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Il bonus mamme lavoratrici 2025 cambia radicalmente nel suo impianto. Con il “decreto omnibus” del 20 giugno, infatti, il governo ha approvato una modifica sostanziale per quanto riguarda l’agevolazione offerta per il 2025 alle madri lavoratrici con due figli, un contratto a termine oppure lavoratrici autonome purchè non iscritte al regime forfettario.
Non si parla più infatti di esonero contributivo bensì di un bonus del valore di 480 euro che verrà erogato direttamente dall’Inps, in un’unica tranche, a dicembre. Il limite di reddito per avere diritto al bonus è di 40 mila euro l’anno. L’Inps non ha dato ancora indicazioni in merito alle modalità di richiesta e di erogazione dal momento che la misura manca della definita approvazione da parte del ministro del Lavoro: per questa ragione non è possibile ora fare domanda per il bonus.
Cosa cambia
Meglio conosciuto come bonus mamme e confermato dall’ultima legge di Bilancio anche per il 2025 ma rimasto senza decreto attuativo, prevedeva fino a poco tempo fa l’esonero dal versamento dei contributi sociali per alcune categorie di lavoratrici, madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo. Una misura che se del 2024 era destinata alle sole lavoratrici dipendenti, nel 2025 è stata estesa anche alle lavoratrici a tempo determinato e a quelle autonome che non abbiano scelto il regime forfettario.
Il decreto omnibus del 20 giugno stabilisce un nuovo regime per il 2025: si passa infatti dal precedente esonero contributivo all’erogazione di un bonus vero e proprio in denaro, versato non più dal datore di lavoro e inserito in busta paga ma erogato direttamente dall’Inps in un’unica tranche a dicembre.
Per sovvenzionare la nuova manovra ai 300 milioni già inseriti nella legge di Bilancio 2025 ne sono stati aggiunti altri 180 che portano il finanziamento complessivo per il bonus mamme lavoratrici a 480 milioni di euro.
In quanto consiste il bonus
Per il 2025 alle lavoratrici aventi diritto al bonus spetta un contributo di 480 euro totali (pari a 40 euro mensili per ogni mese di lavoro effettivo) su base annua, somma non imponibile ai fini fiscali e contributivi e quindi da considerarsi netta.
La cifra verrà corrisposta direttamente dall’Inps in un’unica tranche a dicembre 2025 anche se le modalità precise sono ancora da stabilire.
A chi spetta il bonus
Il nuovo contributo di 480 euro è previsto per:
- le mamme lavoratrici dipendenti con contratti a tempo determinato e le libere professioniste (purchè non aderenti al regime forfettario) che abbiano almeno due figli a carico. Il contributo viene riconosciuto fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo
- le lavoratrici madri di tre o più figli con contratto a tempo determinato oppure autonome non in regime forfettario fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo
- in entrambi casi il limite massimo di reddito annuo per godere del bonus è fissato a 40 mila euro.
Cosa succede per le lavoratrici a tempo indeterminato
Le donne che lavorano con un contratto a tempo indeterminato sono escluse dal nuovo contributo di 480 euro. A loro, sempre purchè abbiano due figli e un reddito annuo non superiore a 40 mila euro, spetta un esonero parziale dei contributi previdenziali, con un tetto massimo di 3 mila euro annui, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.
La decontribuzione, confermata dall’ultima legge di bilancio, non è comunque diventata ancora effettiva mancando il decreto attuativo.
Cosa succederà nel 2026
La nuova misura per le lavoratrici interessate riguarda il 2025. Nel 2026 si tornerà al precedente impianto che prevedeva, sulla base della legge di bilancio del 2025, un esonero fiscale al posto del nuovo contributo diretto.
Alle lavoratrici dipendenti (sempre senza considerare i rapporti di lavoro domestico) e alle lavoratrici autonome che non hanno scelto il regime forfettario, verrà riconosciuto nel 2026 un esonero contributivo parziale a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40.000 euro su base annua.
Resta la condizione che le lavoratrici siano madri di due o più figli e l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Cosa succede alle mamme di tre o più figli? Fino al 31 dicembre 2026 non verrà applicata la riduzione parziale ma resterà effettiva quella totale come previsto dalla Manovra 2024 (articolo 1, comma 180, Legge numero 213/2023).
Va precisato in ogni caso che, pur comportando un minor versamento di contributi a finanziamento della pensione, godere del Bonus mamme non genera alcuna penalizzazione nell’accesso e nella misura del trattamento pensionistico spettante alla lavoratrice.
Come fare richiesta
Tra le novità introdotte di recente anche un cambio nelle modalità di accesso all’agevolazione. Se prima infatti era il datore di lavoro a riconoscere il contributo direttamente in busta paga, ora la domanda dovrà essere fatta dalla lavoratrice all’Inps. La nuova misura però deve ancora essere approvata dal ministro del Lavoro. Per questo l’Inps non ha ancora stabilito le modalità per la richiesta e per la stessa ragione non è possibile ad aggi avere indicazioni su come procedere con la domanda. Non resta quindi che attendere il decreto ministeriale attuativo.
Le mamme lavoratrici escluse dal bonus
La nuova modalità di erogazione del bonus mamme lavoratrici non riguarda le lavoratrici a tempo indeterminato.
Rimangono in ogni caso escluse sia dall’erogazione che dalla decontribuzione anche:
- le madri con un figlio solo, anche se disabile
- le lavoratici in casa
- le disoccupate
- le collaboratrici occasionali
- le lavoratrici autonome che hanno aderito al regime forfettario
Le criticità
La prima riguarda il fatto che si è ancora in attesa del decreto attuativo del ministro del Lavoro che renderà effettivo il bonus mamme lavoratrici 2025. Proprio per questa ragione non si può ancora presentare domanda dal momento che mancano le indicazioni dell’Inps su come procedere.
Resta poi il fatto che anche il recente cambiamento finisce per premiare le categorie di lavoro più sicuro, aumentando il divario con le situazioni di precarietà.
Da ultimo va ricordato che, come sottolineato dal recente rapporto dell’UNFPA i bonus non costituiscono una misura che possa mettere un argine effettivo al calo demografico, problema che necessita di interventi sostanziali nelle politiche familiari.
Foto di Sarah Chai per Pexels
In breve
Novità nel bonus mamme. Le lavoratrici dipendenti a tempo determinato e autonome che non abbiano optato per il regime forfettario, con due figli e un reddito massimo di 40 mila euro annui, godranno di un contributo di 480 euro versato dall’Inps in un’unica rata a dicembre. Si attende il decreto attuativo per le modalità di richiesta e di erogazione.
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Fonti / Bibliografia
- Principali misure della legge di bilancio 2025 - MEFMinistero dell'Economia e delle Finanze
- Gazzetta Ufficiale