Infertilità maschile: la colpa è anche di una proteina?

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 07/09/2020 Aggiornato il 07/09/2020

Scoperta una proteina fondamentale per la fertilità maschile, che permette la maturazione degli spermatozoi e la loro vitalità. Ecco come funziona

Infertilità maschile: la colpa è anche di una proteina?

Non tutte le coppie riescono a esaudire il proprio desiderio di concepire e avere un bambino. Per alcune di loro, il problema è rappresentato dall’infertilità maschile. Fortunatamente, si tratta di un disturbo che in questi anni è stato molto studiato. L’ultima scoperta in proposito arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Science, che ha individuato una proteina chiave per lo sviluppo e l’attività degli spermatozoi e, dunque, per la fertilità maschile.

Le cause dell’infertilità maschile

Quando una donna non riesce a rimanere incinta, in un terzo dei casi circa alla base c’è un’infertilità maschile. Del resto, si calcola che nel mondo la sterilità colpisca un uomo su sette in età riproduttiva. Ma da cosa dipende questa problematica? L’uomo può non produrre un numero sufficiente di spermatozoi oppure ne produce con caratteristiche di forma, di qualità o di movimento tali da rendere impossibile la fecondazione. Può anche succedere che l’uomo produca anticorpi che attaccano gli spermatozoi.

Uno studio sui topi

Il nuovo studio è stato condotto da un’equipe internazionale di ricercatori, coordinato da esperti della Baylor College of Medicine in Texas, in laboratorio, su un gruppo di topolini. In pratica, i ricercatori hanno disattivato, nei testicoli degli animali, il gene per la proteina NELL2, ritenuta una proteina fondamentale per la fertilità maschile. Infatti, permette la corretta maturazione dello spermatozoo all’interno dell’epididimo, un tubo attraverso cui le cellule riproduttive maschili “viaggiano” verso i dotti che li porteranno all’esterno.

Senza la proteina i maschi diventano sterili

Una volta disattivata la proteina NELL2, gli esperti hanno analizzato le conseguenze. Hanno così scoperto che senza questa proteina, gli spermatozoi dei topolini rimangono immaturi e diventano incapaci di muoversi. La conseguenza è che subentra un’infertilità maschile.

In un secondo momento, gli scienziati hanno ristabilito la funzione di NELL2, scoprendo che in questo modo anche la fertilità maschile dei topolini veniva ripristinata.

Serviranno nuove ricerche

Gli autori hanno concluso che la loro scoperta potrebbe rappresentare un primo nuovo passo nella lotta dell’infertilità maschile per i futuri papà. Infatti, potrebbe comportare implicazioni importanti sia in ambito diagnostico sia terapeutico. Non solo: potrebbe anche favorire lo sviluppo di contraccettivi maschili. Ovviamente serviranno nuove ricerche per arrivare a risultati concreti.

 
 
 

Da sapere

Contro l’infertilità maschile è fondamentale anche seguire uno stile di vita corretto: muoversi il più possibile, avere un’alimentazione adeguata, non fumare, evitare lo stress eccessivo.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Aborto spontaneo a sette settimane: perché è successo?

25/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo un aborto spontaneo è più che giusto voler sapere perché è successo. Purtroppo però elencare tutte le possibili cause richiederebbe la stesura di un intero manuale. Il più delle volte, comunque, succede perché il bimbo è portatore di un'anomalia genetica non compatibile con la sopravvivenza,   »

Bimba di due anni e mezzo che si ribella alla mamma

25/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

I due anni e mezzo sono stati definiti da qualcuno "l'epoca dei no": tenendo conto che c'è dunque da aspettarsi che il bambino diventi più difficile da gestire, spetta ai genitori insegnargli con affettuosa decisione a rispettare le regole, semplici e giuste, che consentono di avere in casa un'atmosfera...  »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti