Procreazione medicalmente assistita: l’importanza di parlarne con i propri cari

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 15/10/2020 Aggiornato il 15/10/2020

Durante un trattamento di Pma è molto importante il supporto sociale ed emotivo che la coppia percepisce intorno a sé da parte di familiari e amici

Procreazione medicalmente assistita: l’importanza di parlarne con i propri cari

Per lo più si arriva alla decisione di tentare un trattamento di procreazione medicalmente assistita dopo una diagnosi di infertilità e le cause possono essere diverse, di natura sia biologica sia psicologica. Un’indagine del 2017 riportava che il 40% delle coppie che inizia un percorso di Pma abbandona il processo in corsa. Senz’altro l’abbandono ha cause psicologiche ed emotive.

Parlarne è importante ma può essere difficile

Le coppie che si sottopongono a un trattamento di procreazione medicalmente assistita hanno un forte desiderio di riservatezza: la necessità di parlare e condividere con i propri cari il periodo difficile che stanno vivendo, sia da un punto di vista emotivo sia organizzativo, si contrappone infatti al disagio di rivelare di non potere procreare in maniera naturale. In genere, le prime persone alle quali molte coppie confidano il problema e dalle quali sono supportate nella scelta sono i genitori e le rispettive famiglie di origine. Ma ci sono anche coppie che ne temono il giudizio negativo, le domande oppure un eccesso di coinvolgimento emotivo. Secondo la dottoressa Francesca Zucchetta, psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e procreazione medicalmente assistita di Clinica Eugin, le coppie sono consapevoli che, talvolta, le tecniche di Pma possono risultare difficili da accettare per le generazioni più mature, entrando in alcuni casi in conflitto con le loro credenze.

Il supporto della famiglia

La coppia è talvolta portata a pensare che il dolore legato alla difficoltà nel concepire un bambino riguardi solo loro e non i loro cari. Un dialogo aperto con genitori e suoceri sulle difficoltà a concepire e sulla procreazione assistita, sia di tipo omologo sia di tipo eterologo è, invece, un passaggio molto utile affinché le coppie possano affrontare il loro percorso di ricerca della genitorialità con serenità e positività. È importante prendersi del tempo per rispondere alle domande della propria famiglia e spiegare con calma le differenti possibilità a disposizione e le varie alternative e lasciare ai futuri nonni e zii il tempo per comprendere e accettare.

Il conforto degli amici

Secondo la dottoressa Zucchetta, le coppie che si sottopongono a un trattamento di riproduzione assistita hanno bisogno di circondarsi anche di amici discreti ma attenti e disponibili, che non facciano troppe domande ma che siano sempre disposti ad ascoltare. Per alcune coppie può essere importante dialogare con amici che, come loro, stanno vivendo la stessa esperienza. L’obiettivo è sentirsi capiti, poter parlare del trattamento, sfogare le proprie emozioni. La coppia ha bisogno di confidarsi con persone ottimiste, che non giudicano, che scelgano bene le loro parole, che evitino di essere impacciati, che sappiano creare un’atmosfera rilassata.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Al termine del lockdown scorso sono ripresi i trattamenti di fecondazione assistita, rientrati nel novero delle cure non urgenti e che quindi erano stati sospesi a marzo. Le cure di procreazione medicalmente assistita ogni mese riguardano circa 7-8 mila coppie, il che significa circa 1.500 nascite ogni mese.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Le domande della settimana

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Pancione e traumi: quando preoccuparsi?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza, in seguito a un infortunio la verifica che tutto sta procedendo al meglio è una pancia sempre bella morbida e soffice. Qualora la pancia dovesse indurirsi ed essere molto tesa oppure dovessero comparire dolori simili a quelli del ciclo mestruale, potremmo essere di fronte a contrazioni...  »

A 5 settimane l’embrione non si vede

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Nella 5^ settimana di gravidanza non è motivo di allarme non visualizzare l'embrione con il battito del cuoricino. In questa epoca quello che conta è individuare in utero la camera gestazionale.   »

Fai la tua domanda agli specialisti