Asma: fertilità a rischio

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 07/10/2014 Aggiornato il 07/10/2014

Recenti studi evidenziano una forte correlazione tra asma e fertilità femminile. Le donne che soffrono di asma, infatti, hanno più difficoltà a concepire

Asma: fertilità a rischio

 

Asma e fertilità femminile sono strettamente collegati: lo dimostrano recenti ricerche scientifiche. Nello specifico, le donne che soffrono di asma rimangono incinta con più difficoltà e in percentuale minore.

I risultati della ricerca

Lo studio che ha analizzato la relazione tra asma e fertilità femminile è stato condotto in Danimarca da un’équipe di ricercatori della Bispebjerg University Hospital. La ricerca ha analizzato un campione di 15.250 donne. Tra quest’ultime, le donne sofferenti di asma hanno avuto bisogno di più tempo (il 21,6% ) per concepire. Addirittura, per il 27% delle donne affette da asma ci è voluto un anno per rimanere incinta. E anche più di un anno nel caso in cui l’asma fosse scarsamente controllato e diagnosticato con ritardo.

Difficoltà respiratoria e impianto degli ovuli

Ma in cosa consiste esattamente questa relazione “negativa” tra asma e fertilità femminile? Si pensa che le donne affette da malattia asmatica, a causa delle difficoltà respiratorie, presentino una maggiore difficoltà di impianto dell’ovulo. L’asma causa, infatti, minore ossigenazione e quindi una minore irrorazione sanguigna anche a livello di addome e utero. Inoltre, fondamentale è la componente infiammatoria. Ovvero, l’asma causa infiammazione delle vie aeree inferiori e, al contempo, porta a uno stato infiammatorio protratto anche del grembo materno. In una tale condizione, l’ovulo anche se fecondato con difficoltà, non riesce a passare alla fase successiva, dunque all’impianto all’interno della cavità uterina.

Importanza del trattamento della malattia

Questi dati sulla fertilità e sul tempo impiegato per concepire per una donna affetta da asma, possono sembrare allarmanti anche perché è proprio la popolazione femminile a soffrire maggiormente di questa malattia (sin dall’età infantile).  Ma, nonostante tutto, c’è anche una buona notizia: sono gli stessi ricercatori, infatti, a sottolineare l’importanza dell’intervento medico precoce per trattare la malattia asmatica. Seguire le cure adeguate e con costanza, ancor meglio a malattia diagnosticata precocemente, porta a ridurre in breve tempo lo stato infiammatorio e, dunque, ad abbreviare anche il tempo necessario alle donne asmatiche per concepire un figlio. Nello specifico, il ritardato concepimento in presenza di asma trattato, scende di ben dieci punti percentuali.

Fattore età: meglio concepire da giovani

Non solo cura e trattamento, anche l’età della donna pare avere un ruolo determinante nel tempo impiegato per restare incinta. Infatti, le studio danese ha dimostrato che alle donne asmatiche sopra i 30 anni è servito un tempo più lungo per concepire rispetto alle donne affette da asma ma sotto i 30 anni di età. La dottoressa Elisabeth Juul Gade, autrice dello studio sottolinea, quindi, l’importanza di una cura precoce che riduca i processi di coinfiammazione a livello di vie aeree inferiori e utero. Ma, al contempo, ribadisce quanto conti sempre il fattore età al fine del concepimento precoce.

 

In breve

CONSEGUENZE LEGATE ALL’INFIAMMAZIONE

La relazione tra asma e fertilità femminile è sancita da uno studio danese. Chi soffre di asma, a causa di stati infiammatori prolungati e diffusi, resta incinta con più difficoltà e impiegandoci più tempo. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti