Infertilità da stress? Colpa di un ormone

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/02/2015 Aggiornato il 20/02/2015

Lo stress influisce sulla fertilità femminile. Colpa di un ormone? Se lo chiedono scienziati americani, che mirano alla messa a punto di un nuovo farmaco

Infertilità da stress? Colpa di un ormone

Lo stress può ridurre la fertilità femminile. Una ricerca condotta all’università di Berkeley (Stati Uniti) ha ipotizzato che ciò sia dovuto all’azione di un ormone chiamato RFRP3, prodotto nel cervello: in situazioni di stress elevato, “disattiva” il sistema riproduttivo, impedendo alla donna di concepire.

Un problema in continuo aumento

Oggi in Italia l’infertilità, sia femminile sia maschile, è in aumento. Le variabili più importanti sono:

– per la donna: l’età,

– per l’uomo: alcune condizioni di lavoro e l’esposizione prolungata allo smog del traffico urbano,

– per entrambi i sessi: il fumo, l’alcol, il sovrappeso, le infezioni sessualmente trasmissibili, l’assunzione di alcuni farmaci, lo sport intensivo o agonistico.

Anche traumi e dispiaceri

 

Per quanto riguarda il fattore emotivo e psicologico, è risaputo che lo stress può ridurre la fertilità di una donna: traumi, dispiaceri e tensioni prolungate portano ad alterazioni del ciclo mestruale, facendo saltare o ritardare l’ovulazione. Esiste poi uno “stress da concepimento”, scatenato dall’obbligo di concentrare l’attività sessuale nei giorni centrali del ciclo femminile: può causare nell’uomo difficoltà di erezione e/o eiaculazione. L’ansia di restare incinta può portare la coppia a un livello di esaurimento e frustrazione tale da limitare la quantità dei rapporti.  Lo stress può ridurre la fertilità di una donna, ma anche di un uomo: influisce sulla libido, sulle prestazioni sessuali, sul livello di testosterone maschile e sulla produzione di spermatozoi.

Lo studio in laboratorio

Ora questo studio potrebbe far luce sui meccanismi ormonali alla base dell’infertilità da stress. Il lavoro è stato effettuato su topi femmina messi sotto pressione per diverse ore al giorno per alcune settimane: le cavie stressate sono risultate meno interessate all’accoppiamento e, quando sono rimaste incinte, hanno avuto più rischi di aborto spontaneo. Le probabilità di dare alla luce dei figli sono diminuite di un quarto. Monitorando nel tempo i livelli di ormone RFRP3, si è notato che questi restavano elevati, nonostante la vita degli animali fosse tornata alla normalità. Questo a dimostrazione del fatto che lo stress influisce sull’organismo anche a lungo termine. Ora i ricercatori sono impegnati nello sviluppo di una pillola capace di abbassare i livelli di RFRP3 nell’essere umano, in modo da aumentare il tasso di fertilità e favorire il concepimento. 

 

 

 

SEGUI IL NOSTRO CONSIGLIO

Qualche esercizio di rilassamento, meditazione e respirazione può aiutare a ridurre lo stress, che influisce sui tassi di fertilità maschile e femminile. 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Le domande della settimana

Si può rimanere incinta dopo un unico rapporto?

22/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

In linea teorica, è certamente possibile avviare la gravidanza dopo un unico tentativo, tuttavia va messo in conto che ci voglia più tempo visto che, secondo le statistiche, le probabilità di concepire per ciclo mestruale non sono moltissime.   »

Olive confezionate e rischio listeria

22/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Se si ha il sospetto di essere state contagiate dalla listeria si può fare lo specifico test sul sangue, tuttavia per avere un risultato attendibile occorre che trascorrano tra le due e e quattro settimane.   »

Bimba di tre anni che vuole mangiare solo dolci, pane e latte: che fare?

21/04/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Le abitudini alimentari si acquisiscono in famiglia: se ai bambini vengono proposti cibi poco sani, come lo sono quelli ricchi di zuccheri, ci si deve aspettare che poi li reclamino. Per aggiustare il tiro, occorre apportare cambiamenti a cui anche i genitori si dovrebbero adeguare.   »

Fai la tua domanda agli specialisti