Fertilità maschile: quali sono i motivi per cui è in calo negli ultimi anni?

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 13/01/2023 Aggiornato il 13/01/2023

La comunità scientifica non nasconde la propria preoccupazione: il numero degli spermatozoi è in calo in tutto il mondo e questo potrebbe portare a conseguenze sulla fertilità maschile estremamente gravi in un futuro, non più così lontano. Ecco che cosa si può ancora fare

Sono molti i fattori che determinano il calo della fertilità maschilew degli ultimi tempi

Gli spermatozoi sono in calo con gravi ripercussioni sulla fertilità maschile. A rivelare come questo fenomeno – già ben noto da decenni – non interessi, come si pensava fino a poco fa, solo gli uomini occidentali è un recente macro-studio pubblicato dalla rivista Human Reproduction Update, che ha coinvolto università e istituti di ricerca a livello internazionale, evidenziando una condizione condivisa su scala planetaria.

Calo degli spermatozoi, perché la fertilità maschile è un problema su scala mondiale?

Allargando la visione dai paesi occidentali ai territori di Asia, Africa e Sud America, i risultati non hanno fatto altro che corroborare quanto già emerso da uno studio precedente concentrato su Europa, Nord America, e continente australiano: il numero di spermatozoi è in calo in tutto il mondo.

In 19 anni di approfondimenti, dal 2000 al 2018, prendendo in esame 82 studi, i ricercatori non hanno, infatti, potuto far altro che constatare come la riduzione del numero degli spermatozoi  e la loro concentrazione nel liquido seminale siano ormai un’evidenza che interessa praticamente ogni uomo.

Perché cala la fertilità maschile?

Una condizione che, qualora non dovessero cambiare abitudini di vita, ambiente e sostanze chimiche () cui si è esposti tutti i giorni, il medico ed epidemiologo israeliano della Hebrew University, Levine Hagai, tra le prime firme dello studio, non nasconde la grandissima preoccupazione, arrivando a tratteggiare scenari apocalittici, con il possibile arrivo a uomini incapaci di procreare.

Per tutti questi motivi, gli uomini dovrebbero rivolgersi con regolarità a un andrologo, così da cambiare abitudini di vista e migliorare la propria condizione. Anche perché, come spiega Levine Hagai, il calo degli spermatozoi porta con sé maggiori possibilità di sviluppare disfunzioni ormonali e di andare in contro a patologie come criptorchidismo, ipospadia e tumore al testicolo.

Cosa fare per combattere il calo della fertilità maschile?

La situazione non risparmia, ovviamente, nemmeno l’Italia, che convive con difficoltà oggettive e sociali di pianificazione per la costruzione di una famiglia, ma non resta esclusa dal problema del calo degli spermatozoi, derivato da crescenti e condivise cattive abitudini, come il fumo, la sedentarietà e una cattiva alimentazione, e spinto da sovrappeso, malattie sessualmente trasmissibili e inquinamento.

Sul tema, la Società italiana di Andrologia si appresta ad avviare, partendo dalle scuole, una nuova campagna di sensibilizzazione, per spingere i ragazzi ad agire fin da giovani, affidando alla banca del seme un campione del loro liquido seminale al raggiungimento della maggiore età, così da recuperarli in caso di problemi futuri di fertilità. Anche questo caso, la prevenzione resta tra le armi più importanti a disposizione.

 

 

 
 
 

In sintesi

Quando un uomo non è più fertile?

Un calo sensibile della fertilità degli uomini si verifica a partire dai 35 anni, con un peggioramento del liquido seminale che prosegue e accelera quando si superano i 45 anni.

Come si capisce se un uomo è fertile?

Per indagare la fertilità di un uomo si ricorre allo spermiogramma, un esame che analizza il liquido seminale, ma i test e gli approfondimenti possibili sono molti: dal MAR-TEST alla spermocoltura, passando da test sul DNA degli spermatozoi, urinocoltura, esami ormonali, indagini sul cromosoma Y ed ecocolordoppler scrotale.

 

Fonti / Bibliografia

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