Sesta malattia bambini: cos’è e come si cura?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 26/08/2022 Aggiornato il 26/08/2022

Ha inizio con una febbre molto alta, seguita dopo pochi giorni dalla comparsa dell’esantema (cioè macchioline rosa sulla pelle). Non è il caso di allarmarsi: la sesta malattia guarisce in breve tempo senza lasciare conseguenze

bebè con sesta malattia

Definita anche “esantema improvviso” o “esantema critico”, la sesta malattia è una malattia virale esantematica: appartiene cioè a quel gruppo di malattie infettive caratterizzate dalla comparsa di macchioline o di vescicole sulla pelle (come la varicella, il morbillo, la scarlattina, la rosolia, la quinta malattia).

Come si fa a prendere la sesta malattia?

È provocata da due virus comuni e strettamente collegati: herpes virus umano (Hhv) di tipo 6 e, eventualmente, anche tipo 7. Il suo nome corrente di sesta malattia è dovuto al fatto che rappresenta il sesto esantema infettivo descritto in medicina; di fatto, è invece la prima malattia infettiva che può comparire nella vita di un bimbo, poiché l’età a rischio è tra i 6 e i 18 mesi (o al massimo due anni). L’infezione colpisce, quindi, i bambini piccoli ma raramente gli adulti: per questo si pensa che contrarre la malattia durante l’infanzia possa fornire un periodo di immunità. Tuttavia si sono verificati casi molto rari in cui la sesta malattia è stata contratta più volte.
Al momento non si è a conoscenza di modi per prevenire la diffusione della sesta malattia: nonostante sia piuttosto contagiosa, non esiste un vaccino specifico. In ogni caso, non si tratta di un’infezione che può comportare seri problemi, immediati o futuri, alla salute del piccolo come può avvenire invece per altre malattie esantematiche, come per esempio il morbillo.

Come si manifesta la sesta malattia?

La sesta malattia è caratterizzata inizialmente dalla comparsa improvvisa di febbre molto alta di solito intorno ai 39,5° C (ma che può arrivare anche fino a 41 gradi) e talvolta convulsioni. Non sono presenti invece altri disturbi tipici delle infezioni, come gola arrossata, tosse, vomito oppure diarrea. La febbre alta dura tre-quattro giorni,  trascorsi i i quali la temperatura si abbassa bruscamente per tornare ai livelli normali: quindi inizia a comparire l’eruzione cutanea maculare o maculo papulare che dal tronco si diffonde alle braccia e al collo e può raggiungere il volto e le gambe.

Le manifestazioni cutanee hanno l’aspetto di macchioline grandi come capocchie di spillo, di colore rosa pallido, a volte lievemente rilevate, simili a quelle della rosolia, ma non provocano solitamente prurito. L’infiammazione cutanea  sbiadisce quando le macchie vengono toccate e i singoli punti possono avere un leggero “alone” intorno. L’esantema dura in genere 24 ore, anche se in alcuni casi le macchie possono durare anche due giorni (si parla, infatti, di malattia da tre giorni di febbre e due di macchioline): in quest’ultimo caso, però, vanno ulteriormente schiarendosi fino a scomparire completamente.

Come avviene il contagio della sesta malattia?

L’esantema critico si trasmette per via aerea attaverso le microgoccioline di saliva infette che si diffondono parlando, tossendo o starnutendo. La possibilità di ammalarsi è presente tutto l’anno: in ogni caso, la sesta malattia si manifesta più diffusamente nei mesi in cui il bambino è maggiormente esposto al contatto con i coetanei, soprattutto se frequenta comunità e luoghi affollati come l’asilo nido.
Per tutta la durata della malattia, il bimbo deve essere tenuto a casa in un luogo riparato per non esporlo a sbalzi di temperatura o a correnti d’aria. La completa scomparsa dell’esantema indica la guarigione del bambino che potrà manifestare però ancora un po’ di insofferenza o nervosismo. Di norma, si considera non più contagioso a partire dal primo giorno dopo la scomparsa della febbre: tuttavia può essere consigliabile tenere il piccolo riguardato ancora per un po’, evitando di farlo uscire subito o di portarlo all’asilo nido, in modo che possa riprendersi dall’indebolimento generale causato dalla febbre alta.

Cosa si dà per la sesta malattia?

Quando nel bambino compare all’improvviso la febbre alta (oltre i 38,5° C) è consigliabile avvertire  subito il pediatra. Solo lo specialista, infatti, è in grado di accertare o di escludere la presenza della sesta malattia, dopo avere visitato il bambino e verificato se esistono anche altri disturbi, come tosse o mal di gola.
Non esiste, comunque, una cura specifica: le piccole macchie rosa, infatti, non provocano fastidio o prurito e scompaiono da sole senza lasciare traccia. La terapia, dunque, è soltanto sintomatica, volta cioè a limitare il disturbo. Quindi, il pediatra prescrive solitamente farmaci antipiretici a base di paracetamolo o ibuprofene da somministrare ogni 6 o 8 ore per tenere sotto controllo la temperatura se il bambino manifesta fastidio e limitare il rischio di convulsioni. Il dosaggio è n calcolato in base all’età e al peso del bambino.
È, poi, importante che il piccolo beva in abbondanza o che, comunque, la sua alimentazione sia molto liquida per reintegrare l’organismo con i liquidi e i sali minerali persi con la febbre, scongiurando così il pericolo di disidratazione. Se lo ritiene necessario, quindi, il pediatra può prescrivere specifiche formule idrosaline (in vendita in farmacia) per bocca.

Quanto tempo dura la sesta malattia?

La sesta malattia si risolve rapidamente, nel giro di quattro o cinque giorni. Inoltre, non comporta il rischio di complicanze specifiche e non lascia conseguenze di alcun genere. In pratica, l’unico problema che potrebbe insorgere è legato alla comparsa della febbre molto alta: è possibile, infatti, (come del resto avviene in altre malattie caratterizzate da alte temperature) che il brusco rialzo della febbre possa dar luogo alla comparsa di convulsioni (improvvise e intense contrazioni involontarie dei muscoli), che preoccupano molto mamma e papà. A meno che non esistano altri problemi, però, nel bebè le convulsioni sono un fatto naturale, in quanto determinate dall’immaturità del sistema nervoso del piccolo, non ancora capace di adattarsi all’improvviso rialzo della temperatura.

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Cosa fare se il bambino ha le convulsioni?

Anche se il farmaco antipiretico prescritto dal pediatra viene usato con regolarità, capita talvolta che la temperatura resti molto elevata. Diventa, allora, importante evitare il rischio delle convulsioni, legato appunto alla febbre alta. I bambini più a rischio convulsioni (10% -15%) sono quelli disidratati o che hanno già avuto un episodio di convulsione.  I segni di convulsioni febbrili comprendono:

– incoscienza;

– gesti incontrollati o spasmi a braccia, gambe o viso che possono durare da 2 a 3 minuti;

– perdita del controllo della vescica o dello sfintere.

Per limitare il pericolo si possono mettere in atto alcuni accorgimenti:

– scoprire il più possibile il bimbo lasciandolo anche solo con il pannolino per consentire al corpo di eliminare il calore ed evitare così di far salire troppo la temperatura;
– applicare spugnature di acqua fredda su gambe e braccia e nei punti dove affiorano le vene (le tempie, i polsi e l’interno dei gomiti) per abbassare la febbre. Si possono anche effettuare spugnature con acqua e aceto alle estremità (i piedi), utili per abbassare con regolarità la temperatura;
– informare il pediatra o portare il piccolo al Pronto soccorso se, nonostante questi accorgimenti e l’uso di farmaci prescritti dallo specialista, la febbre non scende e il bambino si rifiuta di bere.

 

Fonti / Bibliografia

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