Fecondazione assistita: nessun rischio per la salute del bebè


Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 09/02/2016 Aggiornato il 31/07/2020

Dai ricercatori americani arriva una rassicurante notizia: i trattamenti per l’infertilità non influiscono sullo sviluppo cerebrale dei bambini

Fecondazione assistita: nessun rischio per la salute del bebè


I bimbi nati a seguito di trattamenti di fecondazione assistita non vanno incontro a alcun problema di sviluppo del sistema nervoso nei primi tre anni di vita. I ricercatori del National Institute of Health, il Dipartimento della Salute dello Stato di New York, sono giunti a questa conclusione dopo uno studio pubblicato su Jama Pediatrics.

Osservati diversi parametri

Gli autori della ricerca hanno studiato le differenze nei punteggi di valutazione dello sviluppo in oltre 1.800 bambini nati da donne rimaste incinte dopo aver effettuato trattamenti contro l’infertilità, e quelli di più di 4.000 bambini nati da donne che non sono state sottoposte a tale trattamento. Il confronto è avvenuto in numerosi intervalli nel corso dei primi tre anni di vita dei bambini: tra quattro e sei mesi, a otto mesi, al compimento di un anno, all’anno e mezzo a due e a tre anni. Diversi i parametri osservati: dalla capacità motoria all’abilità nella comunicazione, dalle prime manifestazioni di problem solving allo sviluppo delle relazioni sociali. Nel complesso nessuna differenza rilevante è emersa tra i due gruppi di bambini. Poiché non è sempre possibile diagnosticare alcune forme di disabilità dello sviluppo a 3 anni di età, gli autori di studio continueranno a valutare i bambini  periodicamente fino al raggiungimento degli 8 anni.

L’infertilità è un fenomeno in crescita

Lo studio rappresenta una rassicurazione importante per tutte le coppie che decidono di intraprendere un percorso di riproduzione assistita, sempre complesso e impegnativo sotto molti punti di vista, a cominciare dall’aspetto psicologico. Le cause dell’infertilità sono diverse, dall’età avanzata con cui si ricerca il primo figlio, all’uso di droghe, l’abuso di bevande alcoliche, le infezioni sessuali e gli squilibri nel peso corporeo. Come riferisce l’Istituto Superiore di Sanità, spesso le donne italiane arrivano tardi alla diagnosi di infertilità. L’età media delle donne che si rivolgono ai centri specializzati è passata dai 35,4 anni nel 2005 ai 36,6 anni nel 2013.

 

 

 
 
 

In breve

PROBLEMI DI infertilita’ PER UNA COPPIA SU 5

L’infertilità è un fenomeno in crescita e oggi riguarda una coppia su cinque. Anzi, il dato potrebbe essere sottostimato, dal momento che è dedotto dal numero di interventi registrati nei centri di procreazione medicalmente assistita, che non tengono conto della popolazione infertile che rinuncia ad avere un figlio.

 

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