Resilienza: la capacità di diventare forti si impara da piccoli

Stefania Lupi A cura di Stefania Lupi Pubblicato il 10/09/2020 Aggiornato il 10/09/2020

Crescere Insieme - Esperia ha presentato il Vademecum della Resilienza 0-6 anni, suggerimenti per genitori ed educatori alle prese con le conseguenze psicologiche del Covid19

Resilienza: la capacità di diventare forti si impara da piccoli

L’esperienza del Covid-19 ha toccato tutti e, soprattutto, i bambini. Le conseguenze psicologiche del lockdown per i più piccoli da 0 a 6 anni sono state pesanti: aumento dell’irritabilità, paura del buio, risvegli notturni, difficoltà ad addormentarsi, disturbi d’ansia, inquietudine…  Proprio per questo, Crescere Insieme – Esperia ha presentato il Vademecum della Resilienza 0-6, una raccolta di suggerimenti per genitori ed educatori alle prese con le conseguenze psicologiche del Covid-19 nella fascia 0-6 anni.

Danni psicologici del lockdown

Anche una recente ricerca condotta dall’Irccs Gaslini di Genova, pubblicata sul sito del Ministero della Salute, che ha valutato le conseguenze psicologiche del lockdown sui bambini, ha confermato che il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali nei figli 0-6 anni è legato al grado di malessere con cui i loro genitori hanno vissuto l’esperienza traumatica, ossia più numerosi e importanti erano i segnali di stress nei genitori, maggiori erano i comportamenti disturbati nei bambini. Il tutto in adulti che non hanno imparato la resilienza da bambini, ossia quella capacità di stare bene, guardare al futuro con realtà e ottimismo, e mantenere un senso di controllo sulla propria vita, anche dopo il verificarsi di un evento fortemente stressante, solitamente negativo, a grande impatto emotivo e affettivo.

La resilienza si impara da piccoli

“Durante la prima infanzia inizia il grande viaggio della costruzione della propria resilienza, quella forza interiore che ci consente di reagire molto meglio di quanto ci si sarebbe dovuti aspettare dati gli eventi della vita che ci sono capitati” commenta Margherita Fassari, psicologa dello sviluppo e direttrice Alta Scuola di Formazione di Crescere Insieme Esperia “Sono i bambini che si sono autoconsolati, che hanno costruito dagli errori, che hanno reagito alle frustrazioni che diventeranno adulti resilienti e capaci di autoregolazione emotiva”.

I bambini, infatti, imparano ad essere resilienti all’interno di un contesto in cui ci sono adulti che sono in grado di regolare le proprie emozioni (il che non significa imbottigliarle o negarle), che sono attenti al benessere dei ragazzi e ai segnali che loro mandano, soprattutto quelli impliciti, adulti che trattano i bambini e gli adolescenti con rispetto e con empatia, offrendo loro supporto emotivo quando è necessario.

Trasformare il negativo in positivo

Per costruire la resilienza ci dobbiamo trovare in situazioni che mettono in discussione le nostre certezze, che ci costringono ad uscire dalla nostra comfort zone.  Il Vademecum della Resilienza dunque, insegna a gestire e comprendere come affrontare le sconfitte, gestire l’ansia, affrontare i rischi, imparare dalle difficoltà e controllare le reazioni.

 
 
 

VADEMECUM DELLA RESILIENZA

Ecco come gli adulti possono aiutare i bambini a diventare più resilienti:

– Lasciar loro sperimentare il senso di frustrazione.

– Aiutare a gestire l’ansia.

– Far sì che cerchino soluzioni, anche a rischio di sbagliare.

– Promuovere il coraggio, dando loro fiducia.

– Proporre esempi edificanti, raccontando storie di persone che non hanno mollato.

– Insegnare a imparare dalle difficoltà, viste come opportunità di miglioramento.

– Controllare le reazioni: non si possono controllare gli eventi esterni ma possiamo controllare come noi reagiamo a questi.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti