Muco cervicale

Muco cervicale: che cosa c’è da sapere

Le donne che sono alla ricerca di un bebè, ma anche quelle che vogliono un contraccettivo naturale, devono imparare a conoscere il muco cervicale. Tutte le donne, durante la loro vita fertile, vanno incontro a perdite vaginali: in alcuni casi si tratta di secrezioni vaginali di vario tipo, mentre in altri di muco cervicale. Poche sanno che quest’ultimo costituisce una sostanza molto diversa dalle prime e che viene prodotto in maniera diversa nelle varie fasi del ciclo mestruale.

Di che cosa si tratta

Il muco cervicale è una sostanza viscosa, di colore variabile dal biancastro al giallastro, composto da filamenti. Viene prodotto dalle ghiandole dell’utero durante l’intero ciclo mestruale, che mediamente ha una durata di 28 giorni e inizia il primo giorno delle mestruazioni. Solitamente, all’inizio del ciclo viene sintetizzato in minime quantità, tanto che molte donne non notano perdite di alcun tipo. Le cose cambiano, invece, in prossimità dell’ovulazione. Si tratta della fase del ciclo in cui viene liberata la cellula uovo matura, chiamato ovocita, che si sposta nelle tube di Falloppio e, in caso di rapporto sessuale completo, può essere fecondato dagli spermatozoi.

Il muco cervicale serve a favorire il concepimento

Con l’avvicinarsi dell’ovulazione, la produzione di muco cervicale subisce un incremento significativo. Ecco perché la donna, spesso, è soggetta a perdite consistenti, che possono anche inumidire gli slip. Non solo: il muco diventa più fluido, filante ed elastico, simile quasi all’albume d’uovo. Queste variazioni hanno una funzione ben precisa: servono a favorire il concepimento. Più il muco è fluido e abbondante, con maglie larghe, infatti, e più è in grado di facilitare il passaggio e la risalita degli spermatozoi dalla vagina (dove entrano) verso le tube di Falloppio e l’utero, dove si trova l’ovocita ed, eventualmente, avviene il concepimento.

Cambia anche il suo grado di acidità

Anche il grado di acidità, detto pH, del muco cervicale cambia nel corso del ciclo. All’inizio è più acido, poi in prossimità dell’ovulazione diventa più alcalino, contrastando la naturale acidità della vagina: gli spermatozoi, infatti, non amano gli ambienti eccessivamente acidi.

Aiuta a rendere l’ambiente sterile

Il muco cervicale, oltre a favorire il passaggio degli spermatozoi, ha anche altre due funzioni. Innanzitutto, fornisce loro sostanze nutritive, rendendoli più forti e vitali e, dunque, aumentando ulteriormente le chance di concepimento. In secondo luogo, possiede proprietà battericide, garantisce la sterilità della zona e ostacola l’ingresso di germi e batteri che potrebbero scatenare infiammazioni e infezioni ed essere d’intralcio alla gravidanza.  

Che cosa succede alla fine del ciclo mestruale

Verso la fine del ciclo mestruale, la produzione del muco cervicale diminuisce sensibilmente e il pH si abbassa. Non solo. Il muco si coagula e copre il collo dell’utero, chiudendo di fatto l’ingresso a ogni sostanza esterna.

È importante fare attenzione a come cambia

Imparare a osservare i cambiamenti del muco cervicale, quindi, può essere molto utile per capire quando si sta ovulando. Sono molte le donne che in prossimità dell’ovulazione sono soggette a perdite abbondanti: prestando attenzione al proprio corpo e imparando a mettere in correlazione i vari segnali si può comprendere meglio che cosa succede al suo interno. Questo può essere utile tanto a chi è alla ricerca di contraccettivi naturali, quanto a chi vuole rimanere incinta.

Esiste un test in grado di analizzare il muco cervicale

Se il muco cervicale è scarso anche in concomitanza dell’ovulazione la coppia potrebbe avere problemi di infertilità. Ecco perché quando ci sono difficoltà di concepimento, il medico potrebbe prescrivere un esame che consente proprio di analizzare questa sostanza.

Fondamentale anche in gravidanza

Il muco serve anche durante la gravidanza: nel corso delle settimane di gravidanza diventa opaco, appiccicoso e denso, producendo il famoso tappo che sigilla il collo dell’utero e lo isola da germi patogeni. Verso la fine della gestazione, invece, si ammorbidisce. Quando la donna lo perde significa che manca poco al travaglio.

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Fonti / Bibliografia

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