Latte materno: l’appello delle banche del latte, come donarlo e chi ne può usufruire

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 23/05/2024 Aggiornato il 23/05/2024

Non sempre un bambino, in mancanza di latte della propria madre, può assumere quello in formula. Per esigenze nutrizionali particolari può essere nutrito solo con latte umano. Le banche del latte materno servono proprio per questo: come funzionano in tutta Italia.

Latte materno: l’appello delle banche del latte, come donarlo e chi ne può usufruire

Il latte materno è riconosciuto come il miglior nutrimento per un neonato. Eppure non tutti i bambini possono contare sui benefici di questo alimento. Succede quando la donna, per diverse ragioni, non produce latte in quantità sufficiente per soddisfare le esigenze nutrizionali del proprio bebè. È vero che esiste il latte in formula, ma non tutti i piccoli lo possono assumere: alcuni bambini nati prematuri, oppure con seri problemi di allergie o intolleranze, devono necessariamente alimentarsi con latte umano. In questi casi è essenziale poter contare sulle banche del latte materno, che vivono delle donazioni generose di donne che nutrono il neonato al seno e che hanno così tanto latte da poterlo offrire ai bambini bisognosi. Un esempio altruistico, che non costa nulla e che permette di salvare la vita a tanti piccoli. Conosciamo meglio questa importante realtà.

Che cosa sono le banche del latte

Le banche del latte materno sono istituzioni diffuse in tutto il mondo. Secondo la Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato – Aiblud, sono attive più di 750 banche che raccolgono il latte umano donato, situate in 66 paesi e in grado di fornire oltre 1 milione di litri di latte umano a più di 800.000 neonati ogni anno, in ospedali, situazioni di emergenza come terremoti e guerre o a privati, grazie al dono di donne sensibili, motivate e generose. 282 banche del latte materno si trovano in Europa. Con 41 Banche attive sul suo territorio, l’Italia è il primo paese in Europa, seguito dalla Germania con 37 e dalla Francia con 36. Nonostante la cospicua presenza di Banche del Latte Umano Donato, il fabbisogno di latte materno donato per i neonati più vulnerabili non è ancora soddisfatto, perché le banche sono distribuite in modo disomogeneo e non organizzate in rete. Per questo il “Gruppo di Lavoro ad hoc sul latte umano donato”, del Ministero della Salute, ha prodotto un documento, che contiene proposte per valorizzare la donazione, la distribuzione ed ottenere una maggiore disponibilità di questo prezioso alimento nel nostro Paese.

Come donare il latte materno

Possono diventare donatrici di latte materno tutte le donne che allattano al seno il bambino durante il primo anno di vita e che ne producono una quantità superiore al fabbisogno del proprio piccolo. Scegliere di diventare donatrici è un gesto generoso e semplice. Per farlo, è sufficiente contattare per telefono o email una delle banche del latte presenti nel proprio territorio e si riceveranno alcune istruzioni. Ci si presenta al centro di riferimento e si deve compilare un questionario anamnestico in cui si dichiara di essere in buona salute e di seguire uno stile di vita sano. Inoltre la donna deve sottoporsi ad alcuni esami del sangue, tra cui il test per escludere la presenza di Hiv, Epatite B ed Epatite C. Un medico valuta in base a questi dati l’idoneità alla donazione. La donna può iniziare a donare latte dal primo mese (quando l’allattamento è ben avviato) fino al compimento del primo anno di vita del figlio.

Quando la donna non può donare il latte

Non possono donare latte le donne che:

  • fanno uso di droghe o fumano
  • assumono farmaci come antidepressivi o alcuni antibiotici
  • consumano alcolici o molto caffè
  • sono positive ad Hiv, Epatite B o C
  • hanno effettuato di recente tatuaggi o piercing
  • hanno subito di recente una trasfusione di sangue.

Come fare per estrarre il latte da donare

Non esiste una quantità ideale di latte materno da donare: anche una sola goccia è importante per bambini che per vivere e crescere possono essere alimentati solo con latte di donna. Quindi sono ben accette anche piccole quantità, che una donna può donare con due modalità:

  • recandosi personalmente al centro di riferimento, dove si procede all’estrazione e alla conservazione;
  • spremendo il latte presso il proprio domicilio, utilizzando i contenitori appositi forniti dal centro e seguendo alcune semplici, ma essenziali misure di sicurezza igienica.

A casa propria, il latte può essere estratto dal seno con il tiralatte manuale oppure elettrico. Prima di effettuare la spremitura, la donna deve lavare accuratamente le mani e deve assicurarsi che tutti i dispositivi per l’estrazione e la conservazione siano perfettamente igienizzati e integri.
È essenziale che il latte non venga contaminato da germi, perché questo lo renderebbe inutilizzabile. Va conservato negli appositi contenitori ermeticamente chiusi in frigorifero a una temperatura non superiore a 4 gradi. Si possono effettuare aggiunte nel medesimo contenitore, ma senza superare le 24 ore dalla prima raccolta. Se si rende necessario conservare il latte per un tempo più lungo, è opportuno congelarlo.
I contenitori, che recano il nome della donatrice e la data di raccolta, vengono raccolti dal personale del centro. Qui, il latte viene sottoposto a un processo di pastorizzazione, che distrugge eventuali microbi ma ne rispetta le caratteristiche nutrizionali.

Come accedere alle banche del latte e usufruirne

Il latte raccolto dalle banche viene donato ai reparti di neonatologia, alle terapie intensive neonatali, a organizzazioni che forniscono assistenza a popolazioni in guerra o colpite da catastrofi naturali come terremoti o alluvioni. Anche alcune famiglie possono fare richiesta di latte umano, purché dimostrino l’effettiva impossibilità di un neonato ad assumere altro alimento che non sia il latte di donna. È il caso dei bambini con particolari allergie o intolleranze che possono avere seri problemi di salute se assumono latte di formula, che è derivato da quello vaccino. Per averne diritto è necessario essere realmente bisognosi e la motivazione deve essere certificata da una diagnosi effettuata da specialisti.

Perché è importante il latte materno

Il latte materno è il miglior alimento disponibile per tutti i neonati, sia per i piccoli nati a termine sia per i prematuri. È oggetto di studi scientifici, che hanno individuato centinaia di componenti al suo interno e continuano a scoprire di nuove, ma la composizione completa del latte umano oggi non è ancora nota poiché varia durante le varie fasi dell’allattamento.

  • Dal primo al sesto giorno di vita, la ghiandola mammaria produce il colostro, la prima forma di latte materno ricco di proteine, zuccheri, minerali e anticorpi (come le immunoglobuline). Il colostro è altamente digeribile, perfetto per l’apparato digerente del bambino appena nato ed è in grado di stimolare attivamente le difese naturali dell’organismo
  • Dal sesto al quindicesimo giorno, la donna produce il “latte di transizione”, dove aumenta la concentrazione di grassi e lattosio per consentire un maggior apporto calorico per rispondere al maggior fabbisogno energetico del bambino
  • Dal quindicesimo giorno di allattamento in poi, verrà prodotto il “latte maturo”, caratterizzato da un’elevata concentrazione di zuccheri e grassi e dalla presenza di molti anticorpi, oltre che da probiotici e da proteine perfettamente digeribili 
  • Il latte di donna è insomma soggetto a continui cambiamenti nella composizione che lo rendono adatto alle varie fasi di vita del bambino.

 

 

Immagine di ManuelPacheco per pixabay.com 

 

In breve

Le banche del latte materno sono presenti su tutto il territorio nazionale. Garantiscono la raccolta e la distribuzione di latte umano ai neonati che possono assumere solo questo alimento per sopravvivere e crescere. Il latte materno è prezioso e ogni donazione è un gesto di generosità

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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