Meningite fulminante nei bambini: sintomi e prevenzione

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 09/03/2023 Aggiornato il 10/03/2023

La meningite fulminante è un'infezione violenta e improvvisa che può avere conseguenze gravi sui soggetti che la contraggono. Vediamo insieme quali sono i sintomi da non sottovalutare nei bambini e neonati e se è possibile usare delle precauzioni per prevenire l'infezione.

Meningite fulminante nei bambini: sintomi e prevenzione

La meningite fulminante può colpire un soggetto sano all’improvviso e avere dei danni irreparabili o causare la sua stessa morte. La maggior parte dei genitori si domanda se la meningite fulminante nei bambini e negli adolescenti abbia sintomi premonitori e come sia possibile prevenirla. Scopriamolo insieme, con l’aiuto dell’esperto.

Che cosa è la meningite fulminante e quali sono le conseguenze se si contrae

La meningite è un’infezione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. Può colpire a qualsiasi età, causando una grave infezione che può portare a disabilità e talvolta al decesso. Sono però più a rischio i neonati e i bambini molto piccoli, di età inferiore a un anno.

La malattia è insidiosa perché i sintomi della meningite fulminante nei bambini e negli adolescenti sono simili a quelli delle forme meno serie.  A volte compare

Il nostro sistema nervoso centrale è protetto dalle infezioni da tre membrane (pia madre, dura madre e aracnoide). Se un’agente patogeno lo minaccia, la meninge più esterna o anche detta dura madre, diventa più permeabile e ciò comporta l’afflusso maggiore di globuli bianchi che notoriamente sono in difesa dell’organismo per attacchi provenienti da virus, batteri o miceti esterni. Nonostante ciò, le membrane si infiammano come conseguenza alla reazione immunitaria del sistema nervoso centrale. Si crea quindi un edema cerebrale, ossia gonfiore dei tessuti del cervello: un accumulo di liquidi e un aumento della pressione all’interno del cranio con poca ossigenazione dei tessuti e conseguente rischio di danni cerebrali. L’edema  è la più comune causa di decesso nelle forme di meningite fulminante.

Per cause ancora non ben chiare, il decorso è rapidissimo e in qualche caso il batterio crea un’infezione generalizzata in tutto l’organismo, chiamata sepsi, che non si riesce a curare nemmeno con gli antibiotici. Questa forma di infezione si manifesta con improvviso innalzamento della temperatura corporea (febbre alta) accompagnata da emorragie cutanee (petecchie) sparse, estremità fredde e violacee accompagnate da ipotensione, respirazione difficoltosa e rapida perdita di coscienza.

La meningite fulminante nei bambini e adulti può anche provocare il decesso in breve tempo della persona colpita oppure avere delle conseguenze gravi e invalidanti sul soggetto stesso, soprattutto se l’infezione non è stata diagnosticata tempestivamente e curata con il trattamento adeguato alla sua gravità. 

Tra le conseguenze più gravi dovute all’infezione per meningite fulminante ci sono:

  • paralisi motorie
  • ritardo mentale o difficoltà intellettive
  • danni ai reni 
  • danni cerebrali
  • sordità
  • epilessia
  • cecità o menomazione parziale della vista
  • amputazione degli arti o comparsa di cicatrici evidenti dovute all’infezione

 

Meningite fulminante nei bambini, quali sono le cause

La meningite fulminante può colpire tutti ma sono soprattutto i soggetti più deboli, come anziani o immunodepressi, ad esser colpiti. Bambini piccoli e adolescenti sono sicuramente la categoria più esposta a contrarre l’infezione a causa di vari tipo di meningococco in circolazione.

A causare la diffusione della meningite in genere sono germi di vario tipo, come virus, batteri e, in casi rarissimi, funghi. I virus danno origine a forme acute più benigne, spesso senza complicanze, che si risolvono di solito in una o due settimane.

I batteri, invece, sono responsabili delle forme più gravi della meningite. I batteri che le provocano sono Listeria monocytogenes, Haemophilus Influentiae di tipo B , pneumococco, streptococco beta emolitico di gruppo B e meningococco.

“Il batterio più pericoloso è proprio il meningococco o Neisseria meningitidis, di cui esistono vari ceppi diffusi nel mondo (A, B, C, W135 e Y), che causano la meningite a seguito di una infezione contratta da un contatto diretto con un soggetto ‘portatore’, incontrato nelle scuole e nelle comunità” spiega il dottor Guido Castelli Gattinara, pediatra e infettivologo dell’Istituto per la Salute del Bambino Gesù di Roma. “Nel nostro paese i tipi più frequenti sono il meningococco B e quello C. Nei bambini piccolissimi, sotto il mese di età, i responsabili più frequenti di meningite sono invece i batteri Streptococco di gruppo B, Escherichia coli e Listeria”.

Sintomi meningite fulminante

Nella fase iniziale, i sintomi della meningite batterica possono essere confusi con quelli di una comune influenza, perché si limitano a febbre, malessere, stanchezza. Qualche ora dopo insorgono altri segnali caratteristici come:

  • febbre alta
  • sonnolenza
  • fastidio alla luce
  • irrigidimento del collo
  • mal di testa intenso
  • vomito o nausea
  • senso di confusione
  • convulsioni

Nei bimbi molto piccoli i sintomi della meningite sono più sfumati: “In genere compaiono pianto flebile e continuo, irritabilità, sonnolenza, scarso appetito. La fontanella, ossia la zona non ancora ossificata al centro del capo, sembra più gonfia e pulsante, le ossa della fronte sono più evidenti” aggiunge l’esperto. In circa il dieci per cento delle forme di meningite da meningococco ( ma anche in quelle da altri batteri… di cui abbiamo parlato), la malattia si manifesta in modo rapido e acuto, con un decorso che viene definito “meningite fulminante” e che può causare un gravissimo peggioramento e il decesso nel giro di poche ore.

È quindi bene non trascurare i possibili sintomi di meningite fulminante nei bambini, contattando subito il pediatra e portando il piccolo al Pronto Soccorso. È importante non sottovalutare il problema e intervenire tempestivamente, perché la meningite trascurata può spesso causare danni neurologici come abbassamento dell’udito o della vista, difficoltà nella parola, problemi nell’apprendimento, nei movimenti e nel comportamento.

 

Meningite fulminante: come si contrae?

La trasmissione della malattia batterica avviene attraverso la saliva e le goccioline emesse con tosse, starnuti o semplicemente parole da una persona che ospita il germe nella gola ma non ha sviluppato l’infezione: il cosiddetto ‘portatore sano’.

Il contagio avviene con un contatto molto ravvicinato, come quello che si può verificare tra persone della stessa famiglia o di piccole comunità, oppure attraverso baci, condivisione delle posate, scambio di bicchieri, sigarette o vicinanza stretta, oltre che con il mancato rispetto delle comuni norme igieniche.

Quando una persona si ammala, si effettua subito il trattamento antibiotico di profilassi per tutti coloro che le sono stati vicini e attraverso l’isolamento si evita di far entrare il malato in contatto con altri individui. Il periodo di incubazione è in media 3-4 giorni con un minimo di un giorno e un massimo di 10. (Quando e per quanto la persona infettata diventa contagiosa) Il meningococco non sopravvive a lungo nell’ambiente esterno, su indumenti e altri oggetti, quindi per eliminarlo sono sufficienti una normale pulizia e l’aerazione del locale.

Si può prevenire la meningite fulminante?

Attualmente l’unica arma per prevenire la meningite fulminante nei bambini e negli adolescenti è il vaccino.
Se la meningite è causata dal meningococco, nel nostro paese sono disponibili tre tipi di vaccino:
contro il meningococco di tipo C
• contro il meningococco di tipo B
• contro il meningococco di tipo A, C, W135, Y (vaccino tetravalente)

È però possibile proteggere i piccoli anche da altri germi che causano meningite, sempre con le vaccinazioni. Contro l’Haemophilus Influentiae di tipo B il vaccino è compreso nel vaccino esavalente la cui prima dose viene somministrata nel terzo mese di vita.
Per lo Pneumococco è disponibile un vaccino che protegge da 13 differenti ceppi di Pneumococco e si somministra nei primi mesi. Tutti questi vaccini forniscono una potente protezione contro queste malattie e sono infatti fortemente raccomandati fin dal primo anno di vita.

Esistono altri modi per evitare la meningite?

Il vaccino è l’unica arma che protegge davvero contro la meningite. Il trattamento con gli antibiotici è utile solo se c’è stato un contatto ravvicinato con la persona malata, quindi un possibile contagio, ma non ha alcun senso somministrarlo al resto della popolazione. È bene ricordare che sono più esposti alla meningite i bambini piccoli e gli adolescenti, tuttavia a volte sono colpiti anche adulti a anziani. Inoltre si deve sapere che il vaccino antimeningococcico non fornisce una immunità permanente, ma protegge per circa 10 anni. Si suggerisce quindi, dopo otto anni dalla prima dose, di sottoporsi a un eventuale richiamo, per esempio in adolescenza se si è stati vaccinati nel primo anno di vita o in occasione di viaggi all’estero nel caso si visitino Paesi con forte endemia.

Ci sono comunque alcune precauzioni utili da adottare contro la meningite fulminante. Si può abbassare quindi il rischio di contrarre questa infezione attivando misure di igiene e protezione individuali più puntuali. I batteri che causano questa infezione vengono annientati se si utilizzano dei disinfettanti o se ci sono variazioni di temperatura. Basta quindi porre maggiormente attenzione alle più basilari regole anti contagio, come ad esempio:

  • lavare accuratamente le mani frequentemente e dopo aver starnutito o tossito
  • non usare oggetti di altre persone (posate, giocattoli, bicchieri, etc)
  • pulire spesso le superfici più possibilmente contaminabili (maniglie, tastiere, telefoni, tavoli, etc)
  • evitare luoghi chiusi e pieni di gente
  • arieggiare spesso gli ambienti in cui si sosta per tanto tempo (ufficio, scuole e altri ambienti chiusi)
  • limitare al massimo i contatti ravvicinati con le persone

 

Come si fa la diagnosi di meningite?

La diagnosi da meningite si effettua successivamente al ricovero della persona colpita. È necessario effettuare la diagnosi attraverso esami del sangue e tramite puntura lombare, per prelevare una piccola dose di liquido cerebro-spinale (detto liquor) che viene analizzato in laboratorio.

Questi esami aiutano a chiarire se si tratta di un caso di sospetta meningite e, qualora fosse confermata, qual è il batterio responsabile. Si inizia allora una cura con antibiotici adatti, che devono essere somministrati anche a tutti coloro che sono entrati a stretto contatto con il malato per evitare che un possibile contagio si sviluppi in malattia.

Quanto prima si effettua la diagnosi e si inizia il trattamento, tanto più si abbassa il rischio di esiti gravi o addirittura il decesso del soggetto colpito.

Quali sintomi non devono sottovalutare i genitori?

I sintomi della meningite fulminante nei bambini possono essere inizialmente confusi con quelli di una qualsiasi influenza, motivo per cui bisogna comunque prestare attenzione ad alcuni segnali importanti che possano fungere da campanello d’allarme della malattia.
Una febbre che resta alta nonostante l’antipiretico, accompagnata da vomito, sonnolenza o agitazione eccessiva, confusione nel parlare, difficoltà a camminare sono tutti sintomi che devono indurre a rivolgersi al medico.

Anche il mal di testa e la rigidità della nuca (incapacità di piegare la testa sul tronco) e degli arti, che provoca dolore ai movimenti, non vanno sottovalutati. Si può anche fare il test della camminata, se il bambino ha già imparato a camminare: se non riesce a stare in piedi in corso di febbre alta, può trattarsi di un segnale di meningite. Nei più grandi, sono tipici anche un forte mal di testa e l’incapacità o il dolore nel muovere il collo.

 

 

 
 
 

In breve

Come si riconosce la meningite fulminante nei bambini?

La meningite fulminante si manifesta in modo improvviso negli adulti ma in particolare in bambini e neonati. Bisogna prestare molta attenzione ai sintomi iniziali della malattia e a monitorare l’andamento degli stessi ed eventualmente effettuare una visita dal pediatra o al pronto soccorso, se la malattia si aggrava.

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