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I vaccini non obbligatori, come dice la definizione stessa, sono quelli che restano al di fuori dall’obbligo di sottoporre i bambini a determinate vaccinazioni per poter frequentare la scuola. “Nei fatti, questa suddivisione è poco rilevante, perché anche i vaccini non obbligatori sono molto importanti per proteggere la salute dei più piccoli da malattie pericolose, a volte responsabili di decesso” spiega il professor Guido Castelli Gattinara, infettivologo dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Proprio per favorire una adesione consapevole in Italia questi vaccini ‘facoltativi’, ma raccomandati dai pediatri, sono offerti gratuitamente in base a determinate fasce di età fino ai 18 anni di età. Ma vediamo insieme, nel dettaglio, quali sono queste vaccinazioni non obbligatorie e contro che cosa ci difendono.
Obbligo vaccinale: regole
Anche secondo il più recente Calendario Vaccinale, attivo da agosto 2023, le vaccinazioni obbligatorie nel nostro paese sono al momento dieci:
- anti-poliomelitica;
- anti-difterica;
- anti-tetanica;
- anti-epatite B;
- anti-pertosse;
- anti Haemophilus influenzae tipo B (tutte comprese nella esavalente in unica fiala)
- anti-morbillo;
- anti-rosolia;
- anti-parotite;
- anti-varicella (tutte e 4 comprese nella quadrivalente in unica somministrazione).
Queste vengono somministrate secondo un calendario vaccinale preciso e in forma combinata (ossia, con più antigeni presenti nella stessa siringa) a partire dal secondo mese di vita compiuto (cioè dai 3 mesi) del bambino. Si effettuano poi altri richiami per garantire il mantenimento di una completa immunizzazione per tutto l’arco della vita. Le vaccinazioni obbligatorie sono sottoposte a revisione ogni tre anni in base ai dati di diffusione delle malattie e della copertura vaccinale. Quando la copertura vaccinale è insufficiente, vi è il rischio che la malattia infettiva torni a diffondersi: si rende quindi necessario un “obbligo” per proteggere la collettività. Sono non obbligatori tutti gli altri vaccini raccomandati presenti nel calendario vaccinale. Oggi tutti i pediatri puntano a rendere le famiglie consapevoli dei grandi vantaggi e della sicurezza delle vaccinazioni in modo che possano scegliere volontariamente anche i vaccini non obbligatori, ma estremamente utili per proteggere la salute del proprio bambino e contribuire alla salute della società con la cosiddetta immunità di gregge.
Bambini piccoli e vaccini: ci si deve preoccupare?
Nel sottoporre i bambini ai vaccini, sia obbligatori sia non, molti genitori si pongono la domanda se non sia pericoloso somministrare diversi antigeni tutti insieme a bimbi di poche settimane di vita. Gli esperti rassicurano in tal senso. Le difese naturali del bambino sono già attive a due mesi di vita e sarebbero in grado di sopportare una dose di antigeni diverse volte superiore a quelli presenti nei vaccini, anche nelle formulazioni coniugate che ne contengono diversi. I due mesi di vita compiuti sono anzi il momento migliore per vaccinare i bambini. A questa età, infatti, gli anticorpi che un bimbo ha in circolo nel sangue, derivati dall’organismo materno, iniziano a svanire e il piccolo è esposto a malattie che possono avere pericolose conseguenze. Non è fondata, infatti, una convinzione molto diffusa, ossia che sia meglio immunizzarsi contraendo le malattie in modo naturale: queste possono portare con sé complicanze anche molto serie, disabilità e perfino decesso. Tutti rischi che non si corrono con i vaccini.
Quali vaccini bisogna fare anche se non obbligatori
I vaccini non obbligatori, ma raccomandati dai pediatri, secondo il Calendario vaccinale sono al momento cinque:
- anti-meningococco B
- anti-meningococco tetravalente ACYW
- anti-pneumococco
- anti-rotavirus
- anti papillomavirus.
Sono tutti offerti gratuitamente in determinate fasce di età dalle Regioni di appartenenza. Si tratta di vaccini ampiamente sperimentati, sicuri, che portano all’immunizzazione dalla malattia senza causare la malattia stessa perché sono privati delle sostanze che provocano l’infezione. Contengono infatti solo gli antigeni che suscitano la risposta immunitaria. Vediamo a che cosa servono e quando si dovrebbero eseguire.
Anti-meningococco B
Questa vaccinazione protegge dal Meningococco di tipo B, responsabile di una seria forma di meningite (infezione che riguarda le meningi, membrane che avvolgono il cervello). La meningite di tipo B può colpire chiunque, ma è particolarmente diffusa nei bambini piccoli, al di sotto dell’anno di età. Si somministra in tre dosi: a 3 mesi, a 5 mesi con un richiamo e a 15 mesi compiuti.
Anti-meningococco A,C,Y,W (tetravalente)
La vaccinazione antimeningococcica tetravalente si chiama così perché contiene gli antigeni di quattro ceppi di Meningococco A, C, W135, Y che sono diffusi tra la popolazione in età più avanzata, soprattutto in adolescenza e tra i giovani adulti. Consiste in una somministrazione a 12 mesi compiuti, a distanza dall’antimeningococcica B di almeno un mese. È poi previsto – nelle zone ad alta endemia – la possibilità di un richiamo ad almeno 12 anni compiuti.
Anti-pneumococco
La definizione corretta di questo vaccino è vaccino pneumococcico coniugato o PCV. Protegge contro le conseguenze pericolose dello Streptococcus pneumoniae, che soprattutto nei neonati e nei bambini causa forme anche serie di polmonite e otite acuta. Si somministra in tre dosi insieme all’esavalente, senza necessità di ulteriori richiami, ma poiché la protezione non dura tutta la vita viene fatto almeno un richiamo nell’età senile.
Anti-rotavirus
Questo vaccino protegge i bambini molto piccoli dal Rotavirus, un agente patogeno che causa gastroenteriti molto serie, responsabili di disidratazione, di complicanze e di ricovero ospedaliero. È disponibile in due formulazioni entrambe per via orale: una somministrata in due dosi e una in tre dosi. Il vaccino in due dosi si somministra una prima volta tra le 6 e le 12 settimane di vita, la seconda dopo almeno quattro settimane, completando il ciclo entro le 24 settimane di età. Nel vaccino in tre dosi si somministra la prima tra le 6 e le 12 settimane di vita, attendendo quattro settimane per la somministrazione delle successive due dosi. Il ciclo dovrebbe essere completato entro le 32 settimane.
Anti papillomavirus (Hpv)
È disponibile gratuitamente per tutti i ragazzi e le ragazze a partire dagli 11 anni di età ed è importante per immunizzarli da alcuni ceppi del Papilloma virus umano, pericolosi perché oncogenici (cancerogeni). Alcune varianti, infatti, possono con il tempo favorire lo sviluppo di tumori del collo dell’utero nella donna, del pene nel maschio e anche di forme di neoplasie del cavo orale. Il Papilloma virus si trasmette per via sessuale, quindi immunizzare i propri figli è un modo per difendere loro stessi e per evitare la diffusione dei ceppi pericolosi.
Esistono vaccini che sarebbe meglio evitare?
Secondo gli esperti, nessun vaccino è da evitare a priori. I dati scientifici dicono infatti che gli effetti collaterali (febbriciattola, dolore nella zona della puntura, nervosismo, un po’ di dissenteria nel caso del vaccino contro il Rotavirus) sono controllabili e si attenuano nel giro di pochi giorni. Effetti collaterali gravi sono molto rari, se non eccezionali e il beneficio di sottoporsi a questi vaccini non obbligatori è ampiamente superiore ai rischi. Anche le reazioni allergiche sono rarissime e comunque molto lievi, proprio perché i vaccini sono testati in modo da essere il più efficaci e il meno dannosi possibile. Ogni bambino viene ovviamente preso in considerazione a seconda della propria storia clinica: forme serie di allergia a componenti del vaccino possono costituire una controindicazione. Inoltre è bene rimandare i vaccini se il bambino presenta mal di gola, febbre o altri disturbi di questo tipo, che indicano un’attività immunitaria in corso. Anche i bambini nati prematuri vanno sottoposti alle vaccinazioni, perché sono ancora più sensibili ai possibili attacchi dei germi.
I vaccini combinati sono richiosi?
In molti casi, i vaccini raccomandati sono disponibili in forma combinata, con una sola iniezione che contiene più antigeni diretti contro diversi tipi di malattia o forme diverse della stessa. Non si deve avere paura che la somministrazione di più vaccini possa causare problemi ai bambini. Anzi: più il sistema immunitario viene attivato, meglio risponde con una protezione efficace e duratura nel tempo. Inoltre la formulazione combinata riduce il disagio di dover sottoporre il bimbo a più punture e migliora l’efficacia della risposta del sistema immunitario.
Le più comuni formulazioni combinate sono:
- esavalente (difterite-tetano-pertosse-epatite B-poliomielite-Haemophilus influenzae tipo B)
- trivalente DTPa (difterite-tetano-pertosse)
- quadrivalente DTpaIPV (difterite-tetano-pertosse-polio)
- trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia)
- quadrivalente MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella)
- meningococco quadrivalente (A-C-W-Y)
- Sono combinati anche il vaccino anti pneumococco (13 o 15 ceppi di pneumococco), quello per il papillomavirus (9 ceppi) e l’antipolio (3 ceppi)
Da tempo, infine, è stata sfatata la falsa notizia che il vaccino per il morbillo fosse responsabile di forme di autismo. Si trattava di una fake news, fatta circolare anni fa in un ospedale inglese, che non ha alcuna attinenza con la realtà. Il vaccino contro il morbillo va scelto con la consapevolezza che protegge da una malattia seria, che può portare a encefalite, polmonite e perfino al decesso.
Foto da unsplash
Fonti / Bibliografia
- Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025 - Ospedale Pediatrico Bambino GesùAttualmente è in vigore il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV) 2023-2025
- Trova Norme & Concorsi - Normativa SanitariaNormativa Sanitaria offre una raccolta coordinata degli atti normativi ed amministrativi in materia sanitaria, fornendo agli operatori del settore ed ai cittadini uno strumento per la ricerca e la consultazione degli stessi.