Il coronavirus blocca anche la fecondazione assistita

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 07/04/2020 Aggiornato il 07/04/2020

L’Istituto superiore di sanità chiede ai centri Pma di sospendere tutti i trattamenti non urgenti a causa del coronavirus

Il coronavirus blocca anche la fecondazione assistita

Con un documento congiunto, il Centro nazionale trapianti e il Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita (Pma) dell’Istituto superiore di sanità raccomandano ai centri Pma di sospendere tutti i trattamenti non urgenti, pur sottolineando come tali misure siano da intendersi come raccomandazioni tecniche e non come disposizioni vincolanti, che spettano alle singole Regioni.

Evitare di correre rischi da Covid 19

Al momento non vi sono prove scientifiche che indichino un rischio specifico di trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 attraverso le pratiche di PMA. Vi sono alcuni dati preliminari sui rischi nelle donne COVID-19 positive in gravidanze avanzate (terzo trimestre), ma non si conoscono gli effetti del virus in fase iniziale di gravidanza sia per la madre sia per il nascituro.

È bene dunque evitare che le pazienti possano trovarsi, in caso di contagio, in gravidanza con la necessità di compiere complesse decisioni terapeutiche e diagnostiche.

Stop anche alle donazioni

La sospensione delle attività riguarda sia la donazione di gameti sia i trattamenti di Pma in generale (con o senza donazione di cellule riproduttive): l’interruzione, in via precauzionale, è da applicarsi alle coppie che non abbiano già iniziato il protocollo di stimolazione farmacologica o che non sono considerate casi urgenti per via dell’età o di particolari condizioni cliniche. Il Cnt (Centro nazionale trapianti) e il Registro Pma invitano i centri a mantenere invece attive le procedure di crioconservazione dei gameti volte a preservare la fertilità dei pazienti oncologici e di tutti quelli che sono sottoposti ad altre terapie considerate tossiche per l’apparato riproduttivo.

Nell’interesse di tutti contenere il contagio

La decisione è stata presa per contenere il rischio di contagio, evitare lo spostamento delle persone e l’accesso alle strutture cliniche e non contribuire a determinare alcuna situazione che possa rendere necessario l’accesso al Pronto soccorso o il ricovero ospedaliero dopo un ciclo di PMA. Questo riduce i rischi che si debbano utilizzare posti letto ospedalieri, sale chirurgiche o terapie intensive per eventuali complicanze legate al concepimento assistito, a vantaggio della gestione dei pazienti con COVID-19.

 

 
 
 

Da sapere!

Le raccomandazioni raccolgono quanto espresso di recente anche dalle società scientifiche di settore come la Società italiana di riproduzione umana (Siru) e la Società italiana fertilità sterità – medicina della riproduzione (Sifes-Mr) e dalla Fondazione Pma Italia.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Le domande della settimana

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Battito lento nell’embrione: proseguirà la gravidanza?

30/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Il cuoricino dell'embrione può battere lentamente senza che questo sia per forza un brutto segno. Comunque sia, per sapere se la gravidanza evolverà si deve attendere il trascorrere dei giorni.   »

Sanguinamento per tutto il primo trimestre di gravidanza

30/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In caso di perdite ematiche che si protraggono per settimane, a giudizio del ginecologo curante può essere opportuno anche effettuare un tampone vaginale per escludere la presenza di microbi. Inoltre, può servire un'integrazione di magnesio, mentre non occorre stare a riposo assoluto.   »

Fai la tua domanda agli specialisti