Infertilità nell’uomo, diffusa ma ancora poco conosciuta e sottostimata

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 20/01/2021 Aggiornato il 20/01/2021

Poca attenzione alla salute intima, troppo pudore a recarsi dallo specialista. Anche questo contribuisce a causare infertilità nell’uomo, un problema spesso sottovalutato

Infertilità nell’uomo, diffusa ma ancora poco conosciuta e sottostimata

Disattenti alla salute intima, poco propensi alle visite dall’andrologo o dall’urologo e disinformati sui rischi che si corrono con una vita sessuale disinvolta. È davvero poco lusinghiero il quadro che emerge da un’indagine condotta da centri per la riproduzione assistita in collaborazione con lstituto Ixè, sul tema dell’attenzione che gli uomini nutrono verso la propria salute sessuale. L’indagine ha scoperto che questi comportamenti poco virtuosi conducono a infertilità nell’uomo, un problema ancora degnato di poca attenzione e spesso sottovalutato.

Una conoscenza ancora troppo scarsa

In Italia circa il 18% della popolazione maschile soffre di infertilità, ma la maggior parte degli uomini tende a sottovalutare il problema e a non effettuare alcun controllo. Lo studio, condotto su un campione di 614 individui maschi e femmine tra i venticinque e i quarantaquattro anni d’età, nel periodo compreso tra il 31 agosto e l’11 settembre 2020, ha messo in luce che oltre un quarto degli intervistati di sesso maschile non ha idea dell’incidenza dell’infertilità nell’uomo in Italia.
È anche completamente differente la percezione in merito a questo problema, tra uomini e donne. Infatti, la maggior parte dei maschi sottostima la questione, affermando che la diffusione del fenomeno riguardi solo 10% della popolazione maschile, mentre secondo le donne il problema riguarda il 20% degli uomini. Il sesso femminile si avvicina quindi molto di più alla realtà. Le donne si mostrano però più disinformate per quanto riguarda gli strumenti diagnostici a disposizione oggi per scoprire l’infertilità nell’uomo. Dieci donne su cento non li conosce, contro il 6% degli uomini. Un problema non da poco, visto che nel caso di figli maschi – bambini e adolescenti – è soprattutto la madre a occuparsi della salute, con visite regolari dal pediatra e poi dal medico di medicina generale.

Lo scorretto approccio culturale

La salute sessuale della coppia e dell’uomo va, invece, tutelata con visite annuali dall’andrologo o dall’urologo, esattamente come la donna si reca dal ginecologo. Si tratta quindi di prevenzione, prima ancora che di cura. La maggior parte degli uomini si reca invece dallo specialista quando ha qualche problema e spesso è tardi per risolvere la situazione. Secondo gli esperti di medicina della riproduzione, si tratta di una questione culturale, non solo medica, perché in Italia ci si vergogna ancora parlare di infertilità, soprattutto maschile. Tanto è vero che uomini e donne si comporterebbero diversamente se avessero problemi di questo tipo. Il 39% degli uomini ha risposto che andrebbe dallo specialista, ma solo il 26% delle intervistate crede che il proprio compagno sarebbe disposto farlo. Soltanto il 9% degli uomini ha ammesso che si rivolgerebbe a un centro specializzato solo se spinto dalla compagna, a fronte del 20% delle donne che è convinto che il partner non ci andrebbe senza l’insistenza della donna. Per prevenire e curare i problemi di infertilità è essenziale prima di tutto modificare questo atteggiamento.

Diverse cause di un problema diffuso

Le cause dell’infertilità nell’uomo non sono sempre precisamente identificabili, ma visite regolari e una vita sessuale più sana e attenta possono ridurre il rischio. Secondo gli esperti, infatti, spesso l’infertilità maschile è dovuta a un problema di varicocele, la dilatazione dei vasi sanguigni che irrorano lo scroto. L’afflusso di sangue provoca un aumento della temperatura e questo interferisce con la produzione degli spermatozoi. È sufficiente un intervento chirurgico rapido e di routine a risolvere il problema, a patto però che il varicocele venga diagnosticato in giovane età, prima che causi infertilità. Un altro problema è quello delle malattie sessualmente trasmesse, dalla sifilide alla clamidia alla gonorrea. Sono problemi che tornano a far parlare di sé, purtroppo sempre più diffusi tra i giovani a causa di una vita sessuale disinvolta e dello scarso uso del preservativo. Un buon rapporto con lo specialista può aiutare anche sotto questo aspetto, curando per tempo infezioni che possono portare a problemi di fertilità.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Secondo gli esperti, gli adolescenti di sesso maschile dovrebbero sottoporsi a visita urologica o andrologica entro i 14-16 anni di età, quando smettono di andare dal pediatra. Le visite dovrebbero essere poi regolari, per acquisire anche sicurezza e fiducia nello specialista.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimbo di 10 mesi con lunghezza al di sotto del 50° percentile: recupererà?

18/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

La statura del bambino è influenzata principalmente dalla genetica e, in misura inferiore dall'ambiente, dove per "ambiente" si intende alimentazione, esercizio fisico, sonno e anche una interazione affettuosa con i genitori e le altre figure accudenti. Indicativamente, all'anno di vita dovrebbe avere...  »

Si può rimanere incinta a 51 anni?

18/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Le donne che avviano una gravidanza dopo i 50 anni e riescono anche a portarla a termine di certo hanno fatto ricorso all'ovocita di una donatrice molto più giovane di loro. Si può escludere che, anche qualora una gravidanza inizi in età così matura, arrivi a termine.   »

Psicofarmaci in gravidanza: lo psichiatra dice no (ma sbaglia)

05/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Fortuna vuole che esistano psicofarmaci compatibili sia con la gravidanza sia con l'allattamento quindi non ha veramente alcun senso suggerire alla futura mamma che soffre di ansia, attacchi di panico, depressione di non curarsi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti