Concepimento: grasso addominale e fertilità. Quale legame?

Chiara Di Paola A cura di Chiara Di Paola Pubblicato il 05/09/2022 Aggiornato il 05/09/2022

Il sovrappeso è uno dei principali ostacoli alla gravidanza: il grasso in eccesso, soprattutto quello localizzato a livello dell’addome, infatti, determina uno stato infiammatorio generale che interferisce con la funzione riproduttiva e comporta una serie di squilibri endocrini che interferiscono con la fertilità e il concepimento

il grasso addominale ostacola il concepimento

Diversi studi confermano da tempo che esiste un legame tra il peso di troppo e le possibilità di concepimento e, secondo le statistiche dell’Istituto superiore di sanità, il 12% dei casi di infertilità è dovuto a una situazione di sovrappeso o di obesità dell’aspirante mamma. Questo perché il tessuto adiposo non è solo un deposito di energia, ma agisce anche da serbatoio dove si accumulano tossine e da fonte di ormoni e di altre sostanze che influiscono sul metabolismo e sulla salute degli organi riproduttivi.

Come sbloccare l’insulinoresistenza?

Il grasso in eccesso, infatti, determina una situazione di insulinoresistenza con un effetto negativo sulla funzionalità delle ovaie che a sua volta innesca un’iperproduzione di ormoni androgeni (maschili), a discapito della fertilità. Inoltre, nelle cellule adipose è presente l’androstenedione, un ormone precursore dell’estrone (un estrogeno): prodotto dall’ovaio e dal surrene, presiede alla regolarità del ciclo mestruale e alla funzione riproduttiva. Una quantità eccessiva di questi ormoni, però, può alterare il ciclo mestruale fino a determinarne la scomparsa (amenorrea) e conseguenti problemi di concepimento.
Importante il peso giusto
In assenza di problematiche specifiche, uno dei primi accorgimenti per restare incinta è mantenere il peso forma, in base all’Indice di massa corporea (Imc), ottenuto dividendo i chili per l’altezza elevata al quadrato. La “fertility zone” è compresa tra i valori di 20 e 24 di Imc, indice anche di un uno stato di buon equilibrio ormonale. Al di sopra di questo intervallo le probabilità di concepimento si riducono via via, fino quasi ad annullarsi se la donna è obesa (Imc superiore a 30).

Perché il grasso addominale ostacola il concepimento?

A parità di peso, tuttavia, la condizione più sfavorevole per il concepimento è quella di “sovrappeso/obesità centrale”, ossia quello in cui l’adipe in eccesso si accumula soprattutto a livello dell’addome ed è detto “viscerale” proprio perché avvolge gli organi interni, ovaie comprese. L’infiammazione che ne consegue stimola la secrezione di aromatasi 2, un enzima che innalza il livello degli estrogeni, con un effetto simile alla pillola anticoncezionale. Il tessuto adiposo produce anche leptina, una proteina che serve a regolare il senso di sazietà, ma – se aumenta troppo in modo cronico – può danneggiare i follicoli e la loro funzione.

Perché l’ovaio policistico fa ingrassare?

La condizione di sovrappeso/obesità centrale si associa con la più frequente anomalia endocrina nella donna: la sindrome dell’ovaio policistico (Pcos), in cui la formazione di piccole cisti sulle ovaie, unita alla condizione di iperinsulinemia e insulino-resistenza, provoca un’eccessiva produzione di testosterone (ormone maschile) rispetto al livello di estrogeni e progesterone, che compromette la regolarità mestruale, rende più difficile l’ovulazione e a volte la blocca del tutto (anovularietà cronica).

In che modo il sovrappeso aumenta il rischio di aborti spontanei?

Oltre ad avere più difficoltà a restare incinta, la donna con sovrappeso/obesità centrale corre molti più rischi di aborto spontaneo, perché il grasso addominale altera negativamente l’ambiente uterino, rendendolo poco favorevole alla maturazione dell’ovulo, al suo impianto nell’endometrio e allo sviluppo dell’embrione. Ecco perché la fecondazione in vitro può non riuscire a risolvere i problemi di ipofertilità delle pazienti obese, per le quali questa procedura si rivela non solo più difficoltosa e rischiosa, ma anche meno efficace.

Cosa comporta l’obesità in gravidanza?

Numerose ricerche hanno dimostrato che – anche se si riesce a restare incinta – il grasso addominale continua a rappresentare un rischi, sia per la mamma sia per il nascituro. Oltre ad aumentare le probabilità di diabete gestazionale, gestosi, parto pretermine e infezioni, accresce anche il rischio di morbilità operatoria e morte neonatale. 

Fortunatamente l’infertilità causata da sovrappeso/obesità è una condizione reversibile. Gli studi dimostrano che nel 70% dei casi basta un modesto dimagrimento (con la perdita anche del solo 5-10% del peso corporeo) per regolarizzare il ciclo mestruale, aumentare l’ovulazione e incrementare le possibilità di concepire. Basta adottare uno stile di vita sano, con un’alimentazione il più possibile equilibrata e varia, associata a regolare attività fisica (soprattutto di tipo aerobico) e al monitoraggio da parte di specialisti (ginecologo, nutrizionista, psicologo).

L’obesità può diminuire anche la fertilità maschile?

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che il grasso addominale ha un effetto negativo anche sulla fertilità maschile, in quanto determina un aumento degli ormoni sessuali femminili (estrogeni) a svantaggio di quelli androgeni (che stimolano il testosterone e la produzione dello sperma) e delle proteine deputate al trasporto degli ormoni sessuali (Sex hormone binding globulin-Shbg). Oltre ad aumentare il rischio di disfunzione erettile, questo squilibrio ormonale rischia di intaccare la qualità del liquido seminale, riducendo il numero e la motilità degli spermatozoi.
Infine, l’eccesso di grasso si associa a un aumento nell’organismo di sostanze ossidanti (radicali liberi), altamente dannose per i gameti maschili, così come l’innalzamento della temperatura a livello scrotale, causata dall’eccesso di grasso sovrapubico.
                         

 

 
 
 

In sintesi

Come si calcola il rapporto girovita – altezza?

Per intraprendere e portare a termine serenamente una gravidanza, occorre tenere sotto controllo la circonferenza della vita, che non deve superare la metà della propria altezza. Un altro parametro utile da considerare è quello che gli inglesi chiamano waist/hip ratio, cioè il rapporto tra la circonferenza della vita e quella del bacino, considerato a rischio se supera lo 0,80 (nelle donne).

 

Fonti / Bibliografia

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