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L’esercizio fisico è uno dei pilastri, insieme al buon sonno e a una corretta alimentazione, per garantirsi una buona salute a partire dall’infanzia. Ma non tutti gli sport per i bambini possono essere praticati indistintamente a ogni età: se, per esempio, il nuoto può essere praticato sin dai primi anni di vita, il calcio e le arti marziali sarebbe invece bene non iniziarli prima dei sei anni. Ogni età ha il suo sviluppo psico-motorio e, di conseguenza, il suo sport.
Per uno sviluppo armonico
Per garantire uno sviluppo armonico lo sport per i bambini va scelto tenendo conto dell’età, “privilegiando nei primi 4-5 anni sport che favoriscono la conoscenza del proprio corpo nello spazio e fino ai 7-8 anni le attività individuali quali atletica leggera o ginnastica, che aiutano a migliorare la coordinazione neuromotoria – spiega Attilio Turchetta, esperto della Società italiana di pediatria per le attività sportive – e solo in seguito sport di squadra e discipline più specializzate”. Ecco allora una piccola guida alla scelta realizzata dalla Società italiana di pediatria, divisa per età.
Dai 3 anni
Il nuoto utilizza tutte le grandi masse muscolari, non espone il bambino a particolari traumi dell’apparato locomotore, non è condizionato dal clima e si può praticare in tutte le stagioni. Inizio dell’attività agonistica: 8 anni.
Dai 4 anni
Lo sci è uno sport che può essere iniziato sin da piccoli perché il bambino ha il baricentro basso, ottima stabilità e apprende con facilità i movimenti. Inizio dell’attività agonistica: 11 anni.
Dai 5 anni
La ginnastica esalta la coordinazione neuromuscolare e il controllo del corpo. Attenzione, però: poiché l’età della pratica agonistica è precoce i carichi di lavoro e la durata dell’allenamento possono essere gravosi. Inizio dell’attività agonistica: 8 anni. L’atletica leggera, oltre a utilizzare tutti i gruppi muscolari e garantire così un buon sviluppo fisico, si può praticare all’aria aperta, sotto forma di gioco, dai 5 anni. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni.
Dai 6 anni
Per quanto riguarda il calcio, si inizia con la grandezza del campo ridotta, porte più piccole e senza divisione di ruoli. Dagli 8-10 anni gli allenamenti si fanno più strutturati; la preparazione atletica per un allenamento anche degli arti superiori non dovrebbe mai essere dimenticata. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni. Rugby: fino ai 12 anni il contatto, placcaggi e mischie sono regolamentati per evitare i traumi. Lo spirito di squadra viene coltivato, il rispetto dell’avversario è una componente essenziale. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni.
Dai 6-7 anni
Le arti marziali sviluppano il controllo muscolare, la coordinazione, la tecnica del respiro. C’è attenzione al rispetto delle regole e dell’avversario. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni. Basket e pallavolo sviluppano tutti i gruppi muscolari ed esaltano la coordinazione neuromotoria. Inizio dell’attività agonistica: basket 11 anni; pallavolo 10 anni.
Dai 7-8 anni
In entrambi questi sport il binomio con la preparazione atletica è obbligatorio per correggere eventuali asimmetrie di sviluppo muscolare. Inizio dell’attività agonistica: tennis 8 anni; scherma 10 anni.
Dagli 8 anni
Il ciclismo sviluppa la funzione cardiorespiratoria. Necessita però di allenamento atletico di compenso per bilanciare il lavoro effettuato prevalentemente dagli arti inferiori. Inizio dell’attività agonistica: 13 anni.
Da sapere!
I bambini di età tra uno e quattro anni, secondo le ultime raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, dovrebbero praticare almeno 180 minuti di attività fisica libera ogni giorno.
Fonti / Bibliografia
- Società Italiana di Pediatria - Separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adultoDalla nascita e per l’intera vita: la Società Italiana di Pediatria (SIP) è nata nel lontano 1898 proponendo un’innovazione che avrebbe segnato un grande cambiamento nei decenni successivi: separare la cura e l’assistenza del bambino malato dalla Medicina generale dell’adulto. Con i suoi circa 10 mila Soci la SIP rappresenta la casa comune di tutti i pediatri italiani perché vi partecipano pediatri universitari, ospedalieri, di famiglia e di comunità.