Il problema è davvero molto comune. Ma al solo sentire il termine di “pidocchi” tutti i genitori hanno un brivido. Perché tener testa a questi piccoli ma fastidiosi parassiti richiede un notevole dispendio di tempo e anche di denaro. La buona notizia, però, è che – sebbene molto diffusi – non esistono “superpidocchi” che resistano a qualunque trattamento. Per contro, se non vengono distrutte tutte le uova (lendini), alla schiusa i pidocchi tornano indisturbati. Ecco perché è molto importante eseguire i trattamenti in modo corretto per mettere fine a questa fastidiosa infestazione, senza correre il rischio di ricadute. Ecco come riconoscere e trattati i pidocchi nei bambini.
I pidocchi sono parassiti di colore bianco-grigiastro; alcuni proliferano solo sul corpo, altri infestano il pube, ma i più comuni sono quelli della testa: misurano solo da uno a tre millimetri e depongono molte uova che si attaccano saldamente al fusto dei capelli e dei peli, sui quali poi il pidocchio una volta nato si muove velocemente grazie agli uncini posti sulle zampe.
Le infestazioni sono frequenti ovunque, nei Paesi ricchi come in quelli in via di sviluppo. Non esiste, infatti, una correlazione diretta tra la presenza dei pidocchi e l’igiene personale: questi parassiti non “nascono” nello sporco, la trasmissione avviene solo per contatto diretto con persone già infestate oppure attraverso lo scambio di indumenti o effetti personali infetti, come cappelli, sciarpe, pettini.
Non a caso i più colpiti dalla pediculosi sono i bambini in età prescolare e scolare- dai tre agli undici anni, – dal momento che in questa età sono frequenti le occasioni di contatto molto stretto. Il fatto che le bambine siano più colpite dai maschi è dovuto alla lunghezza dei capelli che facilita l’infestazione. Spesso l’infestazione interessa non solo i fratelli/sorelle ma anche i genitori: ecco perché quando si scopre che un bimbo ha i pidocchi, è bene sottoporre tutti i membri della famiglia a un accurato controllo e ai trattamenti necessari.
Le terapie topiche per distruggere i pidocchi sono presidi medici autorizzati dal ministero della Salute: si presentano in diverse formulazioni, dagli shampoo ai gel, dalle polveri agli spray alle mousse. Nella composizione possono essere presenti l’estratto di piretro ricavato dai fiori di alcune specie di crisantemi, i piretroidi di sintesi (permetrina) oppure il malathion, tutte sostanze che, sia pur con meccanismi di azione diversi, portano alla morte del parassita. Generalmente tutti i prodotti anti-pidocchi sono ben tollerati, ma a volte possono indurre dermatiti da contatto di natura irritativa (più raramente allergica).
In alternativa ai farmaci si possono usare prodotti naturali che sono in genere ben tollerati e privi effetti collaterali: gli oli essenziali di timo, lavanda, origano, anice e noce di cocco dalla specifica attività antimicrobica e insetticida che porta a soffocare il pidocchio. Efficace anche l’olio di Neem. Rimedi popolari come aceto e maionese, invece, non hanno alcuna efficacia contro i pidocchi.
Affinché il trattamento funzioni è fondamentale leggere attentamente le indicazioni riportate sulla confezione e rispettare il tempo di azione: se si toglie il trattamento prima del tempo, la sua efficacia viene vanificata. Inoltre, è sempre necessaria una seconda applicazione a distanza di sette-dieci giorni dalla prima e, talvolta, può servirne anche a una terza per eliminare tutti i pidocchi nati dalle uova schiuse dopo il primo trattamento.
Dopo aver fatto il trattamento è sempre necessario usare un pettinino a denti stretti per staccare tutte le lendini. Per essere certi di averle eliminate, si può procedere con il wet combing, trattamento che consiste nel cospargere i capelli con un balsamo o una maschera poi e pettinarli, ciocca per ciocca, dalla radice alle punte, con un pettinino fitto.
Dopo aver fatto il trattamento è importante disinfettare lenzuola e abiti, soprattutto quelli che vengono a contatto con i capelli, come i berretti e le sciarpe, lavandoli a secco oppure in acqua a 60° C o ancora lasciandoli all’aperto per due giorni (i pidocchi non sopravvivono più di due-tre giorni fuori dal corpo umano). Meglio anche pulire divani e tappeti con l’aspirapolvere. Inutile, invece, usare antiparassitari sugli animali di casa perché i pidocchi non infestano il pelo degli animali. In ogni caso:
- se i prodotti sono più blandi, è bene utilizzarli in combinazione con altre formule. È anche consigliabile cambiare prodotto dopo tre utilizzi successivi;
- dopo 8-12 ore dall’applicazione del prodotto può essere ancora visibile qualche parassita, ma i suoi movimenti molto lenti segnalano che sta per morire: in questo caso non è necessario ripetere subito il trattamento, ma aspettare una settimana;
- qualora non si notassero pidocchi morti e si avesse l’impressione che anzi sono ancora vitali è consigliabile consultarsi con il pediatra prima di procedere con un altro trattamento.
In sintesi
Non esiste una sostanza che possa prevenire i pidocchi. Ma ci sono regole da adottare che possono aiutare ad arginare il contagio:
- insegnare ai bambini a non scambiarsi capelli, sciarpe, pettini, spazzole e mollettine: contrariamente a quanto si pensa, infatti, i pidocchi non saltano ma passano da un capo all’altro: in inverno quindi meglio suggerire ai piccoli di non ammassare cappotti, capelli e altri indumenti, ma di appenderli o, meglio ancora, di riporli in un armadietto personale;
- controllare in maniera serrata e accurata i bambini, utilizzando il pettine a denti stretti, operazione che va fatta con regolarità, anche nei momenti in cui non è in atto un’infestazione, e ogni due-tre giorni nelle tre settimane successive al trattamento;
- sollevare lentamente i capelli facendoli scorrere contropelo. Attenzione a non confondere le lendini con la forfora e i pulviscoli. Basta fare la prova del soffio: se i puntini bianchi non si staccano sono uova che essendo bene aderenti al fusto del capello si eliminano solo “sfilandole” con le dita o con un pettinino;
- controllare attentamente la nuca, le tempie e dietro le orecchie, ossia i punti in cui si annidano maggiormente i pidocchi. Del resto, è proprio in queste zone in genere che i piccoli si grattano, segnale inequivocabile della presenza dei parassiti; il prurito, infatti, sopraggiunge in genere qualche giorno dopo la prima puntura e si localizza nella zona di deposizione delle uova.
Fonti / Bibliografia
- Dermatite da contatto irritativaLa dermatite da contatto irritativa è una reazione infiammatoria della pelle dovuta al contatto con sostanze in grado di stimolare una risposta