Perché i bambini hanno paura del buio? Come aiutarli a superarla?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 07/08/2023 Aggiornato il 07/08/2023

La paura del buio è fra le paure più diffuse nei bambini. In genere, comincia verso i due-tre anni e si attenua a partire dai cinque-sei anni. Per aiutare il piccolo a superarla, i genitori possono adottare strategie mirate, basate sulla rassicurazione, l’ascolto e la presenza

Verso i due-tre anni è normale che i bambini abbiano paura del buio. Ecco come rassicurarli ed evitare che una paura normale si trasformi in un disturbo fobico

La paura del buio è molto comune nei bambini, fin dalla prima infanzia. Tipicamente, infatti, si manifesta attorno ai due-tre anni, ma in alcuni bimbi anche prima. In genere, è accompagnata da fantasie su pericoli, mostri e orchi malvagi. Da un lato si tratta di un timore normale che non deve preoccupare eccessivamente, dall’altro però può mettere davvero in difficoltà il piccolo, per cui è consigliabile non sottovalutarla né tantomeno ignorarla. La cosa migliore è che i genitori si mostrino comprensivi e presenti e adottino strategie mirate per aiutare il figlio a superare le sue preoccupazioni.

Solitamente la paura del buio si attenua progressivamente con la crescita fino a scomparire. È comunque utile affrontarla con tatto e pazienza, per far vivere con più serenità il momento difficile al bambino.

Paura del buio: perché i bambini ce l’hanno?

La paura del buio è una delle paure più frequenti nei bambini. Per quali ragioni? “Innanzitutto perché il buio rappresenta l’incognito: il non riuscire a vedere non permette di controllare quello che può accadere e questo può spaventare” risponde la dottoressa Caterina Pettinato, psicologa e mental coach a Reggio Emilia. “Il buio inoltre dà spazio all’immaginazione: essendo nell’oscurità, la mente del bambino va su immagini e pensieri che teme e da cui si sente minacciato, come i mostri”. Il risultato è che il piccolo può sentirsi indifeso, in pericolo e sopraffatto. Non bisogna dimenticare, infine, che il momento del buio rappresenta il momento di distacco dai genitori e di restare da soli e questo, insieme alla fine della certezza della routine giornaliera, può generare ulteriore angoscia. 

La paura del buio può associarsi ad altri timori tipici dell’infanzia, come quello per i fantasmi, le streghe, i mostri, l’uomo nero, gli zombie: tutte figure che fanno parte dell’immaginario e del mondo dei bambini, specie di quelli piccoli, che pensano che questi personaggi siano reali e si animino di notte.

Oltre a manifestare timori e ad avere pensieri e fantasie, per esempio sulla presenza di mostri nell’armadio, i piccoli che hanno paura del buio possono essere soggetti anche a sintomi fisici, come mal di pancia, nodo alla gola, sudorazione, irrigidimento, pianto. Inoltre, chiedono ai genitori di non andare via e hanno bisogno di sentirsi protetti e rassicurati.

A che età i bambini iniziano ad avere paura del buio?

Già nei primi mesi di vita il bambino inizia a osservare il mondo che lo circonda e a creare dei pensieri nella sua testa. Alcuni esperti ipotizzano che già dal sesto mese di vita il piccolo sia in grado di distinguere tra situazioni sicure e altre di pericolo. Di conseguenza, già da quel periodo, potrebbe vivere il buio con paura. Nella maggior parte dei casi, però, la vera e propria paura del buio si manifesta attorno ai due-tre anni di età, quando il bimbo inizia ad avventurarsi fuori dal contesto famigliare.

Di solito, è una paura transitoria che dura per circa due-tre anni anni e si attenua a partire dai cinque-sei anni, ma può protrarsi di più in base al bambino.

Se la paura del buio non passa in maniera naturale si parla di acluofobia o nictofobia, una sensazione di angoscia forte e disagio che una persona percepisce quando si trova in ambienti oscuri. “C’è da preoccuparsi quando verso i cinque-sei anni la paura diventa invalidante per il bambino, tanto che il buio crea uno forte stato di angoscia che può essere gestita solo con la presenza del genitore” spiega Caterina Pettinato. Nel caso in cui la paura del buio diventi eccessiva e sproporzionata rispetto alla situazione, con livelli di durata e intensità decisamente maggiori del timore normale e transitorio, infatti, potrebbe essersi trasformata in disturbo fobico. 

Da cosa nasce la paura del buio?

La paura del buio di solito viene appresa dal bambino osservando l’ambiente e le persone vicine. Dopo i due anni, il piccolo inizia a confrontarsi con altri bambini, a guardare la televisione e a fare l’inserimento all’asilo. Inizia così a scoprire storie “paurose”, di mostri e di pericoli che non osserva direttamente nel mondo esterno. Ecco perché un rumore, un’ombra strana durante la notte, un cigolio possono scatenare in lui dei pensieri di paura, portandolo ad associare queste semplici immagini a mostri o a storie di fantasmi apprese durante il giorno.

Gli adulti, poi, a volte utilizzano la paura come uno strumento educativo, pronunciando frasi come “se ti comporti così arriva il lupo cattivo”. Anche questo, può contribuire a incrementare fantasie e paure.  

Se la paura non ostacola la vita quotidiana e può essere controllata con l’aiuto di mamma e papà in genere è transitoria, al contrario se sfugge da ogni controllo potrebbe trasformarsi in disturbo fobico. In questi casi, si consiglia di rivolgersi a un professionista per capire come agire.

Secondo la teoria di un gruppo di medici scozzesi, la paura del buio non avrebbe una spiegazione psicologica bensì fisica: i bambini che ne soffrono avrebbero un disturbo della vista che impedirebbe loro di vedere in condizioni di luce fioca, anche dopo un certo periodo di adattamento. Questa ipotesi, però, va ancora verificata dalla comunità scientifica.

Come aiutare i bambini a superare la paura del buio

Per aiutare i bambini ad affrontare la paura del buio e ridurre il rischio che evolva fino a diventare un disturbo fobico, è importante che i genitori adottino alcune strategie mirate. “Innanzitutto, è bene che non sottovalutino le difficoltà del figlio, lo rassicurino e lo lascino libero di raccontare ciò che sente. Si può “normalizzare” la paura, spiegandogli che è normale avere un po’ di paura di notte perché non si vede e la testolina nel buio spesso immagina le cose più paurose e che quindi per superarla bisogna diventare amici del buio. Si può suggerire al bambino di respirare e immaginare di avere una luce in testa che illumina tutto, così chiudendo gli occhi i pensieri diventano belli” consiglia l’esperta. È opportuno poi dare al figlio spiegazioni adeguate in merito ai dubbi che causano la paura e aprire un dialogo con lui, facendogli sentire la propria vicinanza affettiva. Bisogna spiegare, per esempio, che il rumore che sente non è provocato da un mostro che si nasconde, ma dal condizionatore o dal frigorifero. Il bambino ha spesso paura perché non riesce a darsi una spiegazione, per questo è bene spiegare costantemente il perché di determinati rumori. Inoltre, nei primi tempi può essere utile mettere una lucina notturna in camera da letto, in modo che se il piccolo si sveglia penserà alla lucina immaginata nella mente e non si angoscerà. Altre idee sono mettere nel lettino un pupazzetto che lui ama oppure una sciarpa, una maglia o un indumento su cui sia presente “l’odore” della mamma o del papà. Si potrebbero anche inventare giochi o filastrocche che aiutino a esorcizzare le paure o leggere libri a tema.

In ogni caso, non bisogna avere fretta e pretendere che tutto si risolva immediatamente: i primi tempi è importante che il genitore rimanga al buio vicino al bambino per tranquillizzarlo, così che piano piano il bambino interiorizzi questa serenità. Giorno dopo giorno, si costruirà un rituale per l’addormentamento che lo faccia sentire al sicuro e tranquillo.

Meglio non…

  • Sottovalutare la situazione.
  • Perdere la pazienza e sgridare il figlio.
  • Sdrammatizzare la paura deridendo il bambino, al contrario bisogna accogliere e normalizzare.
  • Lasciare il piccolo in camera al buio anche se piange con l’intento di farlo abituare.
  • Fare scherzi al buio per farlo abituare. 
  • Evitare di aiutarlo per non vederlo soffrire troppo continuando a dire è piccolo. 
  • Portarlo a dormire nel letto di mamma e papà: la cosa migliore è rimanere in camera del bambino finché non si addormenta. È opportuno, infatti, che si abitui a prendere confidenza con il suo ambiente.

 

 
 
 

In sintesi

La paura del buio è molto comune nei bambini, soprattutto in quelli di due-tre anni. In genere, è un timore transitorio accompagnato da fantasie su streghe, mostri e orchi malvagi e acuito dal distacco dai genitori che necessariamente si verifica quando si va a dormire. Non va comunque sottovalutata né sminuita, perché le difficoltà del piccolo sono reali. Per aiutare il figlio a superarla, è utile che mamma e papà adottino strategie precise, per esempio lo rassicurino, rispondono a tutti i suoi dubbi e stiano accanto a lui finché si tranquillizza. Se la paura diventa eccessiva e si trasforma in un disturbo fobico, è bene chiedere aiuto a un terapeuta.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Vaccino antipertosse in gravidanza: si può fare se c’è il rischio di toxoplasmosi?

28/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Se c'è il rischio reale di aver contratto la toxoplasmosi, come è possibile se si mangia carne poco cotta, prima di effettuare il vaccino antipertosse è opportuno capire se il contagio da parte del toxoplasma è avvenuto.   »

Si può dare l’acqua ai piccolissimi?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ad allattamento ben avviato, quindi più o meno dopo le prime settimane di vita, se ragionevolmente si ritiene che il bebè possa avere sete (o se si notano segni di disidratazione, come il pannolino asciutto per molte ore) gli si possono offrire piccole quantità d'acqua. Se fa numerose poppate nell'arco...  »

Coppia con bisnonni in comune: ci sono rischi per i figli?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il grado di parentela dovuto a bisnonni in comune non aumenta la probabilità di concepire figli con malattie ereditarie. A meno che vi siano persone malate o disabili tra i consanguinei in comune,   »

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Fai la tua domanda agli specialisti