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Tutti gli esseri umani nascono con un’attitudine alla musica e quindi con un potenziale di apprendimento e di comprensione di questo linguaggio così particolare. L’educazione musicale è così possibile fin dai primi mesi. È questo il punto di partenza della Music Learning Theory, una teoria fondata da Edwin Gordon secondo la quale i primi tre anni di vita del bambino sono i più importanti per lo sviluppo della sua attitudine musicale e costituiscono una finestra di apprendimento irripetibile per l’educazione musicale.
Il ruolo dei genitori
Oltre ai corsi specifici organizzati dall’Aigam, l’Associazione italiana gordon per l’apprendimento musicale, che propone Musicainfasce, corsi di musica per bambini a partire da 0 mesi, i genitori stessi possono fare molto per sviluppare questa educazione musicale nei propri bimbi. Ecco qualche dritta da parte di Federica Braga, insegnante associata Aigam e responsabile dei corsi a Milano.
Che cosa possono fare i genitori?
Innanzitutto frequentare un corso gestito da docenti dell’Aigam, perché così si possono avere consigli precisi su come comunicare musicalmente. Un genitore può cantare per il proprio bimbo, ma un esperto può aiutare a farlo in modo corretto.
Può fare degli esempi?
Quando cantiamo per i bambini, per esempio, prima di tutto togliamo le parole: in questo modo avremo la certezza che i piccoli staranno attenti alla musica piuttosto che a fantasiose filastrocche inutili dal punto di vista dell’apprendimento musicale. Potremmo per esempio togliere le parole dalle canzoni che ci piacciono di più, meglio se sconosciute ai bambini dato che spesso il repertorio di musica per l’infanzia è sintatticamente molto banale. Oppure inventare canzoni nuove facendo sì che non siano troppo lunghe o ripetitive, ma piuttosto complesse e ripetute più volte lasciando tra una ripetizione e l’altra momenti di silenzio.
Va bene accompagnare il canto con un movimento ritmico?
No, sarebbe meglio cercare di cantare senza muoversi ritmicamente come invece siamo sempre indotti a fare: il movimento a flusso continuo, non ritmico, aiuta i bambini a non perdere una qualità motoria che hanno naturalmente e che consente al cervello di comprendere il concetto di tempo.
E l’ascolto di cd musicali?
Ascoltare musica riprodotta dai cd può essere un momento importante nell’acculturamento musicale di un bambino. Solo però a certe condizioni. Lasciare la radio o la televisione accesa per lunghi momenti non consente un buon ascolto perché questo stimolo continuato diventa presto un rumore di sottofondo a cui il bambino presto si assuefà.
Come vanno ascoltati allora?
Sarebbe utile scegliere musica di qualità, che spazi negli stili più disparati, dal jazz alla musica antica, da Mozart a Stravinskij a musica anche più commerciale ma che susciti il nostro entusiasmo e poi quello dei bambini. Potremmo ascoltarla insieme, cantarla e giocare accompagnati dai suoni. Potremmo così fare della musica un momento davvero arricchente per la vita dei nostri bambini e di noi stessi.
In breve
LA MUSICA AIUTA LO SVILUPPO DEL BAMBINO
È provato da diversi studi che abituare i bambini alla musica fin da piccoli ha molti effetti positivi. Una ricerca canadese ha addirittura dimostrato che favorisce lo sviluppo del cervello.