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Il graffio del gatto – ma anche il suo morso – può trasmettere un’infezione, detta appunto “malattia da graffio di gatto” o Csd (dall’inglese “Cat scratch disease”), che colpisce soprattutto i bambini, in quanto tendono più spesso a giocare con gli animali esponendosi maggiormente al rischio.
La malattia da graffio di gatto è un’infezione batterica
A lungo gli agenti responsabili della malattia da graffio di gatto sono rimasti sconosciuti e soltanto negli anni Novanta è stato identificato il batterio all’origine di circa il 95 per cento dei casi di Csd, la Bartonella henselae. Questo microrganismo raggiunge il gatto per lo più attraverso le pulci e può permanere attivo nel sangue del felino anche per due anni, senza associarsi ad alcun sintomo eccetto qualche raro caso di lieve innalzamento della temperatura corporea e ingrossamento dei linfonodi. Dal sangue del gatto il batterio viene poi veicolato alle ghiandole salivari e, da esse, alle unghie, tramite il leccamento che l’animale svolge nel corso delle abituali operazioni di pulizia. In seguito a un graffio, o più raramente a un morso, che procuri una lesione sulla cute l’agente responsabile dell’infezione può essere perciò trasmesso dal micio all’uomo o al bambino.
La malattia da graffio di gatto si manifesta così
Chi ha subito il contagio evidenzia questa sequenza di sintomi:
- a 3-10 giorni dal graffio o dal morso: arrossamento in corrispondenza della ferita dove si forma una bolla (o papula);
- dopo circa 2 settimane: ingrossamento dei linfonodi collocati in prossimità della ferita (di solito quelli dell’ascella se è stata ferita la mano o il braccio e quelli dell’inguine se è stato leso il piede o la gamba) che può durare settimane o mesi. Essi risultano dolenti alla palpazione.
Spesso queste manifestazioni si associano a:– febbre
– malessere generale
– mal di testa
– debolezza.
In caso di contatto tra la ferita e la congiuntiva (cioè il rivestimento interno della palpebra), l’infezione può evidenziarsi anche sotto forma di congiuntivite accompagnata da ingrossamento dei linfonodi posti innanzi all’orecchio.
Come si cura la malattia da graffio di gatto
Quasi sempre, nel giro di qualche settimana l’ingrossamento dei linfonodi scompare e la malattia si risolve in modo spontaneo. In ogni caso un trattamento a base di antibiotici è in grado di garantire la piena guarigione del bambino. La difficoltà sta semmai nel riconoscere l’infezione, in quanto i genitori di solito si accorgono del disturbo e lo segnalano al pediatra solo quando i linfonodi si sono ingrossati: in questa fase la bolla arrossata in corrispondenza del graffio è già scomparsa e ciò rende più difficile associare il sintomo alla sua causa reale.
In sintesi
Come si previene la malattia da graffio di gatto
Alcuni semplici accorgimenti possono essere molto utili per ridurre il rischio di infettarsi soprattutto nel caso in famiglia sia presente un gatto oppure il bambino abbia frequenti occasioni di entrare a contatto con dei felini (se vive in campagna, per esempio):
- visto che le pulci sono il principale tramite della malattia tra i gatti, un’adeguata profilassi antiparassitaria rappresenta un efficace sistema per prevenire la diffusione della Csd. Grazie alla consulenza di un veterinario, si potrà facilmente identificare il prodotto più adatto da somministrare al gatto;
- se al bambino capita di essere graffiato o morso da un gatto, la lesione va immediatamente disinfettata;
- se il piccolo ha una ferita aperta evitare di esporla a contatto del gatto.
Fonti / Bibliografia
- Malattia da graffio di gatto - Ospedale Pediatrico Bambino GesùViene trasmessa da gatti, portatori di un batterio, a seguito di graffi. Al bambino va insegnato a lavarsi le mani dopo aver toccato gatti randagi