Test di gravidanza positivo e negativo. I casi falsi positivi
A cura di Patrizia MasiniPubblicato il 20/02/2019Aggiornato il 14/01/2020
I test di gravidanza sono economici, pratici ed affidabili. Ma è importante utilizzarli in maniera corretta per non rischiare di falsare i risultati
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È possibile accertarsi personalmente se è in arrivo un bebè ricorrendo a pratici test di gravidanza in vendita in farmacia o nei supermercati. Si tratta di strumenti dal semplice utilizzo che permettono alla donna di sapere se è incinta evitando di ricorrere subito a un controllo medico che verrà fissato in un secondo tempo.
Di solito, questi test sono costituiti da uno stick, ovvero una barretta di plastica dotata di una “finestra di controllo” aperta su una striscia reattiva: messa a contatto con l’urina essa cambia colore evidenziando o meno la presenza di una gravidanza. Il test può essere effettuato a casa propria: nel giro di pochi minuti fornisce un esito la cui affidabilità è molto vicina a quella garantita dagli esami di laboratorio.
Può dare risultati “falsi negativi”
Pur essendo contraddistinto da un’alta affidabilità, può capitare che il test di gravidanza dia un esito negativo anche se la donna è incinta (“falso negativo”). In particolare ciò si verifica nei casi in cui:
la donna ha un ciclo mestruale più lungo della norma (30-35 giorni invece dei classici 28) o l’ovulazione risulta spostata verso la fine del ciclo, invece che in quella centrale corrispondente al 14° giorno. Ciò, infatti, determina anche lo slittamento in avanti dell’avvio di produzione di hcg da parte dell’organismo materno, che comincia a evidenziarsi qualche giorno più tardi;
l’esame viene effettuato troppo presto (cioè prima di 6-7 giorni dalla data del mancato ciclo), per cui il tasso di HCG nell’urina non risulta ancora sufficientemente alto per essere rilevato (il livello minimo corrisponde a 25 milliunità per millilitro).
Al contrario è possibile ottenere un “falso positivo” se:
si è verificato da poco un aborto spontaneo;
l’esame viene eseguito nelle otto settimane successive a un parto, laddove si abbia il dubbio di essere di nuovo incinta;
la donna è in menopausa;
sono presenti disturbi quali cisti ovariche, malattie dell’apparato riproduttivo o infezioni che possano alterare il risultato dell’esame;
la donna sta assumendo farmaci contro l’infertilità.
Andrebbe ripetuto
Per i motivi sopraindicati è sempre opportuno ripetere il test 3-4 giorni dopo la prima esecuzione per confermare l’esito precedente. Ciò vale anche nel caso in cui lo stick si colori solo debolmente: significa, infatti, che il risultato non è sicuro.
Non a caso la maggior parte delle confezioni contiene due stick. È importante, però, conservare la confezione in un luogo asciutto e a una temperatura compresa tra i 15 e i 30 gradi.
Da sapere!
Se l’esito del secondo test risulta positivo è importante fissare subito un appuntamento con il ginecologo che sottoporrà la donna a un visita per accertarsi dell’avvenuto concepimento: le modificazioni che va subendo l’utero sono, infatti, rilevabili al tatto già nel corso di queste prime settimane.
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