostanza si diffonde attraverso il circolo sanguigno del neonato e, quando la quantità supera i 3 mg per decilitri di sangue, conferisce questa colorazione alla pelle e al bianco dell’occhio.

Le cause di questa massiccia emolisi potrebbero essere legate alle diverse condizioni vitali del bambino, prima e dopo la nascita. Quando il piccolo si trova ancora nell’utero materno, riceve ossigeno solo attraverso il cordone ombelicale: l’organismo produce una elevata quantità di globuli rossi per assicurare un corretto sviluppo fetale. Quando poi il piccolo viene al mondo, inizia a respirare con i polmoni e riesce a procurarsi un adeguato livello di ossigenazione. La presenza di molti globuli rossi diventa quindi inutile e l’organismo li elimina nel fegato, in modo piuttosto massiccio. La bilirubina in circolo, quindi, aumenta in modo repentino. A questo si aggiunge la relativa incapacità, da parte dell’organismo del bambino, di eliminare rapidamente la bilirubina attraverso la bile e le urine.

Perché molti neonati nascono con l’ittero 

Alcune condizioni possono favorire la comparsa di ittero neonatale. Sono più predisposti, per esempio:

  • i bambini che nascono con parto prematuro
  • i figli di donne con problemi di diabete gestazionale
  • i neonati con fratelli che hanno a loro volta avuto problemi di ittero
  • i bimbi nati con parto operativo, per esempio applicazione di ventosa che causa un accumulo (non pericoloso) di sangue sotto la pelle della testolina.

Ittero fisiologico e patologico

Nella maggior parte dei casi, l’ittero neonatale è fisiologico, ossia è una condizione benigna, frequente e non pericolosa per il feto. In altri casi richiede maggiore attenzione. Vediamo quando.

L’ittero fisiologico

Compare in circa il 60% dei bambini nati a termine e nell’80% dei piccoli venuti al mondo prima del tempo. Compare due o tre giorni dopo la nascita, è caratterizzato da quantità moderate di bilirubina nel sangue e si risolve spontaneamente nel giro di 10-15 giorni. Non richiede trattamenti particolari.

L’ittero da latte materno

Questa condizione si verifica in alcuni bambini allattati al seno. Le cause sono ancora oggetto di studio, ma si pensa che sia dovuto alla presenza, nel latte della mamma, di qualche sostanza che ritarda lo smaltimento della bilirubina. Può durare a lungo, anche diverse settimane ed è importante non interrompere l’allattamento, segnalando comunque la situazione al pediatra del bambino.

L’ittero “patologico”

In questo caso, la colorazione giallastra di pelle e sclera può dipendere da situazioni che devono essere tenute sotto controllo. Per esempio, l’ittero neonatale patologico può essere legato a problemi della tiroide come ipotiroidismo congenito, a carenza di alcuni enzimi, a malattie del sangue come la malattia emolitica da Rh. 

Cos’è la malattia emolitica da Rh e come si previene

Una causa di ittero patologico è appunto la malattia emolitica da Rh. Il fattore Rh è una caratteristica dei globuli rossi di circa l’80% delle persone. Coloro che possiedono il fattore Rh sono detti “Rh positivi”, quelli che ne sono privi “Rh negativi”. La malattia emolitica da Rh è legata proprio a questo fattore.

  • Se una donna in gestazione è Rh negativa e il suo bambino è Rh positivo, ci può essere il rischio che compaia la malattia emolitica. L’organismo della madre, i cui globuli rossi non hanno il fattore Rh, possono infatti percepire come estranee e pericolose le cellule del sangue del feto, che invece lo possiedono.
  • Durante la gravidanza e soprattutto durante il parto si possono verificare minimi scambi di sangue tra madre e figlio. In questo caso, il sistema immunitario della donna produce anticorpi specifici che attaccano proprio i globuli rossi del bambino (considerati come nemici). Di conseguenza nel piccolo si manifesta la malattia emolitica da Rh, che consiste in una distruzione dei globuli rossi in grande quantità.
  • Il risultato è la produzione di elevati livelli di bilirubina che, accumulandosi nell’organismo del neonato, può causare seri danni. Fortunatamente il rischio che questa eventualità si verifichi si corre raramente e soltanto a partire dalla seconda gravidanza. Con la prima gestazione, infatti, l’organismo materno non fa in tempo a produrre anticorpi contro il bebè.
  • Dalla seconda gravidanza in poi, per la prevenzione della malattia emolitica da Rh si sottopone la donna a un trattamento a base di immunoglobuline anti-Rh (dette anche anti-D perché si chiamano così gli anticorpi prodotti dalla mamma negativa contro il feto positivo). Queste immunoglobuline anti-Rh vengono somministrate per iniezione intramuscolare intorno alla 28° settimana di gravidanza, che viene eventualmente ripetuta alla 34° o alla 36° settimana. In questo modo si neutralizza l’aggressione contro il nascituro da parte del sistema immunitario materno.

La fototerapia per il trattamento dell’ittero neonatale

La quantità di bilirubina in eccesso presente nel sangue del neonato con ittero viene costantemente monitorata, attraverso prelievi del sangue regolari, che si effettuano con una piccola e indolore puntura del tallone. Se permane a livelli elevati per diversi giorni, superando i 15 mg per decilitro di sangue, è opportuno intervenire per favorire la sua eliminazione. Il sistema più efficace e innocuo è la fototerapia. Consiste nell’esporre il neonato, con indosso solo il pannolino, a una speciale lampada che emette una luce con uno spettro di colore blu. La luce blu agisce sulla bilirubina presente in circolo nel sangue degradandola più rapidamente e accelerandone l’eliminazione.

Come si attua la fototerapia

  • Il piccolo è posizionato nel lettino protetto da un box con vetri schermati e gli occhi vengono coperti da una apposita mascherina per evitare che la luce causi danni alla retina.
  • La luce è assolutamente sicura per la pelle e non richiede l’applicazione di creme solari o altri prodotti schermanti. Inoltre, il bimbo non avverte freddo, anzi è a proprio agio e dorme tranquillamente durante il trattamento.
  • L’esposizione è continuativa e viene interrotta solo per l’allattamento. In questi momenti la mascherina sugli occhi viene tolta per le normali visite di controllo neonatologiche e per permettere l’interazione visiva tra mamma e bebè.
  • Il trattamento ha la durata di alcuni giorni ed è necessario fino a quando i livelli di bilirubina iniziano a calare.

Quanto dura l’ittero e le possibili conseguenze

La durata dell’ittero è molto variabile a seconda delle cause. Può essere visibile per pochi giorni o anche per alcune settimane. Se i livelli di bilirubina sono elevati, il sistema nervoso del bambino può subire dei danni. Il rischio è che compaiano deficit alla vista o all’udito, oppure disturbi motori. Per questa ragione, i medici dell’ospedale in cui è nato il bambino effettuano una misurazione costante dei livelli di bilirubina nel sangue, in modo da intervenire con la fototerapia per tutto il periodo necessario.

In copertina Foto di Tim Bish via Unsplash.com 

 
 
 

In breve

L’ittero neonatale riguarda sei bimbi su dieci nati a termine e otto su dieci pretermine. Si tratta di una colorazione giallastra della pelle e del bianco degli occhi, a causa della elevata presenza, in circolo nel sangue del piccolo, di una sostanza chiamata bilirubina. L’ittero scompare quasi sempre da solo. Se persiste per diversi giorni e se i livelli sono eccessivi, è opportuno sottoporre il piccolo a fototerapia, un trattamento efficace e innocuo.

 

 

 

Fonti / Bibliografia

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