Fecondazione assistita: le tecniche di procreazione medicalmente assistita

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 19/04/2012 Aggiornato il 19/04/2012

Oggi la ricerca di un figlio comporta un ricorso sempre maggiore alla fecondazione assistita. Ecco le tecniche più in uso

Fecondazione assistita: le tecniche di procreazione medicalmente assistita

Le condizioni per accedere alla PMA

In Italia possono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita (PMA) tutte le coppie di maggiorenni di sesso diverso, in età fertile, coniugate o conviventi.

Il ricorso alla fecondazione assistita è previsto solo dopo che il medico ha escluso la possibilità di un concepimento naturale dovuto, spesso, anche all’età tardiva della donna e del partner. Serve, quindi, una causa documentata di sterilità o deve essere passato un periodo piuttosto lungo di tentativi di procreazione. Stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Italia offre un gran numero di centri di PMA

di primo, secondo e terzo livello. Le tecniche di fecondazione assistita si distinguono in trattamenti semplici e complessi. Ecco quelle più in uso.

La stimolazione ormonale

In una fase iniziale il ginecologo propone alla donna una semplice stimolazione somministrando farmaci ormonali che, favorendo l’ovulazione, aumentano le possibilità di concepimento. Anche per l’uomo si può prevedere una cura ormonale per migliorare la qualità del liquido seminale.

L’inseminazione intrauterina

È un trattamento di primo livello e fa parte dei sistemi naturali di fecondazione assistita. Si usa nei casi di lieve sterilità maschile e si pratica con l’induzione della crescita di più follicoli (2-3) nella donna mediante farmaci atti ad aumentare le possibilità che almeno un follicolo sia fecondato. L’aiuto medico si limita all’identificazione del periodo ovulatorio e all’inserimento in utero del liquido seminale trattato in modo da selezionare solo gli spermatozoi migliori.

I trattamenti complessi di secondo e terzo livello

Se i problemi d’infertilità sono seri o se la stimolazione ormonale o l’inseminazione intrauterina non hanno dato esito, servono tecniche più sofisticate che, intervenendo sui gameti e sugli embrioni, possono ripristinare la fertilità. Il liquido seminale va preparato selezionando gli spermatozoi migliori per fecondare. Terminato il processo, gli spermatozoi con motilità più elevata e forma migliore sono raccolti in provetta. Vediamo i metodi utilizzati.

La FIVET

La fecondazione in vitro e trasferimento degli embrioni in utero consente il trattamento di disfunzioni sia maschili (chiusura dei dotti spermatici, carenza di spermatozoi) sia femminili (ovulazione difficile o tube chiuse).

Alla donna vengono dati farmaci che potenziano l’ovulazione e, dopo aver verificato che i follicoli siano aumentati, si passa alla raccolta degli ovociti da fecondare. In anestesia locale, alla donna vengono aspirati alcuni ovociti per via transvaginale che saranno messi in provetta con il liquido seminale trattato. Poi, a scadenze regolari, si controlla che sia avvenuta la penetrazione dello spermatozoo nell’ovocita. Gli ovociti fecondati vengono mantenuti in coltura per 24-48 ore e quelli di migliore qualità si trasferiscono in utero. Il successo del trattamento dipende dalla qualità degli embrioni trasferiti in vitro e dalla capacità dell’utero di accoglierli. Non ci si può sottoporre a più di 5-6 cicli di Fivet; ognuno dà in genere una gravidanza nel 20-25% dei casi.

La GIFT

La Gamete Intra Fallopian Transfert (GIFT) è indicata se la donna non ha particolari difetti fisici e l’uomo ha pochi spermatozoi. Prevede la stimolazione della crescita follicolare con farmaci ormonali e il prelievo degli ovuli che, insieme al seme maschile, vengono subito inseriti nell’utero della donna.

Se l’inseminazione riesce, il vantaggio è che i tempi d’impianto dell’ovocita fecondato sono gli stessi di una normale gravidanza. In caso d’insuccesso, si può ripetere massimo 2-3 volte e, tra un trattamento e l’altro, serve qualche mese di pausa per regolarizzare l’assetto ormonale. Le percentuali di successo sono del 10-15%.

La ICSI

L’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo è una tecnica di fecondazione in vitro. Si inietta un singolo spermatozoo all’interno della cellula uovo matura. L’ovocita segue lo stesso percorso di maturazione della Fivet e, se fecondato, viene trasferito in utero entro 48-72 ore. Con la Icsi la fecondazione è più facile perché allo spermatozoo si risparmia l’attraversamento della membrana pellucida. Le probabilità di ripetizione e di successo sono le stesse della Fivet.

In breve

Le diverse tecniche della fecondazione assistita

Il ricorso alla fecondazione assistita è previsto solo dopo che il medico ha escluso la possibilità di un concepimento naturale. Le tecniche possono essere semplici o complesse. Tra le prime ci sono la stimolazione ormonale e l’inseminazione intrauterina. I trattamenti complessi di secondo e terzo livello, invece, sono: la Fivet e la Icsi, entrambe tecniche di fecondazione in vitro; la Gift, indicata quando l’uomo ha pochi spermatozoi.

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