Fecondazione assistita: meno rischi con un solo ovocita

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 17/03/2015 Aggiornato il 17/03/2015

I bebè nati grazie alla fecondazione assistita corrono meno rischi se si impianta un solo ovocita fecondato

Fecondazione assistita: meno rischi con un solo ovocita

Le coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita in vitro  hanno un rischio abbastanza elevato di avere dei gemelli. Se alcune sono un po’ spaventate da questa possibilità, altre non lo sono affatto. In realtà, è innegabile che crescere in contemporanea due o magari anche tre bebè sia faticoso. Ma il problema non è solo questo. Una gravidanza gemellare comporta più rischi per la salute dei bambini. È anche per questo che, spesso, si preferisce impiantare un solo ovocita fecondato, che ha probabilità molto basse di dare origine a più feti. La conferma di come questa scelta riduca i pericoli per i bimbi arriva da una recente ricerca.

 

Una procedura codificata

La fecondazione in vitro è una tecnica di fecondazione assistita che consiste nell’unione di un ovulo e uno spermatozoo in laboratorio, con il preciso obiettivo di ottenere degli embrioni da impiantare nell’utero della futura mamma che possano dare il via a una gravidanza. Secondo le evidenze emerse nel corso dello studio danese, impiantare un solo ovocita fecondato nell’utero della donna significa aumentare di ben cinque volte le probabilità di mettere al mondo un bambino in buono stato di salute. Occorre sapere che raramente un solo ovulo fecondato dà origine a più gemelli, ma è una cosa che può succedere.

Uno studio durato 20 anni

Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori danesi, dell’University Hospital of Copenhagen, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Human Reproduction. Ha riguardato più di 92mila bambini nati tra il 1988 e il 2007, grazie al ricorso alla fecondazione assistita. In particolare, gli autori hanno confrontato la salute di 62.379 bimbi e 29.758 gemelli concepiti in modo artificiale con quella di 362.215 bambini e 122.763 gemelli concepiti naturalmente.

Meno rischi di parti pretermine 

Ebbene, dall’analisi è emerso che i bambini concepiti tramite la fecondazione assistita hanno maggiori chance di stare bene se nell’utero della mamma viene trasferito un solo ovulo fecondato alla volta. A dimostrarlo è innanzitutto un dato generale: nei 20 anni di studio si è osservata una netta diminuzione dei bebè nati pretermine  e di quelli con un basso peso alla nascita, diminuzione che è andata di pari passi con la tendenza a impiantare un numero sempre più basso di ovuli fecondati. Non solo. Anche i tassi di bimbi nati morti o deceduti nel primo anno di vita sono diminuiti nel corso degli anni, sia fra i bimbi nati soli sia fra i gemelli. Inoltre, i gemelli concepiti artificialmente nati morti o morti nei primi 12 mesi sono stati meno dei gemelli concepiti naturalmente nati morti o morti nei primi 12 mesi. “Questi dati mostrano che se c’è una politica nazionale per trasferire un solo embrione per ciclo durante la riproduzione assistita, questo riduce non solo i tassi di gravidanze multiple, ma ha anche un effetto importante sulla salute del singolo bambino” hanno concluso gli autori.

 

 

 

In breve

UN PERCORSO DIFFICILE

Al di là del numero di ovociti fecondati, è fondamentale che gli aspiranti genitori decidano con attenzione se intraprendere o meno il percorso della fecondazione assistita. Si tratta, infatti, di un cammino non sempre lineare e non privo di ostacoli. La percentuale di successo media è del 60%, ma la percentuale si abbassa nettamente con l’aumentare dell’età della donna.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti