Baby sitter: cosa può chiedere ai “datori di lavoro”

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 27/09/2018 Aggiornato il 18/09/2024

Quando si tratta di scegliere e gestire la tata, mamma e papà avanzano molte pretese. Ma anche le baby sitter hanno il diritto di fare richieste.

Baby sitter: cosa può chiedere ai “datori di lavoro”

Che esperienza ha? Come si approccia ai bambini? Quali referenze porta in “eredità”? È dolce? Quando si tratta di scegliere e valutare una baby sitter sono tantissime le domande che si pongono i genitori. Ma che cosa pensano, invece, coloro che stanno dall’altra parte? È la domanda che si è posto Sitly, sito specializzato nella messa in contatto di famiglie e babysitter, che ha condotto un sondaggio per cercare di capire che cosa dovrebbero smettere di dire o fare mamma e papà.

Rispetto degli orari

Innanzitutto, i genitori dovrebbero essere molto chiari sull’orario di inizio e di fine del servizio ed evitare i cambi di programma dell’ultimo secondo. È chiaro che una baby sitter deve essere minimamente flessibile, ma non si può pretendere che sia sempre disponibile ad arrivare prima o fermarsi di più, se non la sia avvisa per tempo. Le baby sitter chiedono maggior rispetto in questo senso.

No lavori extra

La baby sitter non è una colf. Dunque, a meno che ci si accordi preventivamente su mansioni extra da affidarle, non si può pretendere che si occupi anche di tenere in ordine la casa. Ovvio che una persona dotata di buon senso e di rispetto per il proprio datore di lavoro cercherà di fare quanto possibile, mentre il bambino dorme o gioca da solo, ma questo non significa che sia tenuta a fare le grandi pulizie o portare a spasso il cane.

Indicazioni precise sui bambini da accudire

Molte babysitter si lamentano della carenza di informazioni chiare da parte dei genitori. Secondo loro, cioè, molte mamme e papà non forniscono indicazioni precise su aspetti quali alimentazione, nanna, uso della televisione, ma poi si lamentano se la tata non fa quanto loro si sarebbero aspettati. Meglio, dunque, precisare bene le cose fin dall’inizio, così da evitare malintesi.

Flessibilità “a due vie”

I genitori, però, non dovrebbero essere troppo rigidi e pretendere dalla baby sitter l’impossibile. Dopotutto, è lei che in quel momento sta con il bambino e ha il polso della situazione. Quindi, se è vero che è giusto dare delle regole all’interno della famiglia e pretendere che anche la tata le osservi, è anche vero che si possono fare delle concessioni se il momento lo richiede. Per esempio, se il bambino un giorno è inappetente non si può chiedere alla baby sitter di obbligarlo a finire la pappa. Un po’ di elasticità da entrambe le parti non può che giovare a tutti.

Coerenza

Un altro tema delicato è quello della tecnologia. Molti papà e mamme vogliono che la baby sitter risponda in tempo reale ai loro messaggi e sia sempre pronta a rispondere alle loro chiamate, ma al tempo stesso che in casa si utilizzino poco i dispositivi tecnologici. Un paradosso: lei dovrebbe essere la prima a dare il buon esempio e a stare con bambini piuttosto che al telefono. E che dire poi dei genitori che non vogliono che la tata faccia usare tablet e computer ai figli, ma che invece quando i figli sono con loro non pongono alcun divieto in questo senso?

Puntualità nei pagamenti

Essere pagati in ritardo e magari pure in maniera poco equa non è bello per nessuno, nemmeno per le baby sitter. I genitori, dunque, dovrebbero ricordarsi di essere sempre puntuali e di non dare per scontato quei classici dieci minuti in più, che sommati a fine mese corrispondono a una bella fetta di tempo della tata.

 
 
 

In breve

Le babysitter che lavorano con i bambini non devono eseguire solo gli ordini dei genitori ma hanno anche dei diritti che vanno dalla puntualità, alla gestione ore, a pagamenti precisi e tante altre cose che fanno parte del loro lavoro.

 

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