Infertilità maschile, cause, rimedi e come curarla

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 18/04/2025 Aggiornato il 22/04/2025

Cattive abitudini, infezioni trascurate, alterazioni non diagnosticate e anche l'età. Ecco alcune delle cause che possono provocare infertilità maschile. Con l'aiuto dell'esperto, cerchiamo di capire in che modo l'uomo può difendere la propria capacità di procreare.

Infertilità maschile, cause, rimedi e come curarla

L’infertilità maschile è sottovalutata rispetto a quella femminile. Quando però una coppia non riesce a concepire, la causa in circa la metà dei casi è attribuibile all’uomo, che potrebbe avere problemi di produzione degli spermatozoi per disturbi non scoperti e cronicizzatisi, per malattie infettive o per uno stile di vita scorretto. Quest’ultimo fattore, secondo gli esperti, soprattutto negli ultimi anni è causa di molti casi di infertilità maschile. Fumo, alcol, sedentarietà e sovrappeso possono infatti causare alterazioni al liquido seminale e, più in generale, alla sfera sessuale.

Quando un uomo non può avere figli?

Si parla di infertilità maschile quando, a causa di alterazioni all’apparato riproduttore, l’uomo non è in grado di indurre una gravidanza. Le cause possono essere:

  • legate ad alterazioni endocrine, a malattie di ipofisi e ipotalamo e in questo caso si tratta di cause pre-testicolari;
  • dovute ad alterazioni nella produzione degli spermatozoi, definite allora testicolari;
  • conseguenti a disfunzioni sessuali oppure a problemi delle vie seminali. Si parla allora di cause post testicolari.

Infertilità per cause pre-testicolari

Questo tipo di infertilità maschile si verifica quando, a causa del malfunzionamento di ghiandole come ipofisi e ipotalamo, non riescono ad essere presenti nell’organismo in quantità adeguata gli ormoni che regolano sia lo sviluppo dei caratteri sessuali sia la produzione di spermatozoi.

Infertilità per cause testicolari

In questo caso, l’uomo è soggetto a problemi o malattie che riguardano i testicoli. I disturbi possono essere dovuti ad anomalie cromosomiche o genetiche congenite, quindi presenti fin da quando si forma l’organismo e in questo caso si definiscono primarie. Le cause testicolari secondarie, ossia per danni ai testicoli acquisiti dopo la nascita e nel corso della vita, sono numerose e molto diverse tra di loro. Possono essere:

  • dovute a infezioni che raggiungono i testicoli e li danneggiano, per esempio a causa di malattie sessualmente trasmesse come sifilide, gonorrea, Hpv, oppure a infezioni come la parotite;
  • legate a problemi del testicolo, come per esempio il criptorchidismo o il varicocele. Nel primo caso, il testicolo non scende nello scroto, cosa che dovrebbe invece verificarsi già nella vita intrauterina: resta in sede inguinale e l’aumento della temperatura provoca danni alla capacità del testicolo di produrre spermatozoi. Il varicocele è una dilatazione delle vene dei testicoli, che causano un reflusso di sangue e un aumento di temperatura in grado di danneggiare gli spermatozoi;
  • causate da traumi locali, torsioni testicolari o interventi chirurgici che possono ridurre o compromettere la capacità dei testicoli di produrre spermatozoi.

Infertilità per cause post-testicolari

In queste situazioni, la funzionalità del testicolo è normale e gli spermatozoi vengono prodotti, ma non riescono a raggiungere le vie genitali femminili per diverse ragioni. Per esempio, può essere colpa di disfunzione erettile, di ostruzioni delle vie escretrici, o ancora della produzione di anticorpi antispermatozoi che riducono la capacità fecondatrice degli spermatozoi stessi e la loro capacità di percorrere le vie genitali femminili.

Anche l’età è legata alla fertilità

Un aspetto del quale si ha poca consapevolezza è il fattore età, che può influire sulla possibilità di diventare genitore. “In Italia, l’età in cui si cerca di diventare padre si attesta sui 35 anni e quindi non si può non sapere quanto, anche nell’uomo, l’età possa influire sul progetto di diventare genitore” commenta il dottor Francesco Gebbia, ginecologo, direttore clinica PMA IVI Roma e coordinatore medico Medical Affairs Ivirma Italia. “Un uomo ha la capacità di produrre spermatozoi durante tutta la vita, ma numero, concentrazione e qualità peggiorano con il passare degli anni. Dopo i 40 anni esiste una maggiore probabilità che il liquido seminale presenti difetti genetici. Anche la forma e la motilità degli spermatozoi tendono a cambiare e a diminuire”. 

Come si può capire che un uomo è infertile

La possibilità che un uomo abbia problemi di infertilità emerge quando la gravidanza non arriva nonostante la coppia abbia da almeno un anno rapporti sessuali senza uso di contraccettivi. In questo caso, i partner si sottopongono ad alcuni accertamenti per capire quale sia il problema. La donna si reca dal ginecologo per una valutazione ginecologica completa, con dosaggio ormonale ed esami strumentali come ecografia o istero-salpingo-grafia. Lo specialista di riferimento per l’uomo è l’andrologo oppure l’urologo, che effettua una visita e prescrive alcuni accertamenti tra i quali lo spermiogramma. Attraverso questo esame si esamina la qualità del liquido seminale, la quantità, la regolarità e la motilità degli spermatozoi. Inoltre, lo specialista può effettuare anche l’ecografia scrotale color-doppler, per visualizzare problemi ai testicoli come per esempio il varicocele.

Perché è essenziale la visita dallo specialista

Sarebbe però importante che l’uomo si abituasse a controllare la propria salute sessuale con regolarità e, soprattutto, prima di iniziare a sospettare problemi di infertilità. Controlli regolari, a partire dall’età adolescenziale dopo essere stati seguiti dal pediatra, sono fondamentali per individuare per tempo problemi che possono portare a infertilità. Eppure, sono pochi gli uomini che si sottopongono a una visita ogni anno: solo il 17% degli uomini tra i 30 e i 50 anni, secondo uno studio realizzato da IVI, gruppo internazionale specializzato nella riproduzione assistita, in collaborazione con GFK. La maggior parte ci si reca molto più raramente e molti non sono mai stati dall’urologo. Il risultato è una scarsa informazione e soprattutto una consapevolezza insufficiente sulla propria salute sessuale: secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, la qualità del liquido seminale è diminuita notevolmente. Attualmente, il 7% della popolazione maschile nel mondo ha una riduzione della propria fertilità.

I rimedi per l’infertilità maschile

La cura dell’infertilità maschile dipende dalla causa che ne sta alla base. Il varicocele può essere affrontato con la chirurgia, mentre le alterazioni endocrine e ormonali possono essere curate con trattamenti specifici. È però bene ribadire che questi disturbi possono essere scoperti per tempo, e quindi trattati con maggiore efficacia, solo a patto che un uomo si rechi regolarmente dall’urologo fin dall’adolescenza. Oltre a individuare eventuali disturbi, lo specialista può anche istruire in merito ad abitudini di vita scorrette che influiscono sulla qualità del liquido seminale. L’obesità, il fumo, l’assunzione di alcolici, gli indumenti troppo stretti sono nemici della salute sessuale maschile. È importante cambiare il punto di vista maschile, in modo che gli uomini riescano a vincere l’imbarazzo che ancora spesso provano e possano quindi adottare misure proattive per prendersi cura della propria salute riproduttiva.

Photo by Takazart for pixabay

 
 
 

In breve

Una coppia si definisce infertile quando la gravidanza non inizia dopo un certo periodo di rapporti sessuali senza uso di contraccettivi. In circa la metà dei casi le ragioni riguardano l’uomo, che può avere problemi nella produzione degli spermatozoi oppure malformazioni non curate.

 

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