Fecondazione assistita: rischi per il bebè?

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 12/03/2019 Aggiornato il 12/03/2019

La fecondazione assistita non aumenta i rischi di parto prematuro e basso peso alla nascita. Smentiti pericoli aggiuntivi per i neonati

Fecondazione assistita: rischi per il bebè?

La fecondazione assistita non aumenta i rischi di parto prematuro né di basso peso alla nascita. A tranquillizzare i genitori è uno studio pubblicato sulla rivista medica Lancet, condotto su un ampio numero di coppie di fratelli.

Sempre più figli della provetta

A oggi sono nati oltre 5 milioni di bambini nel mondo grazie alla fecondazione assistita. Secondo precedenti studi, però, questo tipo di fecondazione aumenterebbe i rischi di parto prematuro (meno di 37 settimane di gravidanza) e basso peso alla nascita (meno di 2,5 chilogrammi), esponendo i bimbi a problemi respiratori, cognitivi e neurologici.

Non ci sono differenze

Gli scienziati dell’Istituto Max Planck per la ricerca demografica, insieme ai ricercatori della London School of Economics e dell’Università di Helsinki, hanno usato i dati di 1.245 fratelli nati in Finlandia tra il 1995 e il 2000, di cui uno era stato concepito in modo naturale e uno con la fecondazione assistita. Comparando i risultati non hanno rilevato rischi addizionali di nascita pretermine o con basso peso tra fratelli concepiti naturalmente o tramite fecondazione assistita. L’incidenza di questi rischi che alcune indagini hanno riscontrato non dipende dall’intervento medico in sé, ma dalle caratteristiche della coppia che ha difficoltà a concepire.

La situazione in Italia

In base al Registro nazionale procreazione medicalmente assistita dell’Istituto superiore di sanità, in Italia si è registrato un boom di procedure di fecondazione assistita. Le coppie che si sono sottoposte a queste metodiche sono passate da 74.292 a 77.522. Conseguentemente, sono aumentati i cicli, da 95.110 a 97.656, e i bambini nati, da 12.836 a 13.582. Questi ultimi, secondo i dati Istat, rappresentano il 2,9% del totale di nati nel 2016 (473.438). I dati disponibili riflettono una situazione in progressivo miglioramento per quanto riguarda sia la maggiore offerta di trattamenti sia le più semplici modalità di accesso. L’aumento di attività si deve soprattutto alla fecondazione con donazione di gameti, al cui utilizzo in Italia ha dato il via libera la sentenza della Corte Costituzionale del 9 aprile 2014.

 
 
 

Da sapere!

In Italia è boom di richieste di fecondazione assistita: cresce la consapevolezza delle donne sulla sicurezza e l’affidabilità di queste procedure.

 

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