Può capitare che l'embrione sia più piccolo (o più grande) di quanto ci si aspetta senza che questo sia automaticamente segno di qualcosa che non va. »
Il diametro transcerebellare (definito con le sigle DTC o TDC) è la lunghezza del cervelletto: se l'ecografia rilevasse un valore anomalo verrebbe segnalato nel referto. »
Nelle linee guida non esiste alcuna definizione di battito "flebile" relativa all'attività cardiaca dell'embrione quindi non è neanche possibile interpretarla. »
Se il medico che esegue l'ecografia afferma che va tutto bene, non c'è ragione di preoccuparsi: nessuno meglio d chi effettua l'indagine può dire come stanno le cose. »
Le Società scientifiche di Diagnosi prenatale per assicurare controlli ecografici che risultino davvero rassicuranti hanno stilato precise linee guida utili per la datazione della gravidanza. »
Una idronefrosi (così si chiama la dilatazione del bacinetto renale) di 12 mm rende opportuno sottoporsi a un'ecografia più approfondita (di II livello). »
La falce cerebrale costituisce la separazione tra i due emisferi del cervello: viene valutata a partire dalla 10^-11^ settimana di gravidanza, quindi non c'è da aspettarsi che l'ecografia la visualizzi molto prima. »
Le misure che pur collocandosi nella parte inferiore della curva di crescita sono considerate nella norma non devono destare preoccupazione. Del resto, se l'ecografista non segnala anomalie significa che si può stare tranquilli. »
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Non c'è nulla di cui preoccuparsi quando la gravidanza viene ridatata, specialmente se la differenza tra l'epoca calcolata in base alla data dell'ultima mestruazione e le misure rilevate dall'ecografia è di appena una settimana. »
L'elenco delle possibili cause di amenorrea o, comunque, di irregolarità mestruale è molto nutrito e non è possibile, in assenza di informazioni precise, ipotizzare quale possa essere nel singolo caso. Quello che serve è effettuare determinati controlli affidandosi al proprio ginecologo. »
A fronte di una diagnosi di depressione post parto è irrinunciabile intraprendere cure mirate, che consistono nella psicoterapia associata all'assunzione di farmaci ad hoc. Spetta comunque al medico pianificare la strategia più adatta al caso. »
Le possibili cause che possono indurre il bambino a scoppiare a piangere e a tossire mentre viene allattato sono numerose: se l'episodio si ripete è necessario un controllo dal pediatra curante. »