Fecondazione assistita: i viaggi della speranza all’estero sono inutili?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 03/12/2013 Aggiornato il 03/12/2013

Al di fuori dell’eterologa, in Italia si può fare tutto. Ecco perché le coppie che vogliono sottoporsi alla fecondazione assistita non devono “emigrare”

Fecondazione assistita: i viaggi della speranza all’estero sono inutili?

Su 50 mila coppie italiane infertili che ricorrono alla fecondazione assistita, il 20% circa va all’estero. Inutilmente, secondo gli esperti. Infatti, in Italia ormai si può fare quasi tutto. E in sicurezza.

La legge 40

La legge che regola la fecondazione assistita in Italia è la legge 40. Molti la considerano una norma molto limitante, perché vieta alcune pratiche legali invece in altri Stati. In realtà, secondo i medici, c’è molta disinformazione in proposito. Il nostro è un Paese all’avanguardia per quanto riguarda le tecniche di procreazione assistita e offre ottime opportunità alle coppie che hanno problemi di fertilità. Il principale divieto, quello che impediva di ottenere più di tre embrioni per ciclo e obbligava a trasferire tutti gli embrioni ottenuti in utero, è stato giudicato incostituzionale nel 2009 e, dunque, abolito. Oggi, quindi, a differenza di quanto si pensa comunemente, è il medico a decidere che cosa fare, stabilendo quanti ovuli fecondare e quanti embrioni trasferire. Ovviamente questo avviene sempre nel rispetto dei principi generali della legge sulla fecondazione assistita, che sono di ottenere in vitro solo gli embrioni “necessari” a un esito ottimale.

Il problema della donazione

Attualmente il limite maggiore in Italia è rappresentato dalla donazione eterologa, cioè la donazione di ovuli e spermatozoi da parte di membri esterni della coppia. Occorre ricordare, però, che le uniche due vere ragioni che giustificano questa pratica sono l’incapacità del corpo della donna di produrre ovuli e una mancata produzione di spermatozoi da parte dei testicoli maschili. Si tratta di situazioni molto rare. In tutti gli altri casi – sostengono i medici – le tecniche disponibili in Italia sono sufficienti ed efficaci.

La diagnosi genetica

L’altro grosso limite della legge 40 è quello della diagnosi genetica preimpianto, ossia una serie di indagini mirate a diagnosticare anomalie genetiche sull’embrione ottenuto in laboratorio prima del trasferimento in utero. Di fatto, la legge la impedisce alle coppie portatrici o con malattie genetiche, che sono quelle che più di tutte avrebbero la necessità di conoscere la situazione genetica dell’embrione. Su questo fronte le cose potrebbero e dovrebbero migliorare. E anche qui i giudici sono già intervenuti con delle sentenze.

I centri all’estero sono meno sicuri

Non c’è ragione, quindi, per recarsi all’estero. Oltretutto, secondo Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione dell’European Hospital di Roma “in altri Paesi segnaliamo una carenza di informazioni, di counseling e talvolta di qualità, oltre a quella che a volte si può definire come una deregulation totale sulla fecondazione assistita”. Insomma, i viaggi della speranza in Europa in questo ambito non solo sono inutili, ma possono rivelarsi anche pericolosi. 

In breve

A CHI RIVOLGERSI

Le coppie che non riescono ad avere figli e vogliono tentare la strada della fecondazione assistita dovrebbero rivolgersi a un ginecologo esperto in problematiche della riproduzione. In Italia esistono centri sia pubblici sia privati che applicano queste procedure.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Le domande della settimana

Come faccio a togliere la poppata notturna a un bimbo di un anno?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Per indurre il bambino a rinunciare a bere il latte durante la notte può essere una buona strategia sostituirlo gradualmente con l'acqua.  »

Nausea fortissima che si protrae oltre il 1° trimestre: che fare?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Floriana Carbone

Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali.   »

Salmone scaduto: dopo quanto possono comparire i sintomi di un’intossicazione?

17/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto.   »

Camera gestazionale più piccola dell’atteso: proseguirà la gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna.   »

Gravidanza e poca tolleranza nei confronti dell’integrazione di magnesio

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro.  »

Tampone vaginale: può essere pericoloso in gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti