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Che svolgere lavori troppo pesanti o che richiedono un impegno settimanale elevato sia un fattore di rischio per lo sviluppo di stress, mal di schiena e stanchezza è ormai risaputo. Ma che il tipo di professione svolta possa incidere sulla fertilità femminile è una novità per molti. La scoperta arriva da un recente studio condotto da un team di ricercatori statunitensi, della Chan School of Public Health di Boston e della Harvard Medical School, pubblicato sulla rivista Occupational and Enviromental Medicine.
Uno studio su oltre 1.700 infermiere
Lo studio ha coinvolto oltre 1.700 infermiere alla ricerca di un figlio. Tutte sono state invitate a compilare dei questionari relativi al proprio stile di vita e alla propria professione. In particolare, gli autori hanno chiesto loro quante ore lavorassero mediamente ogni settimana e se avessero l’abitudine o meno di sollevare pazienti e/o spostare oggetti. Gli autori le hanno seguite per circa due anni, per verificare quante di loro riuscissero a rimanere incinta e in che tempistiche. Lo scopo era capire se il tipo di professione svolta potesse in qualche modo influire sulla fertilità.
Poche donne sono rimaste incinta
Dall’analisi dei dati raccolti, si è visto che a distanza di un anno dall’inizio dello studio solo il 16% delle donne era riuscito a rimanere incinta, e a distanza di due anni il 5% di loro. Gli autori hanno quindi cercato di capire per quali ragioni la fertilità di queste donne fosse ridotta rispetto alla media. Valutando le risposte ai questionari hanno scoperto che una buona parte di loro presentava fattori di rischio riconosciuti, come età elevata, problemi di peso, abitudine al fumo. Più precisamente è emerso che il 50% delle infermiere aveva almeno 33 anni, il 44% era in sovrappeso o obesa e il 22% fumava o era un’ex fumatrice.
Gli ostacoli al concepimento
La presenza di alcuni dei “nemici” più pericolosi per la cicogna, però, non era sufficiente per spiegare le difficoltà di concepimento in questa casistica. Gli esperti hanno dunque condotto analisi più approfondite, rendendosi conto che le donne che lavoravano più di 40 ore alla settimana impiegavano circa il 20% di tempo in più a concepire un bambino rispetto a quelle che lavoravano dalle 21 alle 40 ore settimanali. Inoltre, hanno visto che trasportare regolarmente oggetti pesanti (superiori agli 11kg) più volte al giorno si associava a un ritardo del 50% nel coronamento del proprio sogno. Purtroppo non si trattava di un’eventualità rara: il 40% delle intervistate ha dichiarato di sollevare carichi pesanti fino a cinque volte al giorno.
Meglio non strafare
Gli studiosi hanno concluso che anche la professione svolta può essere inserita fra i fattori che possono influire sul rischio di fertilità. È vero che bisogna tener presente che chi lavora meno probabilmente dedica meno tempo ed energie alla ricerca di un figlio e che chi non riesce a concepire può scaricare la frustrazione trascorrendo un tempo maggiore lavorando, tuttavia, prestare attenzione alle ore lavorative e al tipo di attività svolta rimane un accorgimento utile.