Infertilità: pari e patta

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 03/04/2018 Aggiornato il 07/08/2018

La cause più frequenti di infertilità sono divise al 50% tra uomini e donne: per queste ultime conta molto l'età

Infertilità: pari e patta

In passato la responsabilità dell’ infertilità, all’interno della coppia, veniva sempre attribuita alla donna. L’uomo, perlopiù, rimaneva “fuori” dalla questione. Negli anni si è invece capito che, così come accade nella donna, anche nell’uomo possono esserci alcune meccanismi che non funzionano a dovere e che comportano la mancanza di fertilità. Per quanto riguarda in particolare le cause più frequenti, gli esperti spiegano che sono divise al 50% tra uomini e donne.

I problemi nell’uomo…

Nel maschio le cause più frequenti di infertilità riguardano nella maggior parte dei casi una causa congenita, ossia un’alterazione alla nascita che porta a una minor produzione di spermatozoi. Non secondarie sono poi le concause come stress, inquinamento e fumo.

…e nella donna

In questo caso per circa l’80% delle donne l’infertilità è causata dall’età, poiché sono sempre di più le donne che fanno il primo figlio dopo i 35 anni. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, la data della prima gravidanza si è spostata, dal 1970 ad oggi, dai 22 ai 36 anni: una questione sicuramente più grave di quanto comunemente si creda, dal momento che già a 30 anni il patrimonio follicolare di una donna è ridotto di oltre il 50%, a 35 anni rimane solo il 20% e a 40 si riduce al 5%.  

Problemi economici e di lavoro

“All’origine ci sono soprattutto problemi sociali, come la carriera o il bisogno di indipendenza, o economici, e quindi la donna tende a ritardare il momento di avere un figlio”, sottolinea Luca Mencaglia, direttore dell’Unità operativa complessa Centro procreazione medicalmente assistita dell’Usl sud-est Toscana e organizzatore del primo Congresso nazionale sulla Procreazione medicalmente assistita tenutosi di recente a Firenze.

Invecchiamento della popolazione

Lo spostamento in avanti dell’età in cui la donna tende ad avere il primo figlio comporta inevitabilmente conseguenze sull’invecchiamento della popolazione: “Per mantenere il corretto “turn over” ogni donna dovrebbe avere due figli, mentre in questo momento siamo a 1,3. Questo significa che nel 2050 avremo l’86% di popolazione ultra 80enne, con conseguenze pericolose anche sul welfare”.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Si stimano in Italia due milioni di uomini ipo-fertili, ovvero con una riduzione del numero di spermatozoi al di sotto dei 15 milioni e della motilità al di sotto del 40%. 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimba di 22 mesi che ha iniziato a voler dormire nel lettone

10/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Può capitare che un bambino dopo aver accettato di buon grado di dormire nel proprio lettino a un certo punto cambi idea e voglia a tutti i costi fare la nanna nel lettone: in questo caso occorre armarsi di pazienza e adottare il criterio della gradualità.   »

VCP diminuito in 36ma settimana: c’è da preoccuparsi?

10/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In linea generale è normale che la misura dei ventricoli cerebrali del feto diminuisca con il progredire della gravidanza: si tratta proprio di una condizione fisiologica che non desta preoccupazione.   »

Cardirene a inizio gravidanza: serve davvero?

06/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il netto beneficio dell'assunzione di acido acetilsalicilico a sostegno della gravidanza non è del tutto conosciuto, tuttavia il trattamento può essere di aiuto nel ridurre la maggior frequenza di complicanze gestazionali in determinati casi.  »

Bimba di sei mesi che non vuole la pappa: che fare?

04/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

All'inizio dello svezzamento non è raro che il bambino si dimostri diffidente o, addirittura, ostile nei confronti dei cibi nuovi. Per aiutarlo ad apprezzarli occorrono pazienza e qualche piccola strategia.   »

Fai la tua domanda agli specialisti