Mamma dopo un tumore? Possibile con il trapianto delle ovaie

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/11/2015 Aggiornato il 20/11/2015

Il trapianto ovarico potrebbe consentire di intraprendere una gravidanza anche dopo che le terapie antitumorali hanno compromesso la fertilità

Mamma dopo un tumore? Possibile con il trapianto delle ovaie

Il trapianto ovarico è possibile per le donne che vogliono avere una gravidanza dopo un tumore. È quanto sostengono gli studiosi del Laboratory of reproductive biology del Rigshospitalet di Copenhagen (Danimarca) dopo aver effettuato uno studio su  32 donne che erano state sottoposte a una terapia antitumorale e volevano in seguito diventare madri.

Che cosa è stato fatto

Gli scienziati hanno prelevato dalle donne il tessuto ovarico prima del trattamento e lo hanno congelato. In seguito l’hanno trapiantato di nuovo, quando queste avevano scelto di intraprendere una gravidanza. Dieci sono riuscite a portare a termine con successo la gravidanza. Hanno dato alla luce 14 bambini in totale e ci sono state 2 interruzioni di gravidanza volontarie e una spontanea. Otto bambini sono stati concepiti naturalmente e 6 con l’aiuto della fecondazione in vitro. I ricercatori hanno concluso che il trapianto ovarico è possibile per le donne che vogliono avere una gravidanza dopo un tumore, che la procedura è sicura e il tessuto innestato è efficace nel ripristinare la funzione ovarica.

Malattie in aumento

Ogni anno in Italia, 9410 donne si ammalano di tumore e rischiano l’infertilità a causa delle terapie antitumorali.  Quello dell’ovaio rappresenta il 3% di tutti i tumori femminili e nel 2014 ha colpito 4.900 italiane. Per quanto riguarda il tumore al seno, ogni anno si verificano 47mila nuovi casi di cui il 5,1% interessano donne con meno di 40 anni di età. Tra queste, circa 2.400 ogni anno potrebbero proteggere la propria fertilità futura e sperare in una gravidanza dopo la guarigione. 

La conservazione degli ovociti

Queste donne potrebbero coronare il desiderio di una gravidanza dopo la malattia grazie alla tecnica di conservazione dei propri ovociti (cellule uovo). Una possibilità concreta, definita anche dalle maggiori società scientifiche internazionali, ancora poco nota e poco presa in considerazione anche da oncologi e ginecologi. La conservazione degli ovociti è una forma di prevenzione efficace soprattutto per le giovanissime, che non hanno avuto il tempo di pensare a un progetto genitoriale. Ora questo studio solleva anche l’ipotesi di un’alternativa: il trapianto ovarico è possibile per le donne che vogliono avere una gravidanza dopo un tumore. 

 

 

 
 
 

In breve

TANTI I FATTORI IN GIOCO

 Il rischio di perdita della fertilità dopo una terapia antitumorale è influenzato da diversi fattori come l’età al momento della terapia, il tipo e il dosaggio di chemioterapia, la posizione e il dosaggio della radioterapia.

 

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