Claudio Migliori, Direttore dell'Unità Operativa di Neonatologia,
dell'Ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica, Milano. Risponde a dubbi relativi ai problemi dei nati pretermine e dei lattanti da
0 a sei mesi.
Pubblicato il 23/03/2023Aggiornato il 19/09/2024
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Dottor Claudio Migliori, Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia, dell’Ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica, Milano. Risponde a dubbi relativi ai problemi dei nati pretermine e dei lattanti da zero a sei mesi.
Dalla BPD non si guarisce in senso letterale, ma ci si può convivere, a volte anche bene. La possibilità che un bambino colpito arrivi a respirare in autonomia, cioè senza ossigeno, è il primo grande traguardo da raggiungere, »
Non è quasi mai possibile prevedere quando un piccolissimo con un severo problema all'apparato respiratorio potrà rinunciare al supporto dell'ossigeno. »
Quando un bambino di appena quattro mesi rifiuta il latte, occorre una valutazione accurata da parte del pediatra di famiglia, al quale spetta formulare una prima ipotesi diagnostica per poi approfondire. »
In letteratura, non ci sono dati che indichino quanto tempo debba passare perché l'assunzione di crack in gravidanza non comporti conseguenze nel neonato, quindi non si può escludere che il bambino alla nascita manifesti qualche sintomo: in questo caso è importante avvertire il neonatologo di aver ... »
La displasia broncopolmonare (BPD) è una complicanza della prematurità il cui esito non è sempre facilmente prevedibile. Solo il passare del tempo potrà permettere d capire cosa accadrà al bambino. »
La positività ai test di Coombs (diretto e indiretto) è destinata ad andare progressivamente esaurendosi, insieme al rischio di anemia. Fermo resta che l'andamento dell'emoglobina va monitorato nel tempo per eventualmente intervenire con cure adeguate. »
Quando emerge un'incongruenza rispetto ai risultati del test di Coomb, è opportuno che la neomamma ripeta l'indagine, magari ricorrendo a una metodica diagnostica diversa dalle precedenti, rivolgendosi a un Centro di ematologia dell’adulto. »
Nei giorni in cui fa molto caldo è possibile che anche i piccolissimi allattati al seno abbiano sete e che quindi il loro pianto esprima il bisogno di essere più idratati. Offrire 20-30 ml d'acqua potrebbe essere risolutivo. »
L'Academy of Breastfeeding Medicine suggerisce che le donne che hanno abusato di cocaina nel corso della gravidanza non dovrebbero allattare al seno a meno che non abbiano una tossicologia urinaria negativa al momento del parto e siano "pulite" da almeno 90 giorni. »
Può essere verosimile che l'irrequetezza, il pianto inconsolabile, i continui risvegli notturni di un lattantino siano dovuti alle cosiddette "coliche gassose": spetta al pediatra curante diagnosticarle e poi indicare la cura che meglio si adatta al singolo caso »
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Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale. »
In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi... »
A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve. »