Fecondazione assistita: stesso successo con l’impianto singolo o doppio

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 01/07/2013 Aggiornato il 31/07/2018

Fecondazione assistita: più speranze per le future mamme da uno studio sugli impianti singolo e doppio, messi a confronto  

Fecondazione assistita: stesso successo con l’impianto singolo o doppio

Oggi, nel mondo, sono 5 milioni i bambini nati grazie alle tecniche di fecondazione assistita dal 1978 a oggi. In Italia sono tra i 100 mila e 150 mila. Purtroppo, però, sul tema della fecondazione assistita aleggiano ancora oggi dubbi, perplessità e carenza di informazioni. Per questo molte coppie coltivano timori e pregiudizi spesso sbagliati. 

Manca l’informazione

Per esempio, da un’indagine compiuta per conto dell’Associazione fertilità onlus su 100 coppie che si sono rivolte a centri italiani di fecondazione assistita, è emerso che oltre la metà del campione (55%) non è a conoscenza che in Italia, dal 2009, non vige più la norma che fissava il limite di un unico e contemporaneo impianto, per un massimo di 3 embrioni.

I risultati dello studio americano

A questo proposito, uno studio condotto alla Robert Wood Johnson Medical School Reproductive Medicine Associates del New Jersey (Stati Uniti) dimostra che l’impianto di un solo embrione testato contro le anomalie genetiche ha gli stessi risultati in termine di successo di quello di due embrioni non controllati. Il lavoro ha coinvolto 175 donne sotto i 43 anni: alcune sottoposte all’impianto di un singolo embrione, altre all’impianto doppio. Il tasso di successo delle gravidanze è risultato lo stesso nei due gruppi.

Più successi se l’impianto è precoce

Un’altra importante novità arriva da un recente Congresso romano dedicato alla fecondazione assistita. Dalla pratica clinica è emerso che se il trasferimento in utero degli embrioni avviene assai precocemente (allo stadio di blastocisti), aumenta la percentuale di successo dell’impianto. La blastocisti indica la prima fase di sviluppo dell’embrione: si forma dopo circa 5 giorni dalla fecondazione, mentre generalmente il trasferimento in utero viene fatto dopo un paio di giorni.
Questa pratica è fattibile però solo nelle donne giovani, che generalmente hanno a disposizione un alto numero di ovociti. Solo una minoranza degli embrioni, infatti, arriva allo stadio di blastocisti. È invece sconsigliata dopo i 38 anni di età.

 
 
 

In breve

ANCORA TANTI DUBBI

Un recente sondaggio ha rivelato che le donne hanno ancora molti dubbi e timori riguardo la fecondazione assistita.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Le domande della settimana

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Pancione e traumi: quando preoccuparsi?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza, in seguito a un infortunio la verifica che tutto sta procedendo al meglio è una pancia sempre bella morbida e soffice. Qualora la pancia dovesse indurirsi ed essere molto tesa oppure dovessero comparire dolori simili a quelli del ciclo mestruale, potremmo essere di fronte a contrazioni...  »

A 5 settimane l’embrione non si vede

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Nella 5^ settimana di gravidanza non è motivo di allarme non visualizzare l'embrione con il battito del cuoricino. In questa epoca quello che conta è individuare in utero la camera gestazionale.   »

Fai la tua domanda agli specialisti