Genitori dopo un tumore? Oggi si può

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/12/2016 Aggiornato il 20/12/2016

A Barcellona un programma gratuito di preservazione della fertilità permette di diventare genitori dopo un tumore. Già nati 14 bimbi

Genitori dopo un tumore? Oggi si può

Le persone che ricevono una diagnosi di tumore non devono lottare solamente contro la temibile malattia. In molti casi, devono lottare anche per avere le stesse possibilità di concepimento delle persone sane. Le cure oncologiche, infatti, spesso compromettono la fertilità. Ma oggi quello di diventare genitori dopo un tumore non è più un sogno impossibile. Esiste, infatti, una serie di trattamenti che permettono di preservare la fertilità anche in questi casi. Il centro Ivi di Barcellona li offre in maniera gratuita.

Chemio e radioterapia danneggiano le ovaie

Il tumore, anche se in maniera indiretta, può mettere seriamente a rischio la fertilità. La chemio e la radioterapia necessarie per trattare molti tipi di cancro, infatti, incidono negativamente sulla funzionalità delle ovaie, arrestando lo sviluppo dei follicoli, le piccole sacche che contengono le cellule uovo nei vari stadi di maturazione. È per questa ragione che negli ultimi anni i ricercatori hanno lavorato per mettere a punto delle tecniche capaci di proteggere la capacità riproduttiva e, quindi, di realizzare il sogno di diventare genitori anche dopo un tumore.

Le tecniche che preservano la fertilità

Oggi la sfida è stata vinta, almeno parzialmente. Infatti, ci sono diverse metodiche per salvaguardare la fertilità dei pazienti oncologici. Nelle donne si usano soprattutto la crioconservazione degli ovociti  e del tessuto ovarico. In pratica, prima di iniziare le cure, la donna viene sottoposta a un prelievo di cellule uovo fatte giungere a maturazione grazie a una stimolazione ovarica oppure di tessuto ovarico, che poi vengono conservati a bassissime temperature, per poter essere utilizzati una volta finite le cure. Il tessuto ovarico, infatti, può essere trapiantato dopo il tumore, mentre gli ovuli possono essere utilizzati per fecondazioni assistite. Negli uomini si impiega quasi sempre la crioconservazione del seme o del tessuto testicolare.

Il centro di Barcellona

L’Instituto valenciano de infertilidad (Ivi) di Barcellona, nel 2007 ha avviato un programma gratuito di preservazione della fertilità per motivi oncologici. Da allora 14 i bambini sono nati da donne che hanno vinto la battaglia contro il cancro. A loro si aggiungeranno due neonati che nasceranno nei prossimi giorni. “Fino a oggi abbiamo preservato la fertilità di circa 800 pazienti oncologiche nelle cliniche Ivi in Spagna, il 65% delle quali con diagnosi di tumore al seno” ha commentato Daniela Galliano, direttrice del centro Ivi di Roma.

Ancora tanti esclusi

Purtroppo non tutti i malati oncologici hanno la possibilità di accedere a centri attenti alla qualità di vita come l’istituto Ivi. Basti pensare che oggi meno del 10% delle donne con tumore è sottoposta a una delle tecniche che, superata la malattia, le potranno permettere di diventare madre e che solo una minoranza di coloro che ricevono una diagnosi di neoplasia in età riproduttiva viene informata delle possibili conseguenze dei trattamenti antitumorali sulla capacità riproduttiva.

 

 

 
 
 

In breve

I TEMPI DEVONO ESSERE RAPIDI

Diventare genitori dopo un tumore è un sogno che può essere realizzato solo agendo velocemente. Infatti, non si può rischiare di ritardare l’inizio della terapia oncologica. Per questo, oncologo e ginecologo devono lavorare fianco a fianco.

 

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