Maternità: cosa fa scattare l’orologio biologico?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 08/10/2014 Aggiornato il 08/10/2014

Tic tac, tic tac. C’è un motivo se chiamano orologio biologico il desiderio di maternità. Alcuni ricercatori americani ce lo spiegano, con risultati sorprendenti

Maternità: cosa fa scattare l’orologio biologico?

Cosa fa scattare l’orologio biologico in una donna, facendo nascere in lei il desiderio di diventare mamma? Se lo sono chiesti alcuni ricercatori dell’università della Florida (Stati Uniti), che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Human Nature.

Esperienze passate e situazione economica

Gli scienziati hanno analizzato vari fattori che possono influenzare la decisione di diventare genitori e quindi l’orologio biologico: le esperienze vissute nell’infanzia, la situazione socioeconomica della famiglia, la scelta del partner giusto. Si tratta di elementi tutti importanti nella decisione di avere figli. Ma è emerso anche un fattore nuovo.

L’effetto sorprendente del ticchettio di un orologio

I ricercatori hanno scoperto che anche piccoli fattori ambientali, come il ticchettio di un vero orologio, possono condizionare i tempi riproduttivi di una donna. Questo rumore ricorda che il tempo scorre e, probabilmente, inconsciamente fa sentire alla donna che le possibilità di diventare mamma diminuiscono man mano che i mesi passano. Questo effetto è stato riscontrato in particolare nelle donne cresciute in un ambiente socio-economico basso.

Mamme sempre più tardi

Al di là di cosa fa scattare l’orologio biologico, che in Italia si sia alzata l’età del primo figlio è ormai un dato di fatto: secondo dati Istat, l’età media si è alzata dai 29,1 anni del 1991 ai 31,4 del 2012. Una donna su tre partorisce dopo i 35 anni, con quote in crescita per le donne che diventano mamme dopo i 40. Le ragioni vanno ricercate soprattutto in un cambiamento negli stili di vita: si studia di più, si fatica a entrare nel mondo del lavoro e a “ingranare” sul fronte professionale. L’autonomia economica e abitativa viene acquisita in età più matura. I contratti di lavoro, soprattutto i primi, spesso non tutelano la donna in maternità.

E sempre maggiori problemi

Ma con il passare del tempo, aumentano i problemi nel contrarre una gravidanza, avvertono gli esperti. Dopo i 35 anni, infatti, la fertilità di una donna inizia a diminuire rapidamente. Con l’avanzare dell’età sono più frequenti anche i rischi per la salute della mamma, quali ipertensione e diabete gestazionale, che si verificano in media nel 5% delle gravidanze. Lo stesso parametro sale al 35% nelle donne che hanno fatto ricorso a tecniche di fecondazione assistita.

A rischio anche il feto

Rispetto alla mamma, i rischi per il nascituro sono maggiori: potrebbe nascere affetto da trisomia 21 o sindrome di Down, causata dalla presenza di un cromosoma 21 in più e dovuto nel 90% dei casi alla mancata divisione del cromosoma materno, spesso correlato all’età. Vi sono poi altre patologie cromosomiche che si osservano più frequentemente con l’avanzare dell’età materna. 

In breve

L’UOMO È AVVANTAGGIATO

Secondo la ricerca sentire il ticchettio delle lancette di un orologio non esercita lo stesso effetto sui futuri papà, forse perché l’uomo non incontra le stesse difficoltà della donna se decide di avere figli in età avanzata.

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