Il professor Paolo Gasparini risponde a dubbi relativi alle questioni genetiche.
Pubblicato il 03/10/2020Aggiornato il 23/08/2024
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Il Professor Paolo Gasparini si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Torino nel 1985. Nel 1988 e nel 1992 rispettivamente ha ottenuto le specializzazioni in Ematologia e in Genetica Medica presso l’Università di Verona. È professore ordinario di Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Trieste, Responsabile del Servizio di Genetica Medica e Responsabile del Dipartimento di Diagnostica Avanzata e Sperimentazioni Cliniche, e da agosto 2020 anche Direttore Scientifico ad Interim, presso l’I.R.C.C.S. materno Infantile Burlo Garofolo a Trieste. Nella sua carriera ha contribuito all’identificazione di diversi geni di malattie ereditarie e malattie complessi sviluppando ricerche sulle malattie genetiche con un focus sulla genetica dei sensi, il comportamento alimentare e le loro implicazioni sulla salute e trascorrendo periodi di lavoro presso il CHOP (Philadelphia, USA), Sanger (Cambridge, UK), Sidra Medical and Research Center (Doha, Qatar).
Ogni fecondazione costituisce una storia a sé e ogni volta si hanno le stesse probabilità di concepire un maschio o una bambina. È, dunque, sempre il caso a "tirare i dadi". »
La consanguineità aumenta lievemente il rischio di avere figli colpiti da una malattia genetica a trasmissione recessiva, come per esempio la fibrosi cistica. »
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Una volta visualizzati con l'ecografia l'embrione e il battito del cuoricino non ha più senso continuare a dosare le beta nel sangue, perché il loro andamento a questo punto della gravidanza non è predittivo di nulla. »
In linea teorica, è certamente possibile avviare la gravidanza dopo un unico tentativo, tuttavia va messo in conto che ci voglia più tempo visto che, secondo le statistiche, le probabilità di concepire per ciclo mestruale non sono moltissime. »
Le abitudini alimentari si acquisiscono in famiglia: se ai bambini vengono proposti cibi poco sani, come lo sono quelli ricchi di zuccheri, ci si deve aspettare che poi li reclamino. Per aggiustare il tiro, occorre apportare cambiamenti a cui anche i genitori si dovrebbero adeguare. »