Oggetto transizionale: di cosa si tratta e a cosa serve

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 29/09/2025 Aggiornato il 29/09/2025

Orsetti, copertine o bambole possono essere quei piccoli compagni che il bimbo vuole sempre con sé per affrontare il distacco dalla mamma, ma anche per superare momenti di stress o difficoltà.

Oggetto transizionale

Un oggetto transizionale è qualsiasi oggetto – una copertina, un pelouche o un indumento, ad esempio – che permette al bambino di trarre contenimento e affetto nei momenti di solitudine, di separazione o di stress, aiutandolo così a staccarsi progressivamente dalla sua figura di riferimento.

Per un bimbo la relazione con quell’oggetto è forte e reale: vi riversa spesso emozioni, desideri e bisogni, ma anche aggressività e frustrazioni. Non è raro quindi che il piccolo lo coccoli, ma anche che lo colpisca o lo morda, con la sicurezza di non esserne comunque tradito o abbandonato.

Per un bambino, quindi, è molto importante averlo sempre a disposizione, anche in viaggio o in vacanza, e non dovrebbe essere cambiato o tolto improvvisamente (anche temporaneamente come punizione) prima che il bambino sia pronto a lasciarlo, ma non deve nemmeno essere utilizzato come premio.

Il legame con un oggetto transizionale comincia spesso nei primi mesi di vita e si prolunga per qualche anno; a partire dai tre anni di età in genere il bimbo comincia a perdere interesse per il suo “amico”, abbandonandolo del tutto quasi sempre con l’ingresso alla scuola primaria.

La teoria di Winnicott

Il concetto di oggetto transizionale è stato studiato a fondo dal pediatra e psicoanalista D. W. Winnicott, che nel corso della sua carriera si è concentrato sulla relazione tra mamma e bambino nei primi anni di vita.

Spesso l’oggetto transizionale è un pelouche, una bambola o una copertina che il bimbo tiene sempre con sé come sostituto della figura materna, per poter trovare conforto e sicurezza nei momenti di separazione, ad esempio quando è ora di andare a nanna. Secondo Winnicott, questo si verifica quando il piccolo inizia a differenziare tra il sé e il non-sé; questo oggetto diventa dunque un tramite tra il bambino e il mondo esterno, che consente al piccolo di separarsi gradualmente da mamma e papà diventando sempre più autonomo.

L’orsacchiotto diventa quindi “una parte della mamma” che segue il bimbo ovunque vada, riducendone l’ansia e tranquillizzandolo nei momenti in cui la mancanza della figura di riferimento può causare disagio o angoscia. L’oggetto transizionale permette quindi alla mamma di allontanarsi mentre il bambino la tiene simbolicamente vicino a sé.
Questo può servire anche a riconoscere e modulare le emozioni anche lontano dalla figura genitoriale, ad esempio a sfogare la rabbia con un morso, a trovare consolazione dopo il pianto o ad affrontare con coraggio situazioni che lo mettono a disagio.

A che età si usa

Si può offrire quello che potrebbe diventare un oggetto transizionale al bambino fin dai primi mesi di vita, circa tra i 6 e gli 8 mesi, ma dipende molto dal bimbo e dalle sue esigenze.
Nei primi mesi di vita il bambino può avvalersi del supporto di un oggetto transizionale per iniziare a sperimentare nuove emozioni o per fronteggiare i momenti di ansia in cui viene separato dalla mamma, ad esempio quando viene messo nel lettino o quando viene lasciato all’asilo o dai nonni.

Non solo: può essere un aiuto anche in momenti di cambiamento o di difficoltà, come ad esempio un periodo di malattia o la nascita di un fratellino.

Si tratta quindi di un oggetto molto importante per il bambino e proprio per questo motivo bisogna fare attenzione a non dimenticarlo quando si va in vacanza o in occasione di una visita medica; è facile capire che anche lo smarrimento dell’oggetto può essere un vero e proprio dramma. In questo caso i genitori dovrebbero capire e condividere il dolore del bimbo senza minimizzarlo, invitando però il figlio a scegliere un nuovo “compagno di avventure”.

Come sceglierlo

Sono spesso i genitori che in maniera più o meno intenzionale offrono il primo oggetto transizionale al bimbo. Bisogna però considerare alcune caratteristiche nella scelta.

Dovrebbe essere:

  • morbido e facile da abbracciare
  • molto resistente in modo che possa durare a lungo nonostante frequenti manipolazioni
  • sicuro da manipolare, senza piccole parti che possano staccarsi
  • leggero in modo da poterlo portare sempre con sé
  • rispettoso degli standard di sicurezza

Quando lasciarlo

Verso i tre anni il bambino inizia a esplorare il mondo, a sviluppare il proprio linguaggio e a stabilire maggiormente relazioni interpersonali, senza contare che spesso – con l’inizio della scuola dell’infanzia – aumentano le occasioni per socializzare. In questa fase spesso il pupazzo, che prima era così importante, comincia piano piano a perdere il suo fascino e ad essere gradualmente lasciato da parte.

In genere questo processo si completa con l’ingresso alla scuola primaria (anche se il bimbo potrà cercarlo in momenti di particolare stress), quando il bambino è ormai sicuro del legame che lo unisce ai genitori anche quando non sono insieme.

Non bisogna forzare il bambino ad abbandonarlo o toglierglielo bruscamente. Ci sono però bambini che fanno fatica a distaccarsene: se si nota un attaccamento forte e persistente all’oggetto si può approfondire la questione insieme ad uno psicologo, soprattutto se il piccolo mostra segni di disagio o la tendenza ad isolarsi.

È bene però sapere che l’utilità e l’efficacia dell’oggetto transizionale può anche andare oltre l’età infantile: nel corso della vita ci sono oggetti che possono trasformarsi in oggetti transizionali, che diventeranno una sorta di portafortuna che può dare sicurezza e conforto nei momenti di stress o di difficoltà.

Immagine di copertina di Singkham da Pexels

 
 
 

In breve

Per un bimbo è normale avere un piccolo amico che lo segua sempre e lo aiuti a superare i momenti di difficoltà o di separazione dalla mamma; il piccolo se ne separerà gradualmente quando sarà pronto a farlo.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Aborto interno e mutazione MTHFR

29/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'aborto spontaneo nelle prime settimane di gravidanza dipende quasi sempre da uno sbilanciamento cromosomico dell'embrione e non da una caratteristica relativa alla coagulazione del sangue.  »

Bimbo di otto anni che dice parolacce: che fare?

29/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Le parolacce potrebbero essere un modo per attirare l'attenzione: nel caso in cui l'ipotesi fosse vera la strategia migliore per contenerle è l'indifferenza. Ci sono inoltre altre cose che è bene sapere sull'argomento.   »

Cardioaspirina e progesterone si possono evitare in caso di distacco?

29/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Non tutti gli specialisti sono d'accordo sull'utilità di prescrivere prodotti medicinali in caso di distacco, tuttavia questo vale a titolo di informazione generale perché di fatto è opportuno che ogni futura mamma dia ascolto alle indicazioni del proprio ginecologo curante.   »

Bimbo di sette mesi che si sveglia spesso di notte: che fare?

23/09/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

C'è un punto situato tra le sopracciglia che, se massaggiato in modo lieve, concilia il sonno del bambino, lo rasserena, lo aiuta a riprendere rapidamente il sonno.  »

Fai la tua domanda agli specialisti