Infertilità in aumento: un italiano su 5 non riesce ad avere figli

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 03/01/2022 Aggiornato il 03/01/2022

Tra le cause dell’infertilità in aumento: età sempre più avanzata, la poca prevenzione e le malattie metaboliche

Infertilità in aumento: un italiano su 5 non riesce ad avere figli

Età sempre più avanzata, malattie metaboliche e poca prevenzione. E il risultato è l’infertilità in aumento con quasi il 20% degli italiani non riesce ad avere figli. Ad affermarlo è Linda Vignozzi, presidente eletto della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams), professore associato di Endocrinologia nel Dipartimento di Scienze biomediche sperimentali e cliniche ‘Mario Serio’ dell’Aouc di Careggi.

Tasso di natalità più basso d’Europa

Delle problematiche relative all’infertilità in aumento e del tasso di natalità italiano che risulta essere il più basso di Europa, con 1,27 figli per donna, se ne è parlato nel corso del 14° Congresso nazionale della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams). I motivi alla base dei problemi della fertilità di coppia e in particolare della fertilità maschile sono diversi, hanno spiegato gli esperti riuniti al congresso, dall’età sempre più avanzata delle coppie che cercano un bimbo, alla scarsa prevenzione in ambito riproduttivo soprattutto da parte del mondo maschile, fino ad arrivare all’eventuale insorgenza delle malattie metaboliche, sempre più diffuse.

Età avanzata e scarsa prevenzione

Spiega Vignozzi, “sappiamo che la coppia decide di avere un figlio sempre più tardi per motivi sociali ed economici”. Se a questo si unisce che gli uomini in particolare “non hanno una cultura della prevenzione e tendono a rimandare gli accertamenti attraverso i quali è possibile scoprire le patologie alla base dell’infertilità”, si arriva a trascurare i problemi e, quando la coppia sviluppa il desiderio di allargare la famiglia, spesso è troppo tardi.

 “Gli uomini arrivano dall’andrologo sempre più tardi, spesso troppo tardi. Mentre per una ragazza che inizia lo sviluppo puberale è normale rivolgersi al ginecologo per i primi accertamenti, ed effettua negli anni check-up periodici, per il maschio non è così, nonostante la visita andrologica fornisca informazioni molto rilevanti sulla salute riproduttiva”, precisa Vignozzi.

Andrologo punto di riferimento

L’andrologo spesso riesce a evidenziare patologie del tratto genitale anche molto serie, “come il tumore testicolare che colpisce la popolazione giovanile. Quindi è assolutamente necessario sensibilizzare la popolazione – ribadisce l’esperta – sull’importanza della visita andrologica nei maschi fin dall’età dello sviluppo puberale, e talvolta anche prima, per poter evidenziare da subito eventuali alterazioni che possono essere reversibili o necessitare delle terapie mirate”.

Il ruolo delle malattie metaboliche

Ci sono poi alcune patologie che possono contribuire all’infertilità. Tra queste un ruolo importante lo giocano le malattie metaboliche, spiega l’esperta: “Sovrappeso, obesità, ipertensione, colesterolo, riduzione dell’attività fisica, alimentazione ricca in zuccheri semplici e povera in fibre, sono tutte condizioni presenti nella popolazione maschile molto giovane”. Tutti fattori che possono portare allo sviluppo di malattie metaboliche, patologie “che sono anche responsabili di importanti alterazioni ormonali, del liquido seminale o infiammatorie a livello dei genitali, e di conseguenza riducono il potenziale di fertilità. Fortunatamente queste patologie sono reversibili e curabili, quindi intervenire in maniera precoce è fondamentale”, spiega l’esperta.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Spesso accade che la coppia, pur di avere un figlio, “è costretta a sottoporsi a tecniche sempre più invasive e costose, percorsi impegnativi non solo da un punto di vista economico, ma anche emotivo e psicologico”, spiega Vignozzi. Per questo motivo è fondamentale la prevenzione: ecco perché “la Società italiana di andrologia e medicina della sessualità da tempo promuove iniziative per sensibilizzare la popolazione verso una precoce diagnosi di patologie che possono nel futuro portare a problemi di infertilità”.

 

Fonti / Bibliografia

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