Infertilità legata all’età per 4 donne su 5

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 28/03/2018 Aggiornato il 07/08/2018

Nascite in calo: 2% in meno rispetto al 2016. Sul banco degli imputati: infertilità legata all’età

Infertilità legata all’età per 4 donne su 5

Nel suo bilancio demografico 2017 l’Istat ha rilevato una diminuzione di nascite() da record. La popolazione al 1 gennaio 2018 scende a 60 milioni 494mila, segnando una diminuzione di centomila persone (-1,6 per mille) rispetto all’anno precedente. Un nuovo minimo storico per le nascite, che hanno toccato il picco del meno 2% rispetto al 2016 con solo 464 mila nuovi nati. Tra le cause: l’ infertilità legata all’età delle donne.

Parità tra maschi e femminile

Le cause di infertilità sono divise al 50% tra uomini e donne. Ma per le donne l’ infertilità legata all’età riguarda l’80% dei casi osservati. Ed è sempre l’età a provocare le maggiori complicazioni in gravidanza. I numeri non lasciano scampo. Già a 30 anni il patrimonio follicolare di una donna è ridotto di oltre il 50%; a 35 anni rimane solo il 20%; a 40 si riduce al 5%. Una correlazione, quella con l’età, molto meno forte è stata riscontrata, invece, nell’uomo.

Mamme sempre più tardi

Sempre più spesso, però l’assenza di gravidanze non è una scelta, ma una conseguenza. Le ultime ricerche hanno stabilito che la data della prima gravidanza si è spostata, dal 1970 a oggi, dai 22 ai 36 anni. Alla base vi sono soprattutto problemi sociali, come la carriera o il bisogno di indipendenza, e quindi la donna tende a ritardare la data del primo concepimento.

Popolazione sempre più anziana

Per sostituire la nostra generazione ogni donna dovrebbe avere due figli (esattamente 2,1). In questo momento in Italia, invece, siamo a 1,3. Conferma il professor Luca Mencaglia, direttore Unità operativa complessa centro PMA USL sud-est Toscana: “nel 2050 avremo l’86% di popolazione ultra 80enne, e quindi non attiva da un punto di vista lavorativo. Con conseguenze pericolose anche sul nostro welfare. L’ingresso degli immigrati non cambia molto la situazione: all’inizio vengono con abitudini diverse, con un tasso di gravidanze più alto, ma dopo due anni si adeguano ai nostri tassi perché riscontrano le stesse difficoltà, se non addirittura maggiori”.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Per quanto riguarda l’infertilità maschile, in genere all’origine ci sono problemi congeniti, ossia alterazioni che portano a una minore produzione di spermatozoi.

 

 

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